12 agosto 2013 ore 19:26 Dall’ ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI (VEDI // impo+++): —QUALCUNO DI VOI VUOL SAPERE QUANTO AVRA’ DA VIVERE ??? ADESSO PARE CHE SI POSSA!

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Ma vale la pena sapere quanto vivremo? – Un laser può dirci quando moriremo vale la pena saperlo?

Corriere della sera
12 Ago 2013
Edoardo Boncinelli  (NOTIZIE SOTTO)

E’ vero che tutti noi vorremmo sapere quando moriremo. Ma è altrettanto vero che sotto sotto nessuno di noi lo vorrebbe davvero. Ora però si potrà applicare al polso un generatore di luce laser che permetterà di saggiare la condizione delle cellule endoteliali, ovvero il serbatoio di tutte le nostre potenziali cellule staminali. Si vedrà. Ma il metodo pare più affidabile di altri. E in fondo sapere in che condizioni è davvero il nostro corpo è una buona cosa. E’ il sogno di sempre di noi umani quello di sapere quando moriremo, anche se poi sotto sotto nessuno vorrebbe be saperlo. Sogno che evidentemente non tramonta, perché di tanto in tanto si legge qualche mirabolante notizia su una nuova possibilità di determinare quel fatidico momento, almeno approssimativamente. Il metodo più famoso per ora è quello del progressivo accorciamento delle estremità dei cromosomi, quei telomeri che si consumano col tempo, e quando non ce n’è più è finita. La misura del loro effettivo accorciamento è un’indicazione necessaria ma non sufficiente per dire quanto tempo ci rimane da vivere: se sono corti è un guaio, ma se sono lunghi non significa niente. Ora si parla di saggiare la condizione delle nostre cellule endoteliali, il serbatoio per così dire di tutte le nostre potenziali cellule staminali. Da lì partono tutte le «spedizioni» di cellule staminali finalizzate a rimpiazzare questa o quella parte usurata del nostro corpo. In sé e per sé queste cellule servono a «pavimentare» tutti i vasi grandi e piccoli del nostro corpo e contribuiscono a dare alle nostre arterie e ai nostri capillari elasticità e prontezza o, al contrario, rigidità e stanchezza. Ma come misurarne lo stato? Semplice, pare.

Si applica al polso di una persona un generatore di blanda luce laser oscillante che si trasmette per tutto il corpo. Questo esercita su tutte le cellule, ma soprattutto sulle epiteliali, un’azione alla quale quelle devono reagire. Si potrà poi con calma saggiare l’effetto del tutto su queste cellule: se l’effetto è blando e transitorio il corpo è ancora abbastanza giovane; altrimenti sta invecchiando. Il concetto è semplice e tutto sommato ragionevole. Gli autori, scienziati dell’Università di Lancaster, vaticinano che in un due o tre anni il metodo sarà perfezionato e assolutamente riproducibile. Non so quanto valga effettivamente la pena di sapere quando moriremo, ma avere un’idea dello stato complessivo del nostro corpo non è male, non fosse altro come indicazione: se puoi, risparmiati (e curati), perché hai abusato del tuo corpo. Oppure no; ma questo non te lo dirà mai nessuno. Come al solito, se son rose fioriranno. Vedremo. Mi pare però che si possa concludere che un metodo del genere pare complessivamente più affidabile di altri e certamente suscettibile di grandi miglioramenti. Perché è all’interno delle singole cellule e delle loro microstrutture che si combatte la lotta fra la vita e la morte.

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Edoardo Boncinelli (Rodi18 maggio 1941) è un genetista italiano.

 

File:Boncinelli.jpg

 

Nato da genitori fiorentini, ha studiato e vissuto a Firenze, laureandosi in fisica presso l’Università di Firenze con una tesi sperimentale di elettronica quantistica (relatore: Giuliano Toraldo di Francia).

Dal 1968 al 1992 svolge continuativamente per più di 20 anni attività di ricerca nel campo della genetica presso l’Istituto internazionale di genetica e biofisica del CNR di Napoli, prima come borsista e poi dal 1971 come ricercatore. Durante il lungo periodo napoletano alterna l’attività di ricerca con quella didattica tenendo diversi corsi universitari presso la facoltà di scienze e la prima facoltà di medicina e chirurgia dell’Università di Napoli “Federico II” (oggi facoltà di Medicina della SUN). Nel 1985, proprio al CNR di Napoli, scopre, insieme ad Antonio Simeone, i geni omeotici nell’uomo, architetti che progettano lo sviluppo dell’organismo.

È stato direttore del laboratorio di biologia molecolare dello sviluppo presso l’Istituto scientifico universitario San Raffaele e direttore di ricerca presso il Centro per lo studio della farmacologia cellulare e molecolare del CNR di Milano. È stato direttore della SISSA (Scuola internazionale superiore di studi avanzati di Trieste).

Nel 2006 vince con il libro L’anima della tecnica nella sezione saggi il quarto Premio letterario Merck Serono, premio dedicato a saggi e romanzi, pubblicati in italiano, che sviluppino un confronto ed un intreccio tra scienza e letteratura, con l’obiettivo di stimolare un interesse per la cultura scientifica rendendo accessibile anche ai meno esperti.

Appassionato grecista, Boncinelli ha pubblicato nel 2008 una raccolta di lirici greci classici (da Mimnermo ad Alcmane, da ArchilocoSaffo): 365 liriche, una per ogni giorno dell’anno.

Nel 2011 il Corriere della Sera, in occasione del 150º anniversario dell’Unità d’Italia, ha incluso le scoperte di Edoardo Boncinelli tra le 10, prodotte dal genio degli scienziati italiani, da ricordare nella storia d’Italia.[1]

Ha insegnato Fondamenti biologici della conoscenza presso la Facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.

 

 

CHIARA:  attualmente mi pare che faccia psicoterapia  (ultime opere sulla mente)

 

 

Opere


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