27 aprile 2013 ore 10:01 BEPPE SEVERGNINI IL CONTATTO CON LA REALTA’

“IL CONTATTO CON LA REALTÀ” di BEPPE SEVERGNINI dal Corriere della Sera del 26 aprile 2013

Pubblicato il 26 aprile 20132 commenti

Omissioni, guasti, irresponsabilità, lentezze, esitazioni, calcoli strumentali, tatticismi, sperimentalismi, sterilità, autoindulgenza, nulla di fatto, corruzione, sordità e dispute banali. Sono le precise parole usate da Giorgio Napolitano per definire l’operato della classe politica, nell’ordine in cui sono state pronunciate.
Davanti a lui, i parlamentari applaudivano freneticamente. Delle due l’una: o avevano capito, e si concedevano un applauso liberatorio; oppure non avevano capito, e si esibivano in un applauso di circostanza.
Esiste, a dire il vero, una terza possibilità: che avessero capito, e abbiano già dimenticato. L’incarico a Enrico Letta non ha ancora 48 ore, e già si sentono i soliti commenti bellicosi, le consuete dichiarazioni stentoree, i proclami con le condizioni irrinunciabili per aderire a un governo che — lo sappiamo — non ha alternative. A sinistra e a destra, molti sono intenti a piantare paletti, come in un film di vampiri.
La pazienza degli italiani è antica, e la nostra saggezza è spesso preterintenzionale. Ma la pazienza, prima o poi, finisce; e la saggezza rischia di diventare rassegnazione. In febbraio, il voto massiccio al Movimento 5 Stelle è stato un urlo, un monito e una richiesta di aiuto. Molti elettori capivano che una moderna democrazia non può affidarsi alle idee, ai metodi e al personale politico messo in campo da Beppe Grillo. Eppure lo hanno votato. Ma quando una democrazia è costretta a scegliere l’incompetenza come antidoto all’inefficienza è messa male. Molto male.
Questa è l’ultima spiaggia della Penisola: più in là c’è solo il mare in tempesta. Il voto — in queste condizioni sociali ed economiche, con questa legge elettorale — è un azzardo pericoloso. Ci sono molte cose da fare molto in fretta: la storia non aspetta i dibattiti ideologici sul come tagliare le tasse. Lavoro per i più giovani, cassa integrazione, crediti per le imprese, l’Iva che il 1° luglio — in assenza d’iniziative — salirà d’un punto, affossando definitivamente i consumi. Sono cose che sappiamo tutti, eletti ed elettori. Quindi, avanti: si cambia.
I saggi nominati dal presidente Napolitano si sono rivelati concreti. In poco tempo hanno prodotto poche pagine di buone idee: nel Paese pleonastico, una piccola rivoluzione. Se siamo tutti d’accordo, cosa ci vuole per sostituire questo Senato-fotocopia con un Senato delle Regioni, più utile e agile? Per ridurre e regolare il finanziamento pubblico ai partiti? Per abolire le inutili Province? Sono riforme sostanziali, simboliche e salutari. L’Italia ha voglia di novità. È primavera: bisogna cambiare aria nelle stanze del cervello.
Capiranno, i partiti, che hanno un’opportunità e nessuna alternativa? Il recente passato induce alla cautela. La grottesca irriconoscenza verso Mario Monti — che ha sbagliato a candidarsi, ma era stato chiamato al governo d’urgenza, come un medico al pronto soccorso — s’è mescolata infatti con una furbesca amnesia (chi aveva ridotto l’Italia così, se non l’inefficienza dei partiti e dell’amministrazione?). Ora hanno l’opportunità di giudicare e decidere: non la sprechino.
Enrico Letta è un uomo competente, calmo e relativamente giovane. Le prime due qualità gli serviranno per navigare; la terza caratteristica è stata valutata con favore dall’Europa, che non può smettere di guardarci. Ma non vuole vedere un altro film di vampiri. Roba vecchia: e non c’è mai il lieto fine.
@beppesevergnini

“IL CONTATTO CON LA REALTÀ” di BEPPE SEVERGNINI dal Corriere della Sera del 26 aprile 2013

 

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