21 MAGGIO 2013 ORE 07:36 HARVEY MILK (1930-1978)—UN EROE DEI NOSTRI GIORNI

Harvey Milk

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
Harvey Bernard Milk
Milk at Moscone desk cropped.jpg 

 


Consigliere comunale di San Francisco
Durata mandato 1977 – 27 novembre 1978
Predecessore distretto creato

Dati generali
Partito politico Partito democratico
Tendenza politica progressista
« Se una pallottola dovesse entrarmi nel cervello, possa questa infrangere le porte di repressione dietro le quali si nascondono i gay nel Paese »
(Harvey Milk)

Harvey Bernard Milk (Woodmere22 maggio 1930 – San Francisco27 novembre 1978) è stato un politico statunitense, militante del movimento di liberazione omosessuale. Fu il primo componente delle istituzioni statunitensi apertamente gay[1].

Fu assassinato insieme al sindaco di San FranciscoGeorge Moscone nel 1978 dall’ex consigliere comunale Dan White[2]. Nel2009 il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha conferito alla memoria di Milk la massima decorazione degli Stati Uniti, laPresidential Medal of Freedom, per il suo contributo al movimento per i diritti dei gay[3].

Biografia

 

Harvey Milk davanti al suo negozio di fotografia a Castro nel 1973, durante la prima campagna elettorale.

Harvey Bernard Milk nacque a Woodmere, Long Island, New York in una famiglia ebraica di origini lituane. Si laureò in matematica all’Albany State College nel 1951 e si arruolò nella marina statunitense; fu congedato con onore, sebbene in seguito egli avesse rivelato agli elettori di essere stato vittima di una delle molte “purghe” di omosessuali nelle forze armate.

Come molte altre persone omosessuali di quel periodo, Milk si trasferì a San Francisco nel 1972, dove si stabilì con il suo compagno Scott Smith e aprì un negozio di fotografia nel quartiere gay di Castro, che divenne un luogo di ritrovo del gruppo che lo avrebbe poi sostenuto nelle elezioni.

Emerse ben presto come un leader della comunità gay, fondando la “Castro Valley Association” dei commercianti locali, e fungendo da rappresentante per gli interessi del quartiere nelle relazioni con il governo cittadino.

A dispetto di un clima ostile a livello nazionale agli omosessuali, si candidò tre volte (senza successo) a cariche elettive. Emerse così come portavoce della vasta comunità gay di San Francisco, venendo per questo soprannominato “sindaco di Castro Street”.

Fu eletto supervisor (cioè consigliere comunale) nel 1977, risultando così il primo rappresentante eletto di una delle maggiori città degli Stati Uniti ad essere apertamente gay.

In undici mesi da supervisor, si batté in difesa di una legge per i diritti dei gay per la Città. Fu decisivo nel rigetto della Proposition 6, supportata dal senatore dello stato Briggs, che avrebbe permesso il licenziamento degli insegnanti dichiaratamente gay in base alla loro identità sessuale. Milk dibatté pubblicamente con Briggs sull’argomento, rivelando arguzia e personalità di fronte alla nazione. Nel novembre 1978 la Proposition 6 fu fermamente rigettata dai californiani[1].

L’assassinio

Harvey Milk venne assassinato il 27 novembre 1978 all’interno del Municipio, assieme al sindaco George Moscone, dall’ex consigliere comunale Dan White. White aveva rassegnato le dimissioni pochi giorni prima, a seguito dell’entrata in vigore di una proposta di legge sui diritti dei gay, cui si era opposto.

White sperava di essere riconfermato dal sindaco Moscone, che inizialmente aveva considerato l’idea. Le pressioni della componente più liberale della città spinsero il sindaco a non riconfermare White. White entrò in municipio attraverso una finestra aperta del seminterrato, per evitare di essere scoperto con la pistola e con i 10 caricatori che aveva in tasca. Dopo essersi fatto strada fino all’ufficio del Sindaco, incontrò Moscone e cercò di convincerlo a riconfermarlo. Non riuscendoci gli sparò ripetutamente. White ricaricò l’arma e si aprì la strada fino alla parte opposta dell’edificio, dove incontrò Milk e gli sparò al petto. Milk collassò a terra privo di sensi. White negò la premeditazione[4].

Un corteo spontaneo a lume di candela per la memoria di Milk e Moscone attirò migliaia di persone, decorato con bandiere arcobaleno.

Milk, consapevole del rischio che correva, aveva registrato numerose audiocassette da ascoltare in tale evenienza.

La sentenza

 

La targa commemorativa apposta sul marciapiede davanti al negozio di Harvey Milk a Castro.

White fu riconosciuto colpevole di omicidio volontario (imputazione meno grave dell’omicidio premeditato di cui era stato accusato), con l’attenuante della seminfermità mentale, e condannato a sette anni e otto mesi di prigione: una sentenza da più parti ritenuta troppo lieve e motivata dall’omofobia.

Gli avvocati difensori avevano infatti impedito a chiunque fosse favorevole ai diritti dei gay di far parte della giuria. Avevano inoltre chiamato uno psicologo per dimostrare la depressione di White. Lo psicologo a questo scopo argomentò che il consumo di “cibo spazzatura” (quello dei fast-food) da parte dell’imputato era insolito per una persona molto attenta alla forma fisica, ed era quindi un sintomo della sua condizione di abbattimento.

Ciò portò al diffondersi della voce, errata, secondo cui White sarebbe stato giudicato non completamente capace di intendere e di volerecome conseguenza del consumo di “cibo spazzatura” in quanto tale. (Al seguito del diffondersi di tale voce, la tattica di sostenere la diminuita responsabilità dell’imputato a causa dell’ingerimento delle sostanze più varie, dalle vitamine al caffè, ha preso, proprio da questo caso, il nome di Twinkie defense).

Dopo la sentenza, la comunità gay si scatenò, inferocita, nelle sommosse notturne contro White dette White Night Riots, in cui più di 160 persone finirono in ospedale.

Dopo la scarcerazione nel 1984, White scontò un anno di libertà vigilata, i primi mesi del quale furono trascorsi nascondendosi a Los Angeles. Ritornò poi a San Francisco, contro l’auspicio pubblico del sindaco Dianne Feinstein, e in questa città si suicidò nel 1985 nel garage della casa di sua moglie, asfissiandosi coi gas di scarico.

Impatto culturale

 

Locale sulla Castro Street che porta il suo nome

 

Il Presidente Barack Obama consegna a Stuart Milk, nipote di Harvey Milk, la Presidential Medal of Freedom

Nella cultura popolare

Milk è oggi ritenuto un martire della comunità gay e del movimento di liberazione omosessuale.

  • Molte istituzioni della collettività gay statunitense sono intitolate a Milk (tra queste l’Harvey Milk Institute e l’Harvey Milk Lesbian, Gay, Bisexual and Transgender Democratic Club di San Francisco)
  • Portano il suo nome alcune scuole a favore dei gay, come la Harvey Milk School di New York.
  • Un ristorante, presso l’Università di Warwick è stato chiamato “Harvey’s”.
  • L’assemblea degli studenti dell’Università di Leeds ha chiamato un locale notturno “Harvey Milk Bar”.
  • Il 25 febbraio 2011 il consiglio comunale della città di Pescara ha approvato con una larga maggioranza la proposta, presentata il 17 maggio 2010 (Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia), di intitolare una via cittadina ad Harvey Milk.

Nella musica

Alcuni brani musicali sono incentrati su questo personaggio:

  • Il testo dei Blue Gene Tyranny Harvey Milk (Portrait) del 1978 è un brano per nastro magnetico che rielabora la registrazione di un discorso tenuto da Milk nel 1978.
  • Negli anni 80 il gruppo hardcore punk dei Dead Kennedys riscrisse in senso ironico e sarcastico il testo della canzone “I Fought The Law”, originariamente del Bobby Fuller Four group ma grande successo dei The Clash come cover, il ritornello originale “I fought the law and the law won” (“ho combattuto la legge e la legge ha vinto”). Esso divenne “I fought the law and I won!” cioè -ho combattuto la legge e ho vinto!- riferito a Dan White.

In una strofa si trova “I blew George and Harvey’s brains out with my six-gun” cioè -ho fatto saltare il cervello di George “Moscone” e Harvey “Milk” con la mia pistola-, in un’altra ancora “I’m the new folk hero of the Ku Klux Klan” -sono il nuovo eroe folk del KKK-.

Nel cinema e nel teatro

 

Harvey Milk Plaza a San Francisco

Anche il cinema si è occupato della vicenda di Harvey Milk:

Bibliografia

  • Randy ShiltsThe Mayor of Castro Street1982.
  • Wallace Turner, “San Francisco Mayor is slain; City Supervisor also killed; ex-official gives up to Police”, The New York Times, 28 novembre, 1978.

Onorificenze

Presidential Medal of Freedom - nastrino per uniforme ordinaria Presidential Medal of Freedom
— 2009

Voci correlate

Altri progetti ]

Collegamenti esterni

Note

  1. ^ a b Harvey Milk News – The New York Times
  2. ^ Harvey Milk: primo politico USA ‘openly gay’, assassinato nel 1978 « .bernyblog –>
  3. ^ Background on Medal of Freedom ceremony | The White House
  4. ^ The Dan White (Harvey Milk Murder) Trial (1979): Selected Links & Bibliography
  5. ^ The Mayor of Castro Street: Bryan Singer sospende la sua versione.. URL consultato in data 14-01-2011.

 

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *