14 dicembre 2012 ore 18:48 “LA MIA MORTE E’ COMINCIATA DA TEMPO”. LUCIO MAGRI: IL DOLORE DELLA PROPRIA VITA, RIPETUTAMENTE INSOSTENIBILE, E’ COSA BEN DIVERSA DA UNA DEPRESSIONE CLINICA: L’ULTIMA LETTERA DI LUCIO MAGRI.

La lettera di Lucio Magri

Pubblicato il 4 dicembre 2011

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La mia morte é cominciata da tempo. Quando Mara é scomparsa ha portato via con sé tutta la mia voglia di vivere, ed ero già pronto a seguirla. Lei lo ha intuito e in extremis mi ha strappato la promessa di portare a termine il lavoro che avevo avviato negli anni della sua sofferenza e che in altro modo era anch’esso in punto di arrivo. La promessa è più un atto di amore, il regalo di un tempo supplementare. Era uno stimolo e un aiuto per dare una conclusione degna al destino che ci aveva fatto casualmente ma più volte incontrare e poi dato tanti anni di felicità totale. Era anche un appuntamento, o almeno così lo ho vissuto ogni giorno. Ora posso dire che la promessa la ho mantenuta al meglio che potevo. Il libro è stato pubblicato anche in Spagna, Inghilterra, Argentina e Brasile. Nel lungo e doloroso intermezzo ho avuto modo non solo di riflettere sul passato ma anche di misurare il futuro. E mi sono convinto di non avere ormai nè l’età, nè l’intelligenza, nè il prestigio per dire o per fare qualcosa di veramente utile a sostegno delle idee e delle speranze che avevano dato un senso alla mia vita. Intendiamoci, non escludo affatto che quelle idee e quelle speranze, riformulate, non si ripresentino nella storia a venire: ma in tempi lunghi e senza sapere come e dove. Comunque fuori dalla mia portata. Per tutto ciò mi pare legittimo, anzi quasi razionale soddisfare un desiderio profondo che anzichè ridursi, cresce. Il desiderio di sdraiarmi a fianco di Mara per dimostrarle che l’amo come e più che mai, e dimostrare che la morte è stata capace di spegnerci, ma non di dividerci. Può essere solo un simbolo, ma non è poco.”

 

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2 risposte a 14 dicembre 2012 ore 18:48 “LA MIA MORTE E’ COMINCIATA DA TEMPO”. LUCIO MAGRI: IL DOLORE DELLA PROPRIA VITA, RIPETUTAMENTE INSOSTENIBILE, E’ COSA BEN DIVERSA DA UNA DEPRESSIONE CLINICA: L’ULTIMA LETTERA DI LUCIO MAGRI.

  1. nemo scrive:

    Sentimento tragico della vita che l’ età ( l’ esperienza ) ‘giustifica’.

  2. D 'IMPORZANO DONATELLA scrive:

    E’ una morte che colpisce, come tutte le morti. Però qui fa impressione la mancanza di motivazioni vitali che hanno portato questa persona a morire, il deserto in cui si è trovato e che l’ha fatto decidere ad andarsene.

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