MAURIZIO CEVENINI

dal CORRIERE DI BOLOGNA 9 MAGGIO 2012


I MESSAGGI DOPO LA MORTE DEL CONSIGLIERE PD

 

 

La politica: «Cevenini, un uomo perbene»
E Di Vaio: «Era lui il sindaco di Bologna»

Merola: «Avrebbe potuto essere eletto prima e meglio di me».

Monsignor Silvagni: «Un grande, nonostante il suicidio» (sott.  chiara)

 

BOLOGNA – Tanti i politici, e non solo, che hanno voluto ricordare il Cev con commenti e messaggi.

I BIG – «Sono molto triste per Maurizio Cevenini, un bolognese doc, un serio amministratore e un grande tifoso del Bologna. Che vuoto, addio», scrive su Twitter Pier Ferdinando Casini. Una «notizia sconvolgente, non riesco a crederci», è il commento del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. «Con lui- scrive il presidente della Camera, Gianfranco Fini – scompare un uomo particolarmente apprezzato da tutti i bolognesi per la sua straordinaria sensibilità sociale e per il suo forte rigore morale. Cevenini era «davvero un pezzo importante della nostra città – ricorda Romano Prodi – Era la personificazione di una politica aperta e serena». «Lo ricordo come un uomo animato da passione civile e politica, pieno di energie e molto amato dalla sua città», è il messaggio di Massimo D’Alema. «Una persona perbene, legato ad una idea della politica aperta, ricca di passione e ideali, concepita solo vicina ai cittadini». Scrive in una nota Walter Veltroni. «Maurizio era un bolognese doc, considerato da tutti, indipendentemente dall’orientamento politico, un amico di tutta Bologna e di tutti i bolognesi. Lascia un grande vuoto», dice il presidente dei deputati Udc, Gian Luca Galletti. «È con angoscia e dolore che penso a Maurizio Cevenini e alla disperazione drammatica del suo gesto estremo. Lo ricordo come un uomo generoso, pieno di passione politica e di spirito civico, sempre capace di ascoltare e dialogare con rispetto con ogni interlocutore, anche il più distante», sono le parole del sindaco di Torino Piero Fassino. «Maurizio Cevenini era una persona fuori dal comune»: lo ricorda cosìSergio Cofferati, che ha conosciuto approfonditamente il consigliere nei cinque anni che è stato sindaco di Bologna: «La sua intelligenza unita alla generosità e alla incredibile capacità comunicativa ne facevano un uomo di naturale e spontanea simpatia».

CANCELLIERI – Il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, chiamata come commissario straordinario di Bologna dopo le dimissioni di Del Bono nel 2010, ricorda così il Cev: «Un grande bolognese: intelligente, disponibile, ironico. Un galantuomo che dell’impegno civico e del rapporto con gli altri aveva fatto una ragione di vita. Aveva – prosegue il ministro – un profondo rispetto per le Istituzioni e un rapporto vero con i cittadini. Il saper coniugare in modo così naturale questi due valori è la grande eredità che Maurizio Cevenini lascia alla sua città e a tutti noi».

IL SINDACO DI BOLOGNA – «Il Cev c’è e ci sarà sempre, continuerà a essere popolare e amato da tanti bolognesi. Quello che perdiamo è un sindaco che avrebbe potuto essere eletto prima e meglio di me». Così il primo cittadino di Bologna, Virginio Merola: «Quello che purtroppo perdiamo è un amministratore che amava questa città, capace di essere al di sopra delle parti, nell’interesse generale dei bolognesi, e perdiamo un uomo di sinistra che è sempre stato fedele ai propri ideali».

LA POLITICA BOLOGNESE – «La morte di Maurizio mi sconvolge totalmente e mi getta in un immenso dolore». È in queste parole la sofferenza del segretario provinciale del Pd, Raffaele Donini, per la morte di un «amico carissimo» con cui «se ne va una parte di me». «È morto un amico. Mi dispiace solo non aver capito che era arrivato alla fine»: sono le uniche parole che, tra le lacrime,Paolo Foschini, coordinatore cittadino del Pdl ed ex vicepresidente del consiglio comunale di Bologna, riesce a pronunciare all’uscita della sede della Regione. «Sono senza parole, sento un dolore terribile», è il commento di Andrea De Maria, ex segretario provinciale del Pd di Bologna. «Sono sconvolto come tutti dalla morte di Maurizio e dal modo in cui questo è avvenuto, abbiamo tutti un grande debito di riconoscenza verso di lui», scrive il deputato Pd Valter Vitaliin un messaggio indirizzato a Rossella e Federica, la moglie e la figlia del ‘Cev’. Isabella Bertolini, vicepresidente dei deputati del Pdl, ricorda così Cevenini: «Si è dedicato all’attività politica con grande volontà e spirito di servizio e per questo è sempre stato ripagato da un grande consenso popolare. Ho avuto la fortuna di conoscerlo personalmente e potuto apprezzare le sue qualità». La presidente della Provincia di Bologna, Beatrice Draghetti, il presidente del Consiglio provinciale, Stefano Caliandro, e «la Provincia tutta», ricordano il Cev come «una persona buona e gentile, appassionata di relazioni positive e profonde, costruttore garbato di legami personali e istituzionali». «Lascia che sia fiorito, Signore, il suo sentiero»: così il deputato del Pdl Giuliano Cazzola.

DA FIRENZE – Ricorda Cevenini anche il sindaco di Firenze,Matteo Renzi: «Piango il Cev, amico e collega. Lo voglio ricordare sorridente mentre entra con la mortadella negli spogliatoi da capitano del Bologna dopo l’ennesimo match tra consiglieri comunali».

LA CURIA – «Un grande, nonostante il suicidio». La Curia bolognese ricorda con affetto Maurizio Cevenini. «Siamo addolorati», fa sapere monsignor Giovanni Silvagni, vicario generale della Curia di Bologna, raggiunto al telefono daÈtv. La sua tragica morte, osserva don Silvagni, «è un fatto che non ha nessuna spiegazione e ci lascia tutti sgomenti».

IL MONDO DEL CALCIO – Nello sconforto anche il Bologna Calcio. A parlare a nome della squadra è capitan Marco Di Vaio: «E’ una mattina difficile». Il gesto drammatico del «sindaco dello stadio» cancella di fatto la gioia per l’ottimo finale di campionato del club. «Lui era il primo tifoso», anche per questo il capitano rossoblù conferma la vicinanza della squadra «alla famiglia e alle persone che gli volevano bene». Nei ricordi dell’attaccante, Cevenini era «il sindaco di Bologna, anche senza averne la carica», una «persona eccezionale, dispiace che nessuno di noi possa avergli fatto cambiare idea». A salutarlo, su Facebbok, il centrocampista del Bologna Gaby Mudingayi: «Ciao grande tifoso rossoblù». Sconvolto dalla tragica morte del Cev il presidente del Bologna calcio, Albano Guaraldi: «Lo avevo sentito un pò provato, forse un un pò stanco. In questi momenti, ti chiedi se avresti potuto fare qualcosa che non hai fatto, se questo modo di vivere frenetico non ti permette di ascoltare quando un amico ti lancia un grido di aiuto». Un commento a radio Bologna Uno anche da Franco Colomba, ex giocatore e d ex allenatore del Bologna: «Era di fianco a me domenica, sia allo stadio per Bologna-Napoli che al palazzetto per Virtus-Cantù, confesso di aver visto nei suoi occhi uno sguardo spento».

IL MESSAGGIO DEL RETTORE – «Con Maurizio abbiamo condiviso idee, successi e speranze per tanti anni sugli stessi banchi del Consiglio Comunale – è il ricordo del rettore dell’Università di Bologna, Ivano Dionigi – Potrei dire quello che di lui tutti condividiamo e sentiamo: un rappresentante esemplare delle Istituzioni, un cittadino amato da tutti, un uomo solidale e sensibile. Ma di fronte a un evento che sovrasta tutto e tutti forse giova più il silenzio di qualsiasi parola».

Redazione online09 maggio 2012© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

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2 risposte a MAURIZIO CEVENINI

  1. D 'IMPORZANO DONATELLA scrive:

    E’ orribile quello che è successo, sia quando siè dovuto ritirare dalla candidatura a sindaco per motivi di salute, sia quando ha deciso che non voleva più vivere. Probabilmente, da quello che si può intravvedere, era vittima di una forte depressione forse non curata.La sua vita, basata sulla vivacità, sul continuo fare e decidere della politica vera, a contatto con la realtà e le persone, non ha retto ad un tran tran ben lontano dal ” divertimento” di prima. Questa fine è agghiacciante.

  2. nemo scrive:

    Il dispiacere sincero provato alla notizia di questa tragica morte, anche se Cevenini lo si conosceva solo ‘di vista’ e di ‘fama’, è riconducibile a quella unicità ambientale di Bologna , dove il ‘privato’ è pubblico e ogni individuo è ‘visto’ come parte di un patrimonio sociale, che ‘appartiene’ a tutti.

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