24 marzo 2013 ore 19:01 ENRICO ROSSI, PRESIDENTE DELLA REGIONE TOSCANA E STEFANO FASSINA CONTRO “UN GOVERNO DI SCOPO” PD-PDL—CHIARA: “COME FAREBBERO AD INTENDERSI, A PARTE TUTTO, ANCHE SOLO SULLA LEGGE ELETTORALE DIETRO LA QUALE C’E’ UNA PRECISA IDEA DI STATO?”

Graziano Delrio - Reggio nell Emilia, Italy

GRAZIANO DELRIO

Sindaco di Reggio Emilia e Presidente ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani   (RENZI)

—RILASCIA OGGI UN’INTERVISTA A REPUBBLICA IN CUI PROPONE UN GOVERNO DI SCOPO PD-PDL—

 


Enrico Rossi: “Una maggioranza col Pdl
sarebbe la fine per il Pd”

Il governatore toscano su facebook: “La strana maggioranza con il Pdl l’abbiamo pagata cara. Dobbiamo sostenere Bersani”

Rossi: "Una maggioranza col Pdl sarebbe la fine per il Pd"

“La strana maggioranza con il Pdl l’abbiamo pagata cara. Rifarla, significherebbe condannare il Pd alla propria fine”:  così in un post su facebook il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi esprime il suo dissenso sull’ipotesi tracciata dal presidente dell’Anci Domenico Delrio (INTERVISTA SU REPUBBLICA DI OGGI).

 
“Tutto il Pd deve sostenere Bersani. Anche nel Pd non mancano coloro che pensano al dopo Bersani e, come Delrio si dichiarano pronti ad un governo di scopo con il Pdl, magari a guida non politica. Io non sono d’accordo”.

“Una scelta così chiaramente suicida – spiega Rossi – non può che basarsi su una strategia alternativa, i cui elementi, più o meno esplicitati, paiono questi: dopo il governo di scopo andiamo alle elezioni e con Renzi candidato noi sbaragliamo, proprio perché oltre il Pd e anche gli altri partiti. A me sembra un azzardo insostenibile, un’illusione ad alto rischio di fallimento perché non tiene conto della questione sociale, della protesta che cova in ogni parte del paese. Pd e Pdl insieme è ciò che auspica Grillo, perché così per il M5S si aprirebbero praterie dove raccogliere consensi a man bassa. Bersani – dice Rossi – deve tenere duro sul governo politico e di cambiamento. Non c’è una soluzione subordinata”.

(24 marzo 2013)© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

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Pd, Fassina vs Delrio: “Indebolire Bersani vuol dire avvicinare le elezioni”

Sale la tensione nel partito democratico. Il responsabile economico contro il sindaco di Reggio Emilia che in una intervista a Repubblica aveva avallato un “governo di scopo con il Pdl”

 

Pd, Fassina vs Delrio: “Indebolire Bersani vuol dire avvicinare le elezioni”

“E’ grave che, in ore decisive per la costruzione di un Governo, una parte del Pd intervenga per indebolire il tentativo del Presidente incaricato Bersani prospettando una possibile maggioranza con il PdL per un ‘Governo del Presidente’”. Lo scrive Stefano Fassina, in un intervento su Facebook, in cui sostiene che “Indebolire il tentativo di Bersani vuol dire avvicinare le elezioni”.

Parole che  sembrano (sottol. chiara) una risposta all’intervista del renziano Graziano Delrio su Repubblica. Il responsabile economico dei democratici fa emergere con le sue parole la tensione che sta montando nel partito in vista della direzione di domani. Il segretario l’ha convocata d’urgenza ieri per farsi blindare la linea dopo aver ricevuto il pre-incarico da Giorgio Napolitano. Secondo due direttrici fondamentali: sì a un governo di “cambiamento”, composto di tecnici e personalità della società civile, che a questo punto non nasce su un accordo privilegiato con l’M5S, ma sia sostenuto da qualche via libera implicito (dalla Lega e da Gal, soprattutto) e insieme sì alle riforme costituzionali da fare anche con il Pdl (in cambio magari di una “non belligeranza”); e nello stesso tempo, no a un governo di larghe intese insieme al Pdl, se il suo tentativo dovesse fallire.

Una strada, quest’ultima, che molti nel Pd sono pronti a perseguire. Fassina esplicita la linea del segretario, che come alternativa al suo schema vede solo il voto: “I cittadini italiani alle elezioni hanno chiesto inequivocabilmente cambiamento, sia sul terreno dell’etica pubblica sia sul terreno della politica economica. Un partito guidato da chi per venti anni ha praticato un uso proprietario e personalistico delle istituzioni e delle risorse pubbliche e ha portato l’Italia sull’orlo del baratro non può essere interlocutore di un governo di cambiamento. Oggi, senso di responsabilità vuol dire cambiamento”. E dunque, “qualunque compagine governativa, in qualunque forma presentata, sarebbe impossibilitata dal sostegno del Pdl a realizzare il cambiamento. Non sarebbe tanto un problema del Pd. Sarebbe un danno enorme per la residua credibilità delle istituzioni democratiche perché non si riuscirebbero a affrontare le emergenze politiche e economiche. Gli obiettivi di parte, di una parte del Pd, almeno in una fase cosi delicata, non dovrebbero essere anteposti all’interesse del Paese. Indebolire il tentativo di Bersani – conclude il responsabile economico del Pd – vuol dire avvicinare le elezioni”.

Se qualcuno aveva dei dubbi sui primi destinatari delle accuse di Fassina, basta la replica a rivelarli. Che infatti arriva da Simona Bonafè, neoparlamentare Pd, tra le più vicine a Renzi: “Non so a chi si riferisca Fassina.La strada che ha intrapreso Bersani è in salita e lo sapevamo anche prima del mandato esplorativo. E’ difficile, ma legittimo il tentativo di Bersani e speriamo vivamente che vada a buon fine. Prima è, meglio è per il Paese”. Fin qui il fairplay secondo lo stile scelto dal sindaco di Firenze in queste settimane. Ma poi l’avvertimento, quello vero: “Io qualche perplessità ce l’ho e se il tentativo di Bersani dovesse fallire allora tutto si rimanderebbe a Napolitano”. Che poi chiarisce: “Se tornare alle elezioni lo deciderà il Presidente della Repubblica, ma dobbiamo usciere dallo stallo il più presto possibile. Io non sono pregiudizialmente ostile”.

 

 

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