8 gennaio 2013 ore 05:36 TESTIMONIANZE DI PERSONE BIPOLARI da http://ibipolari.iobloggo.com/cat/asia/355266, un blog interessante^^^, CON BEN TRE NOTE DI CHIARA!

 

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chiara 1.: per sbaglio mi è uscito questo montaggio fotografico di mariobardelli che penso di lasciare come cosa a sé. Credo possa rappresentare bene lo spettro dell’ignoranza o cultura tipo internet)

 

chiara2.: rispetto profondamente questo storie personali che hanno tutto il buono delle esperienze, insieme a luoghi comuni o pregiudizi che non aiutano. Ma questo lo dico io, la pedante Chiara!: ma se la persona sta bene: niente da dire, solo ammirazione per avercela fatta! Per trombonaggine mia, preciso che la diagnosi di “depressione” e di “bipolare” non sono due diagnosi diverse, come dice Asia: i sacri testi definiscono “bipolare di tipo 1“, chi ha i due momenti (poli) di eccitazione e depressione e “bipolare di tipo 2” chi vive la depressione senza momenti di eccitazione o mania. Come si può immaginare, nella stessa persona, puo’ prevalere un momento o un altro, cambia il dosaggio. Mi spiego: un tipo 2, ossia prevalentemente depressivo, avrà (nella mia esperienza) dei momenti di eccitazione che non lo porteranno alle stelle e al delirio, nel senso di perdere, almeno parzialmente, il contatto con la realtà. Ma, mai si può dire mai nella biologia. Aggiungo alla testimonianza di Asia, altre voci che correggono il suo errore, secondo me, principale: quello di non riconoscere “una predisposizione genetica” o familiairità,  che-certamente- ha bisogno dell’ambiente per svilupparsi. Secondo il Prof. Gian Franco Placidi (gruppo Cassano di Pisa, cattedra a Firenze sulla malattia bipolare), senza una predisposizione genetica uno non si può ammalare di questo disturbo specifico:  solo l’ambiente provocherà tanti mali, ma non questa malattia. Su questa affermazione chiara non ha elementi per dare un’opinione. Mi preme però aggiungere che è fondamentale per qualunque diagnosi di malattia mentale, quindi anche per quella bipolare, prendere in considerazione quelli che si chiamano “co-disturbi”, anche se il termine preciso in questo momento mi sfugge, che modificano profondamente la diagnosi e l’esito. Per esempio, sono bipolare, ma ho una  componente ossessiva, oppure ho una “dipendenza” da sostanze ecc.  Tutto questo fa sì che la diagnosi e la prognosi debbano essere assolutamente mirate su quella specifica persona: consegue  che i seri professionisti non sputano sentenze ai primi sguardi, o non dovrebbero, secondo me.

Aggiungo, se fosse necessario, che questo è un blog di donne, ma la malattia bipolare, che io sappia, è unisex.

 

 

 

Asia

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Asia
Ciao, sono Asia, ho 38 anni e mi dicono bipolare.
Le alterazioni del comportamento le ho da sempre, e dal 1994 sono
iniziate le terapie farmacologiche, in seguito ad una prima diagnosi di
“depressione grave”.

Nel 2000 avviene il primo di una serie di ricoveri, nella clinica
psichiatrica e solo nel 2002, quindi dopo ben otto anni di cure
antidepressive….arriva la seconda diagnosi, questa volta sono bipolare!

Mi viene un dubbio….:è possibile che il bipolarismo è la tacita
conseguenza di una terapia farmacologica (antidepressiva o
antischizofrenica) molto prolungata?

Anni da incubo vissuti tra il letto della clinica e quello di casa, la
flebo fissa in endovena accompagnata da un’alternanza di gocce e
confetti colorati.
Le sbarre vicino al letto che mi impedivano anche di alzarmi se non
quando l’infermiera di turno veniva a cambiarmi il pannolone.
Allucinazioni e continue voci mi logoravano e annientavano il cervello.
Continui consulti medici, accertamenti, finanche allusioni alla
possibilità di essere posseduta dal Demonio.
Nel 2003 il Grande Professore,come Satana, si impossessa veramente della
mia vita e con solo “160 € ” per visita, comincia a gestire la mia
supposta malattia con alti dosaggi di farmaci che comportandomi vere
alterazioni dell’umore mi inducono a recarmi sempre più spesso al suo
cospetto.

Con una base fissa di litio i cocktail comprendevano: Haldol, Lamictal,
Akinenton, Seropram, trittico, Largactil, Eutimil, Noritren, Samyr,
Tavor, Imovane e anche un pò di Visken (betabloccante).

Come mi sento oggi?
Una favola!

Da settembre 2005 ho deciso di sospendere tutti i farmaci e passate le
crisi di “coscienza” e “astinenza da farmaci”, gestisco finalmente da
sola la mia vita!!
Le lunghe notti insonni, in cui mi sembrava di impazzire, sono diventate
addirittura ore in cui ho ricominciato a sognare!
Dedico molto tempo alle cose che mi piace fare o pensare e ho eliminato
definitivamente le situazioni e le persone che mi davano malessere.
Le alterazioni comportamentali sono adesso divenute solo forti emozioni
con cui convivo consapevolmente e di cui gestisco anche i momenti “da
panico”!!
Ma….la cura migliore che mi sono fatta è stata “difendermi dai medici
e dalle medicine “.

Il soggetto bipolare, per mia teoria, è un individuo che non vive la
vita per come dovrebbe. È una persona fondamentalmente geniale che
reprime nella propria mente i suoi pensieri fino a provare una grossa
situazione di disagio nei confronti di una società inadeguata che
difficilmente ti consente di esssere. Cervelli poco impegnati che vagano
nel nulla e in una vita che ci fa ammalare, imponendoci il suo ciclo, mentre
noi abbiamo voglia di esistere e di essere anche al “centro”, motivo per
il quale ricorriamo a questi malesseri o addirittura al suicidio,
massima espressione….per far parlare di se!
Oggi il mio disturbo più che bipolare è bip…abaluba(!), smanie e
manie che applico solo in maniera positiva nella vita di tutti i giorni,
ho trovato mille modi per farmi notare e il grande successo è arrivato
proprio quando ho dimostrato a me stessa e agli altri di essere una
persona “speciale”
Per aver detto BASTA!! ora…tutti parlano!!!
Sfruttiamo la fortuna e la dote che abbiamo per realizzare cose
“geniali” anche per gli altri, non sediamo la nostra voglia di essere e
di apparire!!
Mi scuso con le categorie che curano questa patologia, per aver invitato
tutti i bipolari a riflettere su quello che ho scritto, ma non ve la
prendete più di tanto, infondo per voi anche questa è una manifestazione
di squilibrio mentale….ed io rimango per _*Voi*_ sempre una pazza!!
tanti tanti baci
Asia

 

Ciao, complimenti per avercela fatta. Meriti tutta la mia stima. Sono Giusy, bipolare da qualche mese diagnosticata.
Ho conosciuto l’inferno che hai descritto da due anni in seguito ad una gravissima psicosi. Ho creduto anch’io di farcela, sono
rimasta per ben 5 mesi senza farmaci interrotti su mia insistenza e sotto il controllo vigile del mio psichiatra. Che dirti? dopo
5 mesi la ricaduta. Minima in quanto tamponata all’istante, ma devastante. Da li’ la mia retrogressione. Ho iniziato da allora il litio.
Vorrei sapere da quanto non prendi i farmaci? Un abbraccio grande ed ancora complimenti. 
Giusy

 

Cara Asia, scusami tanto se continuo a “mettere il becco “tra di VOI…….ma una cosa mi SCAPPA proprio di dire….E’ vero ,non c’è ereditarietà ,ma c’è familiarità.Se hai trovato dei siti che negano questo fatto ,che dirti ….non sono informati…..e questo è….grave!
ciao a tuttiiiiiii
Nora
(grassetto di chiara)

 

Cara Asia, la mia opinione personale nasce da un altro tipo di riflessione
Nella maggior parte delle ricerche sul bipolarismo si tende ad affermare che sia una conseguenza di uno squilibrio chimico di alcune parti del cervello o un danneggiamento delle funzionalità dei connettori intercellulari. Come ha sottolineato Nora, una causa da non sottovalutare è la Familiarità. Queste cause servono a spiegare gli effetti: dire che “tolto” l’evento scatenante si risolve il tutto…, ne passa di acqua sotto i ponti!
Alon

 

E’ ovvio che è difficile accettare, ma se il giusto dosaggio di un farmaco mi aiuta a gestire una disfunzione da curare e di ritornare a vivere, perché dovrei negarmi questa possibilità?
Mi son dovuta difendere dai “medici e dalle medicine” per anni, erano quelli sbagliati e può essere che siano stati la causa scatenante del mio diventare bipo. A tal proposito, mi auguro che l’approccio con la malattia mentale possa qualitativamente cambiare e che il mio vissuto rimanga solo un racconto del passato.
Oggi, con il giusto dosaggio stabilizzatore ritrovo la forza ed il coraggio del giusto equilibrio, non quello della fase high o down dei neurotrasmettitori bensì quello maturato nel passare dei giorni e dei pensieri avendo imparato a sapermi gestire e conoscere meglio. CIAOOOOOOO
Marilena

(sottolineatura chiara)

 

nota di chiara 3.: in queste due ultime lettere, mi sono permessa di sottolineare in corsivo altre forme di preconcetti che non riguardano tanto la malattia mentale, quanto l’ignoranza della società, la vita della maggioranza della gente vista qui – a partire da una vissuta condizione di vita- da uno spioncino. Sempre a mio parere, s’intende. Il risultato è una specie di comicità che, a me, però, fa male.

 

Ciao a tutte (mi sembra siamo quasi tutte donne!), sono d’accordo solo in parte con te Asia. E’ vero scriviamo tutti gran pensieri, lettere intimiste e non dimentichiamo gli accenti… forse tutti abbiamo studiato, come dici tu, ma non credo che il nostro male sia figlio delle emicranie delle nobildonne dell’ottocento. Osserverei che siamo su internet: bisogna saper usare un computer, magari il “poveretto” che descrivi non lo sa usare! Siamo su un sito rivolto ai bipolari:
1. Bisogna saper di esserlo
2. Bisogna aver preso coscienza del disturbo
3. Bisogna navigare per documentarsi…
dopo tutte queste condizioni forse è facile ritrovarsi una “elite”
Io mi ritengo fortunata di poter parlare del mio disturbo, tanta gente soffre e non sa neanche che cosa ha… e poi… e poi ci sono i pazzi, quelli che stavano in manicomio, i “finti” schizofrenici (poiché è troppo facile condannare una persona con una diagnosi sbagliata)… forse siamo una “élite” (e uso volutamente per la II volta questa brutta parola) solo perché abbiamo avuto la fortuna di prendere coscienza dei nostri limiti, dei limiti della nostra anima… purtroppo non credo che il “poveretto” che si suda la pagnotta (non che a me caschi direttamente dal cielo!) sia più felice di altri.
Forse se si ammalasse non gli diagnosticherebbero correttamente la malattia, forse la moglie lo lascerebbe per egoismo e perché non vuole stare con un “pazzo”, lui magari sarebbe totalmente dipendente dai medici e non si spingerebbe neanche a documentarsi da solo… forse…
L’unica cosa su cui di do pienamente ragione è che il vero successo è VIVERE!
Bea

 

Ciao sono Asia, ho trovato la “MIA” conclusione!
mi sono bastati solo 3 giorni in cui visitando 5 siti e confrontando i pareri di tutti ho capito che una cosa che ci accomuna è sicuramente la sofferenza.
….
leggo che i fattori ereditari sono ben rari mentre quelli scatenanti sono riferiti all’ambiente, alla società, quindi alla vita, e quindi al benessere.
ho letto e riletto i vostri post, e ho notato, che tutti vi esprimete in maniera chiara lineare e corretta, suppongo che siamo tutte persone che hanno studiato. c’è qualcuno che racconta dei propri titoli, dei propri o presunti successi, e c’è chi parla di viaggiare o trasferirsi altrove per alleviare il male.

Ragazzi miei……allora è vero ke ai “poveretti” è rimasta la tubercolosi….e noi, come qualcuno ci definisce borghesi ci siamo ammalati x rincorrere sempre qualcosa.;:!w….
ho sentito raramente, di un padre che nn sa come sfamare i figli, ammalarsi del male…”del secolo”…quello provocato dallo sviluppo tecnologico….SENZA CONTENUTI!
questo è tutto questo è quanto……,potete quindi spiegarmi a cosa servono i supporti farmacologici—ricordo dannosi—-se prima non proviamo a modificare la nostra vita, ad acquisire quei grandi enormi valori, che quel “poveretto”(—>come categoria, non ad un singolo specifico)
ogni sera porta ai suoi figli insieme al pane !(questi sono….I CONTENUTI)

cerchiamo di crescere, sfruttiamo la nostra potenzialità, vivere bene vuol dire essere già “ARRIVATI”.
con o senza farmaci MOTIVIAMOCI ED EMOTIVIAMOCI!
questa non è una provocazione…..è una sfida!
anché soffermarci su come chiamare il nostro”……………” perché non ci soffermiamo su come poterlo eliminare?

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12 risposte a 8 gennaio 2013 ore 05:36 TESTIMONIANZE DI PERSONE BIPOLARI da http://ibipolari.iobloggo.com/cat/asia/355266, un blog interessante^^^, CON BEN TRE NOTE DI CHIARA!

  1. Nick scrive:

    Buongiorno a tutti!
    Provato dall’ennesimo dramma causato dagli psicofarmaci passo a dare la mia testimonianza,magari qualcuno troverà una soluzione a una vita infernale e spesso in caduta libera verso il baratro grazie a antidepressivi e antipsicotici.
    Dai 15 ai 20 anni sono stato trattato da bipolare,con periodi più o meno bui.
    A 21 un incontro ha segnato la svolta della mia vita e del mio stato di salute,riportandomi alla gioia e a un’immensa serenità.
    Questa persona è una insegnante-master di thetahealing: in tre sedute ho risolto tutti i miei problemi e disturbi,che non sono più tornati!!!
    Ora,dopo un po’ di anni,la “malattia” mentale e l inferno rimangono un ricordo…
    Un caro saluto e un augurio di buona vita a tutti voi.

  2. Mabiem scrive:

    Sarebbe stato consono alla netiquette del web citare la fonte di queste testimonianze:
    http://ibipolari.iobloggo.com/ (9 maggio 2006)

    • Chiara Salvini scrive:

      Mi scuso dello sgarbo, in generale non è mia abitudine, ma mi è servito per riguardare il vostro blog e ne sono rimasta entusiasta perché è veramente ben fatto e utile. Spero di aver rimediato, credo comunque che tornerò a citarvi e vi metterò più in risalto che posso, grazie chiara

      • Jonathan scrive:

        Vorrei conoscere qualcuno con cui avere un confronto riguardo la patologia,bipolare ho 31 anni mi trovate anche su facebook come jonathan jonny iannarelli vorrei solo conoscere una persona con cui affrontare tematiche riguardante questa patologia tutto qua

        • Chiara Salvini scrive:

          CARO JONATHAN, se vuoi qui la puoi formare tu una chat tra persone bipolari, immagino che tu voglia parlare con dei ragazzi più o meno della tua età, io, chiara, sono una persona con una lunga esperienza di malattia bipolare, ma purtroppo a luglio ho 74 anni, non si può proprio dire una ragazza…” vuoto, freddo, privo di anima ” sembra essere di una persona depressa… poi accenni al lavoro, che è la spina dorsale di una persona che sta bene, non fai nessuna cura? chi ti ha fatto la diagnosi? Una persona bipolare, come sai certamente, è una persona che passa abbastanza rapidamente dalle stelle alle stalle, va su e giù, e in questo saliscendi consuma molta energia nervosa…sei anche tu così? una chat che conosco, ma che non frequento è questa:

      • Jonathan scrive:

        Io sto’ da schifo in questa fase mi sento vuoto freddo,privo di anima nn esiste una chat oh qualcosa del genere dove poter parlare meglio raga???? Io mi trovo in toscana certaldo firenze

  3. laura scrive:

    io leggo e cari miei vi dico che sinceramente mi sono scoperta bipolare travagliati, pazzeschi anni..alternati da periodi in cui parlavo con Dio e con Satana a distanza di 15 secondi dall uno all altro pensiero.. sono scappata finche ho potuto dai farmaci.. e alla fine mi sono ritrovata quasi a supplicare di darmeli.. sono poi arrivata alla consapevolezza .. ma ancora vivo tra una cosa e l atra senza sapere dove andare veramente..senza sapere ancora oggi dove sono esattamente… la fate facile… ma penso che per ogniuno sia diverso.. e se fosse cosi semplice avrei gia abbandonato i farmaci e la vita che mi si e cucita addosso e che e sempre troppo stretta da portare.. nonostante io sia consapevole .. nulla cambia.. tantomeno io. . sono passati nove anni..e non so ancora quanti ne dovranno passare perche io possa dire di essere guarita.. riesco a malapena a conviverci.. ma quando sto male.. ragazzi.. non potete sapere.. quanto io stia male..forse siete stati lievemente attaccati da questo mostro..buon per voi.. tanti saluti

    • Chiara Salvini scrive:

      Cara Laura, penso di poter credere al tuo dolore, che è più simile all’angoscia e al panico, alla disperazione, perché mi sono curata per oltre trent’anni e, anche oggi, che si può dire che sono “ufficialmente guarita”, prendo dei farmaci e mi controllo con uno psichiatra. La prima crisi, con ricovero di tre mesi, l’ho avuta a 32 anni e oggi ne ho 72. Cosa ho potuto fare nella mia vita? ” Curarmi “. Anche se sono nonna di un bimbo di 5 anni. Ma dal punto professionale, non ho potuto fare quasi niente. Per mia fortuna, essendo stata, diciamo ” malaticcia” fin da piccola, mi sono abituata molto presto a prendere dei farmaci, evitandomi così il famoso pregiudizio di chi rifiuta i farmaci come la peste perché vuole farcela da sola. ” Da solo”, uno ce la fa sempre perché, per quanti aiuti ti possano fornire, chi deve ” stringere il culo”, è solo colui che soffre. “O lotti tu, o nessuno può farlo al tuo posto: sei solo ad affrontare questa enorme tragedia che ti è capitata”. Poi, come dici tu, ognuno è “un caso” unico. Sei già fortunato se hai un ambiente ” non ostile” che, magari, cerca di venirti incontro e ti paga le cure perché dubito, se stai come mi dici, che tu possa lavorare. Nella lettera parli solo di farmaci e non di un aiuto terapeutico di tipo psicologico. Ho avuto la fortuna di avere dei genitori che mi hanno potuto pagare sia un aiuto che l’altro; ritengo oggi, anche seguendo l’evoluzione delle cura di questa malattia (mi sono formata essenzialmente su me stessa, ma sono terapeuta psicoanalista), che sia molto più difficile abbassare la sofferenza, che può arrivare ad essere insopportabile, senza un doppio aiuto. Io, insieme allo psichiatra, ho fatto quasi trent’anni di terapia psicoanalitica, ma quello che hanno verificato come la più utile è la terapia cognitivista. Certo devi fare molta attenzione in che mani ti metti perché, in questo campo, ci sono molti incoscienti (per non dire altro). Sto pensando di pubblicare la tua lettera, e la mia risposta, come articolo perché dai un’idea molto chiara di come vivi questa malattia e chissà che tu non possa- leggendoti- offrire una compagnia – e quissà, un po’ di speranza -ad un altro essere così sofferente, ciao ” ti voglio bene”, chiara

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