26 DICEMBRE 2013 ORE 22:43 MILANO UNIVERSITA’ STATALE —UNIVERSITARIO PART-TIME—-TASSE DIMEZZATE PER CHI STUDIA E LAVORA—LO SCONTO SE SI PREVEDONO MENO ESAMI: RAGAZZI E’ UNA PICCOLA (GRANDE) RIVOLUZIONE PER IL DIRITTO ALLO STUDIO! MA ATTENZIONE! NON E’ SOLO MILANO!

da REPUBBLICA  VENERDI’ 20 DICEMBRE
Milano, arriva l’universitario part-time “Tasse dimezzate per chi studia e lavora”
Rivoluzione alla Statale: lo sconto se si prevede di sostenere meno esami
LUCA DE VITO
MILANO — Studenti part-time. Per motivi di lavoro, ma anche per necessità familiari o per problemi economici. Dal prossimo anno, alla Statale di Milano, gli studenti si potranno iscrivere pagando il 50 o il 75 per cento delle tasse universitarie, con l’impegno a sostenere quindi la metà o tre quarti dei crediti formativi previsti in un anno normale. Non uno di più. La novità — approvata dal senato accademico dell’ateneo milanese — è una piccola rivoluzione pensata per andare incontro alle esigenze di studenti obbligati a lavorare per pagarsi gli studi, oppure costretti a proseguire il proprio percorso a singhiozzo per problemi personali o familiari. Un sistema che consentirà quindi a chi si iscrive con questa modalità di non finire fuori corso e di non sentirsi tra i“parcheggiati” in università.
L’iniziativa è stata approvata su proposta degli studenti stessi. «In un momento come questo — ha spiegato Ilaria Villa, rappresentante in senato accademico per la lista Unisì — con le carenze e i tagli al sistema del diritto allo studio, si tratta di un’opportunità in più per chi è in difficoltà economiche. Nel giro di poche ore abbiamo già ricevuto 50 email di studenti entusiasti della novità». Uno degli aspetti più innovativi della proposta votata in Statale (che aspetta solo di definire i dettagli del regolamento in cda) riguarda il fatto che i neo iscritti non dovranno giustificarsi né presentare pezze d’appoggio — tipo un contratto di lavoro — per accedere a questo tipo di agevolazione. Per chi cambierà idea, ci sarà poi la possibilità di modificare il proprio piano di studi, tornando al percorso normale o variando tra il 50 e il 75 per cento di crediti previsti (una volta sola). Se invece in vista della discussione di laurea si vorrà dare un’accelerata, basterà mettersi in regola con il pagamento per l’ultimo anno.
Un vantaggio per i giovani, ma anche per l’ateneo del rettore Gianluca Vago. Il problema di chi, per un motivo o per l’altro, non riesce a stare al passo dei canonici ritmi di studio, non riguarda solo gli studenti ma anche le università stesse. La valutazione delle attività formativeda parte dell’Anvur, infatti, va a penalizzare proprio quegli atenei che hanno un numero elevato di fuori corso (nell’università milanese sono più di 16 mila). «È una novità molto positiva per tutta la Statale — ha aggiunto Stefano Simonetta, delegato del rettore per il rapporto con gli studenti — che in questo modo riesce a ridurre il numero dei fuori corso. Ma è soprattutto un modo per cercare di rendere la vita più facile a chi ha difficoltà in un periodo come questo».
Quello di Milano non è l’unico passo in direzione degli studenti meno agevolati. Negli ultimi anni, con i fondi per il diritto allo studio ridotti al lumicino, le strategie messe in campo dagli atenei per incentivare le nuove iscrizioni e limitare l’emorragia di abbandoni si sono moltiplicate. All’università di Camerino, nelle Marche, il rettore ha deciso di non far pagare le tasse agli studenti che hanno mamma o papà (o entrambi) in cassa integrazione, in mobilità oppure rimasti disoccupati nell’ultimo anno. Idea simile hanno avuto all’università di Foggia, dove i “figli della crisi” ricevono agevolazioni economiche se sono meritevoli e in pari con gli studi. E se a Palermo sono arrivati i finanziamenti a tasso zero, a Roma si cerca di venire incontro a quelle famiglie che devono già pagare per un figlio e non vogliono privare il secondogenito della stessa possibilità: alla Sapienza, gli aiuti economici vanno a chi a un fratello o una sorella già iscritto. Sempre a Milano, poi, la Bocconi ha deciso di dare la possibilità a pochi e selezionati studenti, scelti in situazioni di forte disagio economico, di iscriversi e di avere tutto pagato: rette, libri, vitto, alloggio, computer più una borsa di studio.
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Il nuovo rettore dell’università statale di Milano, Luca Vago
FOTO: FOTOGRAMMA
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