Nel delirio non ero mai sola… chiarasalvini2011@gmail.com

Io temo tanto la parola degli uomini.
Dicono tutto sempre così chiaro:
questo si chiama cane e quello casa,
e qui è l’inizio e là è la fine.
……….…………………………………..
A me piace sentire le cose cantare.
(Rilke)

[audio:https://www.neldeliriononeromaisola.it/wp-content/uploads/2011/06/Prokofiev.mp3|titles=Prokofiev – Sur les près la lune se proméne]

Cantami o diva…

Questa poesia è un invito a leggere quello che segue mettendo tra parentesi, per quanto è possibile, il mondo della realtà e il suo modo di inquadrare le cose, per lasciar affiorare l’immaginazione e le emozioni, insieme al loro modo un po’ sognante di accogliere il mondo di un altro.

Ma quello che vorrei davvero io sarebbe una cosa impossibile e che oso dire solo a voce bassissima.
“Vorrei essere letta tenuta stretta in un grande abbraccio!”

Allora sarebbe possibile sentire il profondo canto di gioia che sale da tutto il racconto.
Voglio però chiedere venia per la sua “drammaticità”, così lontana dal bisogno di divertimento e di svago che caratterizza la nostra epoca, facendo miei i versi della poetessa polacca Wislawa Szymborska:

“Non avermene lingua se prendo in prestito parole patetiche e poi faccio fatica a renderle leggere”.

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42 risposte a Nel delirio non ero mai sola… chiarasalvini2011@gmail.com

  1. nemo scrive:

    Apprezzo molto questa pagina sincera, intimamente ‘riservata’: ‘puntuali’ sono la poesia di Rilke e la citazione della Szymborska.

  2. Tellìn scrive:

    Cara Chiara, hai fatto un bellissimo lavoro, anche molto pesante, oltre al fatto che è riuscito molto bene. Brava ,bravissima, sia per quello che dici, sia per come lo dici. un abbraccio. Do

  3. D 'IMPORZANO DONATELLA scrive:

    La malattia mentale é, per definizione una malattia. Quindi va riconosciuta e curata con tutte le conoscenze acquisite storicamente. La difficoltà sta nello stabilire, in materia di cervello, cosa sia “sano”. Sono fermamente convinto che la stragrande maggioranza delle persone, quasi la totalità, usa al massimo il 5 – 10 % delle possibilità di connessioni neuro elettriche che il cervello può dare. La storia ci consegna l’esempio di una serie di “matti” che sono geniali in alcuni modi di connettere le cellule del cervello. Penso all’esempio più semplice: i grandi campioni di scacchi sono quasi tutti “spostati”. Magari riconosciuti e arricchiti dal mondo, ma incapaci di rapportarsi “normalmente” con il resto delle persone. Su questa condizione di base interviene poi la famiglia, la società, etc, con un normale aggravamento delle condizioni di disagio comortamentale e sociale. Per ora mi fermo qui.

    • chiara salvini scrive:

      non ho mai stabilito un rapporto tra la pazzia /genialità, e un aumento delle connessioni elettro-chimiche tra i neuroni , voglio dire che non ci ho mai pensato. Però credo di immaginare (però non è neanche un’ipotesi) che si tratti di un aumento abnorme, magari focalizzato su un certo e unico interesse, come è il caso dei giocatori di scacchi, caso che, di nuovo, non conoscevo. Per quel pochissimo che so, l’aumento delle connessioni che si ottiene vivendo “del nuovo”, nel senso di “quello che ci fa fare fatica ad accettare e ad assimilare” cioè che richiede un vero e proprio “lavoro” mentale, invece di rifiutarlo subito, è il mezzo per aumentare le connessioni o stabilire delle relazioni sempre più fitte tra neuroni.
      Hanno scoperto che non è vero che le cellule cerebrali, se muoiono, non si rifanno: nascono continuamente cellule nuove ma vengono acquisite dal cervello se,quando si producono, esiste diciamo un fissatore, altrimenti muoiono: il fissatore è che il cervello in questione in quei momenti o in quel periodo sia attento al “nuovo-fatica”, cioè stia facendo un lavoro per ampliare l’orizzonte. Ne parlerò nel blog con testi alla mano. La ricetta è la stessa per mantenere un cervello giovane. La Montalcini ne è l’emblema così come i personaggi di cui ha raccontato la vecchiaia: Russel ecc.
      Purtroppo avvicinandosi a questa meta, tendiamo a “voler star tranquilli”, come dicendo: “lottare abbiamo lottato, la morte è vicina, è il momento di goderci una vita tranquilla senza scosse né traumi. E si comincia ad allontanare dalla mente (inizia con una vaga nebbiolina impercettibile) l’immagine degli altri per evitare di partecipare “davvero” ai loro dolori ma anche alle loro gioie” (anche per queste ci vuole impiego di energia!) perché scopriamo che questa nebbiolina che attutisce i nostri sentimenti, aumenta la nostra serenità”: parole letali, a mio parere, sia per l’intelligenza che per l’invecchiamento. E’ così… anche se io passo il tempo a dire a chi mi sta vicino: “ho bisogno di stare tranquilla”…! e dal tono si capisce bene cosa voglio dire, senza bisogno di aggiungere: “Eclissati!”

      Mia zia Lina, di cui parlo in un articolo (“Anziani e malati terminali”) è morta con il cervello giovane, nonostante un leggero delirio, a 88 anni, e la ragione di fondo di questa eterna giovinezza, per me, è stata che si interessava, sì, di tutto quello che non sapeva, ma credo non fosse questa la causa principale. Piuttosto credo sia stato il fatto che non si è mai rifiutata di soffrire profondamente, e gioire altrettanto, con tutte le persone del suo vasto ambiente. Un interesse puramente intellettuale, senza metterci il cuore, secondo me non basta.
      Essere giovani vuol dire per me essere profondamente vivi come nell’adolescenza o almeno lottare contro quel sentimento umano, certamente, che ci vorrebbe vederci evitare tutto quello che non ci lascia “in pace”: finalmente “senza lottare”! Eppure evitare la sofferenza, anche di un film, di un libro non a lieto fine, oppure evitare “rapporti impegnativi” (emozionalmente) è quello che vedo fare intorno a me, quasi uno stile di vita, pienamente accettato socialmente (“eh be’ le primavere!”), in persone anche più giovani di me (67) o addirittura in giovani, che se ne vantano come se il cinismo potesse essere la tipica caratteristica della giovinezza: mentre, a me, dal mio piccolo buco dove abito, mi (sì Diletta, ripeto il pronome per rinforzare, puoi segnare blu!) paiono già vecchi. Purtroppo le mie risposte, con la mania di essere chiara, sono troppe lunghe, non solo gli articoli!

      • Chiara Salvini scrive:

        Il commento di Donatella si riferisce anche alle potenzialità del nostro cervello che non sappiamo usare...forse con il segreto desiderio che qualcuno ci dischiuda la formula che mondi possa aprirci. Come tutti sanno, ai tempi della Rivoluzione del ’17, i russi erano all’avanguardia in questi studi ché avrebbero attribuito alla fisiologia del cervello una serie di funzioni che i popoli occidentali (religiosi) attribuivano all’anima. Chiunque può smentirmi, come può negare (cosa che credevo) che dagli anni Sessanta circa ci fosse a Firenze una cattedra sui i poteri paranormali. Personalmente ho avuto esperienze di alcune persone che avevano delle capacità di vedere “oltre” quello che è accessibile a tutti, niente suggestione da parte mia, ma l’argomento è così poco importante, per me almeno, che non vale la pena di portarvi le prove. Una cosa posso garantire e di questa posso portare “le prove” (voglio dire i testi sacri): dai neuroscienziati, è stato estremamente rivalutato il valore della “suggestione” sia sotto forma di l’influenza di un altro (persona di autorità) o nella forma di autosuggestione, senza parlare della “suggestione di massa” di cui il XX secolo ha data prove eclatanti e, nel suo piccolo, anche il XXI, specialmente in certi paesi a noi molto vicini. La suggestione, date certe condizione specifiche per quella persona, agisce su tutti, non “sui cervelli deboli tipo donnette”. Una idea forse bizzarra, non è neanche un’ipotesi la mia, appena, appunto, “una suggestione”, ma quando un certo medico da me “venerato” mi cura con acqua e zucchero, e i sintomi scompaiono, è possibile che ciò avvenga perché, sia lui che io, usiamo delle potenzialità della nostra mente con le quali, nella vita quotidiana, non abbiamo dimestichezza. Ci credereste? Oggi è il giorno dei Santi (voi) ed io vi regalo un po’ di silenzio. Chiara

      • Roberto scrive:

        Normalmente sono un prolissi ma sarò breve. “la malattia mentale è per definizione una malattia” scrive Antonella. Vero e ovvio, però ultimamente mi trovo, parlando con psicologi e psichiatri , il rifiuto da parte loro di definire le persone affette da problemi psicotici “malati”. Mi sono sentito rimproverare per questo uso. Immediatamente ho capto la loro forma di approccio , che poi traspare anche dall’intervento più sopra: “Penso all’esempio più semplice: i grandi campioni di scacchi sono quasi tutti “spostati”. Ecco, “spostati” dall’asse comunemente definito. Mio figlie dice ridendo: Papà, forse sarò matto ma scemo no”. Poco tempo fà gli ho confessato che lui è la persona tra i miei figli, in cui ripongo maggior fiducia nel caso succedesse un evento traumatico e improvviso. “So che saresti presente a ste steeso e pragmatico, in quel momento, anche se poi, superato il momento cruciale è possibile tu abbia un crollo, come tutti d’altrode” Ci siamo trovati d’accordo.
        Bhe, un po’ prolisso lo sono stato. Amen.

        • Roberto scrive:

          Vabbè, Donatella e non Antonella. Chissà poi perchè, ma va bene ugualmente:-)

        • Chiara Salvini scrive:

          non sei stato affatto prolisso! Mi sei sembrato chiaro, salvo qualche errore di battitura, ma si capisce lo stesso.

          • Roberto scrive:

            non faccio errori di battitura: di grammatica e sintassi, se mai. battitura..oibò:-)

          • PARIDE scrive:

            Ma va far un giro ….. ti fermi sulla battitura! Guarda i contenuti. La vita è fatta di sbagli e correzioni, conseguenza CRESCITA!!! Certa gente mi stupisce, frasi ben costruite a cosa servono se poi spesso non dicono nulla di concreto. Io ho fatto la terza media italiana, ma non son italiano. La gramatica nella vita non ti farà stare meglio, fenomena.

          • Chiara Salvini scrive:

            Ho letto due volte, ma non sono riuscita a capire cosa mi volevi dire al di là ” del vatti a fare un giro ” per non usare un’espressione più colorita. La terza media italiana è un’ottima scuola, soprattutto se poi una continua a leggere per conto suo come hai fatto certamente tu. Forse hai creduto da quel piccolissimo testo scritto da me ( il resto sono citazioni ) che mi vantassi per troppa ” grammatica “… Nonostante quello che affermi tu, penso che ” la grammatica” – e dico ” purtroppo ” – nella vita, specie se devi confrontarti con qualche seria malattia, ti dà una mano a stare meglio, grazie del commento, anche se mi sfugge la ragione di tanta rabbia, chiara

  4. D 'IMPORZANO DONATELLA scrive:

    ” Quando nasceste voi nacque un giardino, di tutte qualità c’erano i fiori: l’odore si sentiva di lontano e specialmente quel del gelsomino: l’amore è come l’ellera, dove s’attacca muore, così così mio cuore mi s’è attaccato a te… Quando nasceste voi, fior di bellezze, d’accordo si trovò la luna e il sole: la luna vi donò le sue chiarezze, il sole vi donò il suo splendore: l’amore è come l’ellera………”

    • Chiara Salvini scrive:

      cara stella bella, questa canzone , lo sai, è bellissima soprattutto quando la canti tu…e mi fa ricordare dei tempi che cantavamo insieme in tutte le occasioni, anche alle feste della Mariella che cantava con noi avendo una voce bellissima, soprattutto in macchina con un enorme stufa di Franchino (M. taceva forse perché lui canta tutto il giorno, ma approvava perché a lui piace solo il suo di canto…senti senti: nelle passeggiate se intona qualcosa ed io-sia chiaro a bassa voce da comparsa- lo seguo…smette subito di cantare e mi lascia per conto mio..a quel punto, offesa, smetto anch’io! Un giorno dimostrerò – lo prometto solennemente davanti al mondo e alle stelle e ate che sei la più bella – che in molti casi, non so ancora se in tutti, la bipolarità è un vestito che ricopre l’autismo o schizofrenia per adulti, ma “autismo” fa subito capire “il tipo”).
      Però sai come sono gli pseudo-psicoanalisti sempre in cerca dell’Aldilà (così fa più ridere…a uno che li conosce, però), mi è sfuggito il legame o relazione, forse addirittura conscia in te, tra il testo scritto sul terrazzino e la tua “associazione libera”, come si chiama tecnicamente: o era un canto alla bellezza e ai fiori, insomma all’amore della vita che è così forte in te? Illuminami…visto che per risparmiare mi sto abituando ad usare fino alla fine la luce esterna! Alla fine vedremo nel buio come i gatti e non pagheremo più questa “care” bollette. ciao mia colla originaria: so che sei gelosissima, ma ho altre colle con cui ti tradisco…una recente è la b.b. Amen, qui c’è un sole fantastico e 14 gradi all’ombra: mi riproverò ad uscire, spero di non crollare dal freddo con questo terzo tentativo! Basta! mi annoio io stessa, Ch

  5. Salvatore scrive:

    Non Vale! Il mio commento sul terrazzino io l’ho lasciato in fondo all’articolo.

    • Chiara Salvini scrive:

      non giochi più ? baci chiara
      Ma io l’ho letto qui sotto, mio caro “emigrato triplo” (Sicilia, Liguria, Roma, Milano, Toscana…e adesso il mondo intero…ti basterà?) Poi il tuo terrazzo, forse un attico, non ricordo bene, con Anna è gigantesco e proprio come amo io, vogliamo dire per darci un tono “all’inglese”?

  6. D 'IMPORZANO DONATELLA scrive:

    Sì, ho messol il testo di quella canzone popolare ( come suona meschina la definizione) perché mi è venuto immediato l’accostamento tra la bellezza del tuo terrazzino, dei fiori, di come tu li ami e quel bellissimo canto, che nasce da qualcuno che è profondamente innamorato. Con amore ed eterna meraviglia. Do
    Ti dico un’altra cosa che non c’entra niente e che forse sai già: c’è in rete un giornale del PD che si chiama Tam Tam e che mi sembra interessante. C’è anche un articolo sul linguaggio attuale della politica e come dovremmo cambiarlo insieme alla realtà, naturalmente.

  7. D 'IMPORZANO DONATELLA scrive:

    Il pavone è un grande fifone
    tutto il giorno dorme ed è sornione.
    Non credete a quei vari colori
    che sono fatti per non venirne fuori.
    Tutti i giorni lo specchio gli riflette
    la sua bellezza vacua ed insolente.
    Se un giorno gli specchi spezzerà
    il gallinaceo vero si vedrà.

    • Chiara Salvini scrive:

      stellìn bello, hai risposto alla “provocazione” da par tuo! Elegante, spiritosa, poetica e pungente! Quelle foto sono quelle che mi sono venute a mano, non so neanche di chi siano, forse una dotazione del computer… certo, “scelte” l’ho scelte io e qualcosa vorrà pur dire. Ma santo cielo! mandatemi le poesie tue di cui ho estremamente bisogno!
      Questa tua poesia non la conoscevo, non dirmi che l’hai fatta al momento? Sarebbe bellissimo, pensa il livello di chic-letterario (o preferisci “letterario-fino”, come si diceva una volta?) che acquisterebbe il nostro blog se a certi articoli (non a tutti perché ci tengo alla tua prosa!) rispondessi con una poesia bella calda-calda sfornata al momento come il pane! Ma senza scherzi, tu dici: “Se un giorno gli specchi spezzerà/ il gallinaceo vero si vedrà”: io, invece, dico: non “spezzare gli specchi” (anche se tutti noi, pur così modesti!, i nostri specchietti da spezzare…), ma far uscire la tua passione per l’aggressività…, la tua è una vera “ubris” (metti tu la traduzione), una passione che, quando appare al mondo, inebria ed eccita persino gli astri più lontani!, se…se… “il gallinaceo vero che si vedrebbe” sarà (un dato di fatto, non è un condizionale) un bel cigno elegante sull’acqua, o forse sarebbe più appropriata “un’aquila nelle forme di cigno dolce e femminile e un po’ “gamine” come sei tu?”. Tu dici giustamente: “per muoversi bisogna avere un obbiettivo a mano”. Ma un obbiettivo non a mano, d’accordo, che sarebbe però fantastico una volta raggiunto, uno – secondo te, vorrei la tua opinione – non se lo può tenere nella mente con la forza di un’allucinazione (non preoccuparti, se passeggera è normale) come la stella polare, mi sbaglio, o forse va bene, ma volevo dire “la cometa per i Magi” che è più accogliente…e poi pensa, se diventassi un gesù- bambino! Tutti i pianeti, anche quelli ancora da scoprire, ti farebbero festa! Questo non ti pare un’obbiettivo a mano? E poi, nei tuoi mille più mille anni che avrai da vivere (lo dici tu, come ovvietà per tutti, e lo spieghi bene) cosa faresti mai se non stessi dietro ad un….”fatto” (mi sono scappati quattro puntini, se mi vede Elena la bella!) a me così evidente, è lì, lo posso afferrare. Alfieri si faceva legare (vista la grande “fortissimamente” volontà), al Beccaria stavano addosso come mastini i due Verri.. io tutto questo per te l’ho già fatto per anni e anni, adesso credo che l’unica cosa che servirebbe sarebbe la violenza…in casa ho due bastoni per la ginnastica, ma anche per sicurezza contro il lupo…io sono pronta per quando ti… presenterai…? Come vedi, oggi per me è “il puntini-day”. O vuoi tentare la strada dell’erotismo? Tu non sei il mio tipo, né io il tuo, preferisci Paul Newman e Che Guevara ed io Walter Mattau…ma sai. non poniamo limiti alla provvidenza terrena. Quello che conta è che ti metti seriamente a scrivere facendo il travet, non c’è altro modo. Tutto questo, lo so, lo sai, e sono anche stufa di dirtelo, sei sorda…c’è una bella canzone di Maria Betania, che tu conosci, che lo dice (tu sei sordo) al suo amante, la cercherò. Basta, sono stufa anch’io di tutte ‘ste c…te che mi escono stamattina! la piattola. Però hai visto come Nemo mi fa parlare pulito senza neanche aver aperto bocca?

    • Chiara Salvini scrive:

      così grassocio, non ti pare altra cosa? Mi riferisco alla tua poesia sui pavoni, non si capisce niente dell’ordine in cui dispongono questi commenti. Se qualcuno vuole mandare lumi saranno “abbracciati con ardore”, ch

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  9. LEONE scrive:

    MI PIACE, MI PIACE! VERAMENTE PROFONDISSIMA!
    CON I MIEI PIU’ VIVI COMPLIMENTI!
    UN ABBRACCIO ED UN SALUTO,
    LEONE

    • Chiara Salvini scrive:

      TU SEI IL TUO NOME: UN LEONE!! la tua chiara che ti ama….l’unica professione che chiara ha imparato nella vita è: “essere amante”, c’è addirittura scritto nel mio diario di giovinetta!! “amante di tutto-tutti”, a cominciare dal cielo quando è bello, dal cielo quando è grigio…

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  11. Mauro Semeria scrive:

    Carissima come vedi alla nostra tenera età , mi sembra che sia la stessa perchè siamo stati anche compagni di scuola .. se si scrive ci si ricorda … questa volta ho trovato il ” Blog ” .. volevo sapere se c’è posto per me che ” scherzando” come tu forse ben ti ricordi ed è un ” vizio” che fortunatamente per me ho continuato fino ad ora mi definisco ” multifrenico consapevole” e abbastanza soddisfatto e quindi mi sento ” normale ” ma forse questa è la malattia ?
    Senza complimenti , se ho sbagliato e non c’è posto per me avvisami subito , comunque restiamo amici … ancora una “battuta” … per anni scherzavo col mio farmacista di corso Garibaldi , che può testimoniare , cercavo un ” depressivo” dicendo che tutti si lamentavano e io non riuscivo pertanto a socializzare … continuava a dirmi che non era in commercio ! Poi mi resi conto che ottenevo l’effetto depressivo semplicemente aprendo la televisione o leggendo un giornale … ultimamente ho imparato ad usare il ” telecomando ” e a leggere meno quotidiani e così mi sento di nuovo in forma … c’è da preoccuparsi ? Ciao un abbraccio ( se c’è posto per me nel “blog” ma vorrei il permesso e appena avro’ cercato di leggere e capire ,.se vuoi , proverò a partecipare .. )

    • Chiara Salvini scrive:

      caro Sonosu – autodifesa eccellente – “c’è posto per me?”, il grazioso film (diceva). Per te c’è un posto speciale, se per tutti-tutti c’è posto. Amerei fare “una cosa bella” in quanto “a joy for ever” (non so l’inglese) per altri come lo e’ già per me, anche se è “per sempre” non lo so. Ma da soli è impossibile. Per ora il blog è la mia forma di terapia o di esseresu, per copiarti! Tu lo fai naturalmente, a me occorre “lavoro” ed è proprio quello che mi piace. Se essere normale è la malattia, pur non tollerando i romanticismi sulla pazzia, è un inferno in vita, prima di tutto, a volte me lo chiedo anch’io. E’ molto difficile per me “abitare” – starci in pace – con i normali (cosiddetti) e mi è imposssibile non vedere tutte le “storture”, non voglio chiamarle nevrosi, con cui si infernizzano la vita. La loro e dei territori che occupano con così straordinaria naturalezza ritenendoli propri p propri prolungamenti. Ti ci vorrà una vita se vuoi orientarti in un blog- che è un vero pot-pourri – segue le libere associazioni del mio sentimento, o di altri, quando hanno il tempo di partecipare. O ti lanci nell’onda….Hai il mio email, se hai cose tue, anche antichissime, mandamele e le pubblichero’ volentieri con il tuo nome (e foto!) o pseudo, come vuoi tu. Sei stato il primo ragazzo che mi ha dato un bacio, 14 anni, una penitenza ad una festa, un bacio dolcissimo che sento ancora sulla mia guancia, un tepore leggero ma sicuro. Così il tuo ricordo di giovanetto “schietta in me come la cima di una giovinetta palma”. tua chiara

  12. Mauro Semeria scrive:

    allora ti allego le finalità dell’associazione culturale Ipsi appena nata e gradirei un tuo punto di vista garzie .. Mauro

    Le finalità dell’associazione IPSI:

    o stimolare e favorire lo sviluppo personale, culturale, sociale e professionale di individui, gruppi ed organizzazioni, specialmente nella comunicazione, nella creatività, nello scambio di conoscenze ed abilità, nel problem solving anticonflittuale e nella progettazione cooperativa

    o facilitare l’informazione reciproca, la comunicazione e la cooperazione tra organismi pubblici, imprese private ed associazioni operanti nel ponente ligure incentivando la loro collaborazione, orientandola a progetti condivisi e integrati ed offrendosi come punto di coordinamento imparziale

    o offrirsi come punto di riferimento per individui, gruppi ed associazioni (culturali, sociali, ambientali e di volontariato) del territorio imperiese per dare un ascolto e raccogliere le loro osservazioni, proposte ed idee progettuali

    o organizzare e promuovere eventi culturali/ sociali/ turistici.., ricerche, convegni, seminari, laboratori tematici e workshops progettuali proposti da soci

    o favorire lo sviluppo di posti di lavoro e del turismo di qualità, promuovendo la creazione di un osservatorio permanente e la mappatura di tutte le risorse potenzialmente interessanti ed utilizzabili per progetti nel settore turistico del ponente ligure (risorse paesaggistiche – naturali, storiche – architettoniche, artistiche – culturali, artigianali e specialità agro-alimentari-gastronomiche)

    o incrementare la raccolta di informazioni e dati utili allo sviluppo dell’economia territoriale ed alla creazione di posti di lavoro, facilitando l’individuazione di idee d’impresa, la progettazione e la creazione di reti collaborative operative

    o offrirsi come punto di ascolto e di problem solving anticonflittuale per scuole (studenti, insegnanti, genitori), gruppi e coppie con difficoltà comunicative

  13. teodora scrive:

    Non so se ho “ indovinato “ l’indirizzo dell’autrice della “ nota di Chiara” e per non scomodare con il commento Nemonemo dell’ io bloggo , – soprattutto perché non è stato lui a sollevare il” problema “ dell’umanista – scienziato, rispondo qui : umanista è scienziato per antonomasia …conosce persino l’esistenza del colesterolo ( menzionato da Szymborska nella parte centrale della poesia ) buono o cattivo che sia …come se la cava lo scienziato allo “ stato puro” con gli anapesti ed anfibrachi? ….
    Se la proprietaria del blog non è la stessa persona di Nemo …beh! , pazienza …visto però che è menzionata la Wisława in questo post , qualcosa di pertinente rimane per non rendere del tutto vano il mio “ intervento”:
    Wisława Szymborska /il gran finale della poesia “ Come mi sento” ( è poco poetico , ma gli anziani di questi tempi si sentono oltremodo a disagio… /

    …“E’ un buon consiglio per coloro che stanno invecchiando
    Che stringano denti e che ridano della vita che sta passando
    Quado si alzano la mattina che raccolgano i pezzi e gli annessi
    E che leggano nei giornali le rubriche dei decessi .
    Se i loro nomi non appaiono in esse , come si conviene
    Vuol dire che sono in salute e che stanno bene .”….

  14. www.youtube.com scrive:

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    of the new visitors of blogging, that genuinely how to
    do running a blog.

  15. cartier glasses scrive:

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  16. zanini alberto scrive:

    Chiara rispondo alla tua domanda:
    il testo che hai letto su Giornalando & Discutendo è mio.

    • Chiara Salvini scrive:

      Grazie! Meno male che hai trovato una sabbia un po’ terrosa! Sei bravo, hai pubblicato qualcosa? se non avessi avuto questa fortuna o sfortuna, saremmo assai lieiti di ospitarti come letterato, ma anche –se ti andasse–come collaboratore. Ho appena chiesto ad una cara amica di cento anni fa, che ha un blog (Casa Africa), se vuole fare come fanno su Il fatto, anche se non è la stessa cosa! Cioè, lei, quello che fa per il suo blog, lo passerebbe diretto sul nostro. Non mi offendo se non rispondi o dici di no. Giurìn giuretta! ciao, grazie, chiara

  17. zanini alberto scrive:

    mi hanno pubblicato un paio di raccontini che ho mandato a dei concorsi. Il mio gruppo mi impegna molto, ti ringrazio per il tuo invito ma per adesso non ho molto tempo. in futuro non so. ciao

    • Chiara Salvini scrive:

      D’accordo. Come hanno già detto: “Obbedisco”. Anche se li hai già pubblicati, non hai voglia di spedirli all’email: chiarasalvini2011@gmail.com —Se puoi dirmi l’editore, così lo metto. Se non puoi mandarli, hai tutto il mio stim-affe fino alla fine del 2015…grazie e buona giornata. Non so dove abiti, in questo momento sono a Milano e piove…sul nostro amor! Buona giornata comunque, chiara

  18. Potrei iniziare dicendo “Cara Chiara” ma non vorrei mancare di rispetto ad una persona che non conosco fisicamente. Io mi chiamo Savino, ho 74 anni ed è da molto che seguo silenziosamente questo sito. Lo trovo interessante e pieno di “cultura” dimenticata. Non sono mai intervenuto in dibattiti da blog, non ne sono capace e mi manca la “punteggiatura” e rischio di fare brutte figure. Questa volta intervengo perchè fra le tante cose che ho letto non ho trovato la domanda più semplice : ma chi è il folle. E’ colui che la psichiatria dichiara tale, ed è minoranza nello zero,zero zero ,uno o lo sono quelli che vediamo dichiararsi “sani” e poi hanno comportamenti che vanno oltre la pazzia :l’arroganza del “io so io e voi nu’ sete un c…”. Ecco il mio quesito e la mia tragedia quotidiana che trova sollievo solo nelle letture e nella solidarietà a chi è ultimo. Savino Aghilarre

  19. Rosemary Collini Bosso scrive:

    Salve, vorrei rintracciare gli ultimi due racconti di MGP. Ho già letto alcuni, ma gli ultimi no. Non avendo i titoli ho cercato nel blog in tutti i modi possibili senza riuscita. Non capisco perchè con una semplice ricerca nel blog non viene fuori l’informazione. Non sono un genio col computer ma mi difendo. Forse essere semplice non rientra nello stile del blog?

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