18 febbraio 2013 ore 07:16 SE AMATE LA POESIA CIOE’ LA VITA, VI CONSIGLIO QUESTO LINK PER ACCEDERE AD UN BELLISSIMO BLOG DEDICATO ALLA POETESSA SUICIDA SILVIA PLATH

 

non ho come copiare il link…dovete riportarlo su Google o altro motore di ricerca

http://www.sylviaplath.altervista.org/index.html

 

 

Benvenuti

Il primo sito in italiano dedicato a Sylvia Plath, in linea dal 19 novembre 2006.

Benvenuti in queste pagine dedicate alla poetessa americana Sylvia Plath (Boston 1932 – Londra 1963). Il presente non vuole essere un sito completo ed esauriente su Sylvia Plath (anche se aspira ad esserlo col tempo), ma un piccolo portale, tutto in italiano, dedicato alla Poetessa di Boston. Sono presenti molti link esterni (in italiano e non). Ogni commento, critica o suggerimento, è, naturalmente, ben accetto.

Introduzione

Riporto qui sotto un breve presentazione che avevo scritto, tempo fa, su Sylvia Plath.
Ho in mano la raccolta dei Diari di Sylvia Plath (editi dall’Adelphi): una copertina rossa con al centro una bella foto della Plath con la testa china che batte a macchina… guardo la foto da diverse angolazioni, e mi domando: chi era questa donna?
In verità non lo so, e penso che nessuno mai potrà dire chi era questa straordinaria scrittire, che si fece travolgere dal male di vivere (di montaliana memoria), e si suicidò a soli 31 anni. Una bella donna, una famiglia non ricca, ma borghese, senza particolari problemi…eppure si arrese, decise ad un certo momento di non lottare più, e con un gesto crudo aprì il gas ed infilò la testa nel forno ed arrivò un sonno mortale…
E famosa per alcune opere; a parte le splendide poesie, scrisse anche un romanzo (La campana di vetro: violentemente autobiografico), qualche racconto ed una manciata di ottimi saggi.
Apro i suoi diari, lo sguardo corre veloce sulle pagine, e mi fermo a pagina 115, mi colpisce una frase, quasi un grido disperato:

“Pensa. Ne sei capace. Sopratutto non devi fuggire nel sonno-dimenticare i dettagli – ignorare i problemi – costruire barriere fra te e il mondo e le allegre ragazze brillanti – ti prego, pensa, svegliati. Credi in qualche forza benefica al di fuori del tuo io limitato. Signore, signore, signore: dove sei? Ti voglio, ho bisogno di te: di credere in te e nell’amore e nell’umanità…”

Quando scrisse queste frasi aveva 22 anni.
Sylvia, amica mia… la vita continua e tutto viene dimenticato, sommerso dalle parole, dalle azioni, dal vento freddo e ostile che a volte spira contro di noi.
Ha una mano decisa, la sua scrittura è sicura, forte, capace di suscitare subito reazioni nel lettore, così come solo la Parola vera sa fare. Pochissimi fronzoli, nessuna passione violenta, ma una scrittura, oso dire, sanguignia, pesata e, sopratutto, irruente, quasi che avesse il terrore della pagina bianca e che subito dovesse riempirla con se stessa, fino a perdersi nelle sue stesse parole.
Le sue poesie non sono da meno. Consiglio a tutti di leggere la profonda, e assai drammatica, poesia “Lady Lazarus”: parole forti, ritmiche, quasi amare. Il continuo parlare di morte della Plath può forse ingannare il lettore superficiale; spesso dietro al tanto, troppo, parlare di morte, vi può essere un disperato bisogno di vivere. Non so se Sylvia amava la vita, ma non posso non pensarlo guardando una sua splendida foto di lei al mare (la trovate nelle IMMAGINI, estate 1954): che bel sorriso che avevi, luminoso e forte.
Riprendo in mano i Diari, apro la prima pagina, luglio 1950:

“Forse non sarò mai felice…ma stasera sono contenta. Mi basta la casa vuota, un caldo, vago senso di stanchezza fisica per aver lavorato tutto il giorno al sole a piantare fragole rampicanti, un bicchiere di latte freddo zuccherato, una ciotola di mirtilli affogati nella panna (…) in momenti come questi sarei una stupida a chiedere di più.”

A cosa pensavi (questo pensiero mi tormenta) quando infilasti la testa nel forno? Sylvia, i tuoi figli erano al secondo piano che dormivano e anche tu ti preparavi a dormire… piantare le fragole non ti bastava più. Peccato, un vero peccato. Dormi serena ora, tanto il tempo si è finalmente fermato.

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