INTRODUZIONE: 25. Il mio racconto vuole essere un canto di ringraziamento alla vita e a tutti quelli che mi hanno aiutato.

[audio:https://www.neldeliriononeromaisola.it/wp-content/uploads/2011/10/Violeta-Parra-Gracias-a-la-Vida.mp3|titles=Violeta Parra – Gracias a la Vida]

Il modo che la mia mente ha di lavorare è quello proprio di una mente malata-sana, una forma di pensiero che vive in associazione libera, con connessioni a volte non chiare perché l’inconscio e il conscio si raggruppano fluidamente in un’unica maglia.

 

E’ vicino al sogno e alla veglia contemporaneamente e i pensieri si legano più per intimità emotiva che per connessione logica.

 

Per questo penso che possa essere più facilmente seguito con quell’atteggiamento di “rệverie”, di sogno, che abbiamo quando leggiamo una poesia.

 

La storia che racconto è, in realtà, una favola.

Come in ogni favola che si rispetti, ci si incontra con principesse sepolte vive che risuscitano (e questa sarei io), con draghi terribili, fate malevoli e fate benevole, (ossia l’odio e l’amore con cui sono nata), un principe bellissimo (Mario, mio marito), e un finale lieto e danzante dove tutti vivono felici e contenti e hanno tanti figli, anche se, in verità, ne abbiamo solo una, ma con gli occhi splendenti.

 

Il mio è un canto di profondo ringraziamento alla vita e a tutte le persone che mi hanno aiutato e, se ne fossi stata capace, avrei amato scriverlo in versi o, ancor di più, farne una musica.

 

GRACIAS A LA VIDA (Violeta Parra, 1965)

Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me dió dos luceros, que cuando los abro
Perfecto distingo, lo negro del blanco
Y en el alto cielo, su fondo estrellado
Y en las multitudes, el hombre que yo amo
Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me ha dado el oído, que en todo su ancho
Graba noche y día, grillos y canarios
Martillos, turbinas, ladridos, chubascos
Y la voz tan tierna, de mi bien amado
Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me ha dado el sonido, y el abecedario
Con el las palabras, que pienso y declaro
Madre, amigo, hermano y luz alumbrando
La ruta del alma del que estoy amando
Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me ha dado la marcha, de mis pies cansados
Con ellos anduve, ciudades y charcos
Playas y desiertos, montañas y llanos
Y la casa tuya, tu calle y tu patio
Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me dió el corazón, que agita su marco
Cuando miro el fruto del cerebro humano
Cuando miro el bueno tan lejos del malo
Cuando miro el fondo de tus ojos claros
Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me ha dado la risa y me ha dado el llanto
Así yo distingo dicha de quebranto
Los dos materiales que forman mi canto
Y el canto de ustedes, que es el mismo canto
Y el canto de todos, que es mi propio canto
Y el canto de ustedes, que es mi propio canto.

 

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