SIETE INTERESSATI AD IMPARARE IL DIALETTO DI GENOVA…MAGARI UTILIZZANDO UNA SPINTA O MOTIVAZIONE CHE VIENE…DAL BASSO? QUESTO E’ IL SITO DI PAOLINO, “O SCITU DU BELIN”

 

 

qui raggiungete subito l’amato sito di Paolino, chiamato anche ” O situ du belìn “—vedi nota dell’autore della pagina e del blog sotto. grazie Paolino!

http://digilander.libero.it/paolore2/cult_tradiz/belin.html

 

[audio:https://www.neldeliriononeromaisola.it/wp-content/uploads/2012/03/Elvis-Presley-One-Night-w_lyrics.mp3|titles=Elvis Presley – One Night w_lyrics]

ELVIS PRESLEY (1968), ONE NIGHT WITH YOU (Una notte con te)

 

ch.  subito – dedicato a noi vecchiette...invece gli uomini… che mascalzoni!, si sa avevo pensato di mettere “Chiari di luna di Beethoven”, sonata per pianoforte, ma poi – sulla miseria- ha prevalso la giovinezza che mi scorre vertiginosa nelle vene secche, l’amore e la passione…per la bellezza! ! “Trascendentale”-dice Nemo sempre modesto-” Eh sia, trascendentale! “Che fa rima con “Virtuale!”

 

Nell’imbarazzo di scegliere un’immagine, ho deciso per questa, appena appena ironica:

 

 

 

 

 

BELIN s. m. pene; volg. Italiano “Cazzo”.

“Belin”, rappresenta l’imprecazione, l’esclamazione più usata nel dialetto genovese, potendo assumere tono affermativo, risentito, solenne, stupito, iroso, sconsolato, beffardo, e altro ancora.

 

Origine:

Secondo alcuni, letteralmente “budellino” (da bela, budello). Però in materia di etimologie – mi scrive il signor E.Mori – occorre seguire contemporaneamente il filone storico e quello psicologico, perché i popoli hanno, in materia di parole, una loro psicologia. E una regola psicologica ci dice che in nessuna lingua l’organo maschile è indicato con un diminutivo. Gli antichi dizionari ricollegavano belin al greco balanos (glande) ed era, psicologicamente, una stupidaggine perché gli antichi liguri non avevano di certo aspettato i greci per dare un nome al loro pisello! Però un fondo di vero c’era e già un linguista del 1940 ricollegava belin al dio Baal fenicio, individuando una radice indeuropea che con bal indicava la divinità in genere. Ed infatti per i Galli la loro divinità (Henri Dontenville, Mythologie française) era un essere che era Padre e Figlio a un tempo. Come Padre, si chiamava Belenus; equivaleva sostanzialmente ad Apollo, era il grande dio solare originariamente adorato dalle popolazioni pre-indoeuropee. In qualità di Figlio era sentito come più vicino alla terra, in qualche modo legato alle pietre, agli alberi e alle acque; si chiamava Gargano.
Il territorio francese, per limitarci a questo, è costellato di luoghi il cui nome si collega etimologicamente a quello di Belenus (Bel o Belen in francese) o di Gargano. Si tratta, a seconda dell’evoluzione fonetica delle varie zone, di Balan, Blesme, Belfait (l’albero di Bel), Montbelair, Baleine, Blaine, Ballons, Corblin (la pietra di Belin), Blainville, Belmont, Montbel… Si tratta delle antiche rocche­forti dei Galli, Gergobina e Gergovie; a Guérande, il castello Gorgon; si tratta di fiumi: Gorganne, Gorgonne, Gargonne, Gargonde; di alture: Gargatte, Jariatte… Non è raro che i due nomi si affianchino; oppure – e può essere ancor più sintomatico – non lungi dal luogo che richiama Belenus sopravvive (o sopravviveva fino a poco fa) una leggenda popolare il cui eroe è un gigante perlopiù chiamato Gargantua.
È quindi certo che nell’area francese-provenzale-ligure il termine belin era diffuso per indicare la divinità. In Val Varaita vi è il paese Bellino, quasi certamente riconducibile alla stessa origine (Belin, Belinium, Belinius, nom d’homme gaulois ou de divinité. Charles Rostaing, “Dictionnaire des noms de lieux”, Ed Larousse p.68). La dimostrazione del collegamento tra belin genovese e divinità galliche è data dal fatto che in francese esiste la parola antica beliner proprio con il significato di scopare. È vero che tutti gli etimologisti francesi dicono che la parola deriva da Belin, termine che fin dal medioevo indica il montone (vedi Le Roman de Renard), ma si sono dimenticati che nella preistoria, quando vi erano ancora i culti totemici, l’animale totem di un popolo dava il nome anche al dio, o viceversa (giove, giovenco, juvenes, ecc.).
Quindi la tesi probabile al 90% è che la parola genovese belin derivi dall’antica parola dei galli-liguri Belenus.

 

Espressioni dialettali:

” A belin de can “: “a cazzo di cane” (si dice d’ogni cosa sgraziata, mal costrutta).

” Sottî comme i péi do belin de ‘na mosca “: “sottile come i peli del c… di una mosca”.

” Aççimentâ o belin “: “cimentare, irritare il c…”: (annoiare, infastidire)

– Eguale significato hanno le espressioni:

” Menâ, rompî, sciaccâ, sgarbellâ, spellâ, sussâ, tiâ o belin “: “mungere/menare, rompere, schiacciare, scalfire, sbucciare, succhiare, tirare il c…”.

” Avèi o belin inverso (o imböso)”: essere in gran collera, essere di malumore.

” Avèine o belin pin “: essere all’ estremo limite della pazienza, o averlo superato.

” Battisene o belin (in ti schêuggi) “: non darsi pensiero, non preoccuparsi, fregarsene (negli scogli)

– Ma chi è accusato a torto di ciò, può controbattere:

” In scë ‘n ‘articiocca “: “su un carciofo”; che non è cosa di poco conto.

” Fâ di discorsci do belin “: “fare dei discorsi (o ragionamenti) del c…” (cioè sciocchi, futili).

” Fâ rïe o belin “: si dice di parole o decisioni molto sciocche.

” Levâse cö belin amäo “: “alzarsi col c… amaro” svegliarsi di cattivo umore.

” No distingue o belin dä corda “: non avere nessuna capacità speculativa.

” Portâ via o belin “: andarsene bruscamente.

” Rattaiêu da belin “: “trappola da c…” (si riferisce a donna decisamente non casta).

” Toccâse o belin cö-a camixa “: “toccarsi il c… con la camicia” (mostrarsi straordinariamente casto o schizzinoso, affettare modi esageratamente raffinati)

” Travaggio do belin “: “lavoro del c…” (impresa ardua, ma anche – secondo i casi – lavoro molto facile, sciocco).

” Ûn belin che te neghe “: “un c… che ti strozzi” (esclamazione imprecativa).

” O deve avèi o belin a manego de paegua “: “deve avere il c… a manico d’ ombrello” così si ipotizza a proposito di persona dalle forme tutt’altro che armoniose; spesso, anche di chi, andando alla toilette, bagna tutt’attorno).

 

Locuzioni riferite a un pene di iperboliche dimensioni:

” Ûn belin ch’ o pä ûn figgiêu piccin ch’ o rïe “: “un c… che pare un bambino piccolo che ride”.

” Ûn belin che se ti gh’ appendi ûn cavagnin, o pä ûn figgiêu ch’ o vadde a l’asilo “: “un c… che se gli appendi un cestino, pare un bimbo che va all’ asilo”.

” Ûn belin che se ti ghe metti ‘na beretta o pä ûn garaventin “: “un c… che se gli metti una berretta pare un garaventino” (cioè un marinaretto della Nave Scuola Garaventa).

 

Espressioni allusive:

” O l’ à a mëz ’asta “: “l’ ha a mezz’ asta” (è incapace d’erezione).

” O l’ à coscì piccin, che se o dà da mangiâ a ûn gatto de venardì, o no fa manco peccòu “: “l’ ha così piccolo che se lo dà da mangiare a un gatto di venerdì (evidentemente quando era ancora prescritto il magro) non fa neppure peccato”.

” Ti te l’ ae mai visto a-o ciaeo da lûnn-a? “: “te lo sei mai visto al chiar di luna?” (espressione usata nei confronti di chi formula una richiesta assurda, pretende impresa irrealizzabile).

” Ommo piccin tûtto belin “: “uomo piccolo tutto cazzo” (a confronto dell’uomo non dotato di imponente statura).

” Chi l’ à ciû grosso de mì, l’ à gonfio “: “chi l’ ha più grosso di me, l’ ha gonfio”.

” Cangiâ l’ægua a-o canäio “: “cambiare l’ acqua al canarino” (orinare).

” Pucciâ o beschêutto “: “inzuppare il biscotto” (avere un rapporto sessuale).

 

I principali sinonimi di Belin:

Affare, Anghilla, Anghæzo, Beschêutto, Canäio, Cannetta, Cannocciale, Cantabrûnn-a, Carottua, Cicciollo, Manûbrio, Macacco, Nenne, Oxello, Pignêu, Pistolla, Pinfao, Radiccia, Sûcchin.

 

 

One night with you
Is what I’m now praying for
The things that we two could plan
Would make my dreams come true

Just call my name
And I’ll be right by your side
I want your sweet helping hand
My loves too strong to hide

Always lived, very quiet life
I ain’t never did no wrong
Now I know that life without you
Has been too lonely too long

One night with you
Is what I’m now praying for
The things that we two could plan
Would make my dreams come true

Always lived, very quiet life
I ain’t never did no wrong
Now I know that life without you
Has been too lonely too long

One night with you
Is what I’m now praying for
The things that we two could plan
Would make my dreams come true

 

Ch. questa è l’unica traduzione che ho trovato e a sudori freddi e battito ossesso dei denti, non ci credete? Provate a cercarla! Che qualcuna la corregga! Salvatore, pf.?

A chi possa interessare, come vedete, il sito è www.grazielvis.it…ma prima trovate questo sito!

 

 

Uehi! ragazzzi, finitela di pettinare i porcospini contropelo, mandatemi un feedback o premio di consolazione che mi spinga a continuare…come sapete lavorare per la gloria (o anche per Gloria, che non conosco) quando né c’è né ci sarà, lascia le fauci un po’ secche…cosa volete mettermi in bocca????? CAZZO!

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3 risposte a SIETE INTERESSATI AD IMPARARE IL DIALETTO DI GENOVA…MAGARI UTILIZZANDO UNA SPINTA O MOTIVAZIONE CHE VIENE…DAL BASSO? QUESTO E’ IL SITO DI PAOLINO, “O SCITU DU BELIN”

  1. D 'IMPORZANO DONATELLA scrive:

    Ciao, ci sono ancora. E’ divertente la tua ricerca etimologica. Non so se la sai, ma quella località vicino ad Arma di Taggia che si chiama Costa Balena ha la stessa origine, cioè sacra al dio Belleno. Mi viene in mente che in Asterix sovente imprecano ” Par Belenus”. Ciao, per Belenus! Do

  2. PAOLINO scrive:

    Per dovere di cronaca, la pagina con l’timologia di Belin si trova qui
    http://digilander.libero.it/paolore2/cult_tradiz/belin.html

    • Chiara Salvini scrive:

      mi scuso di non aver messo il tuo link, e hai ragione che la pagina dell’etimologia non è mia, ma tua, lo dico nel titolo: ” questo è il sito di Paolino ” o scito du belìn “, ma non era abbastanza chiaro e hai fatto benissimo a correggerci. Provvediamo subito a correggere lo sbaglio anche grave, oggi lo capisco meglio. Ma sarei più di tutto curiosa di sapere chi ti ha portato qui…se mai volessi dircelo, grazie del tuo ” grande contributo”, per il blog, chiara

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