22 dicembre 2013 ore 17:05 KHALID CHAOUKI depuato del pd “TROVO CHE NON POSSIAMO PIU’ TOLLERARE CHE L’ITALIA, CHE HA UNA FORTE TRADIZIONE DI ACCOGLIENZA, PASSI COME UN PAESE DEL TERZO MONDO DOVE I DIRITTI NON SONO RISPETTATI”——VEDI, ULTIMO, TRAILER DEL FILM

Lampedusa, deputato del Pd

si barrica nel centro di                                   accoglienza

Lampedusa, deputato del Pd si barrica nel centro di accoglienzaIl centro di accoglienza di Lampedusa Khalid Chaouki ha postato sul suo profilo Twitter una foto nella quale mostra di essersi introdotto nella struttura dell’isola. “Ho deciso di rinchiudermi assieme ai profughi e rifiutarmi di abbandonarli nella loro solitudine e inascoltata protesta perché qui a Lampedusa vengono tuttora lesi i diritti fondamentali della persona”

Il deputato del Pd Khalid Chaouki ha postato sul suo profilo Twitter una foto del centro di accoglienza di Lampedusa, dove, spiega sul social network, di essere appena entrato. “Siamo in una situazione di totale illegalità – ha ancora affermato Chaouki – Ho ancora aspettato la risposta di Alfano e l’ho trovata insoddisfacente. Trovo che non possiamo più tollerare che l’Italia, che ha una forte tradizione di accoglienza, passi come un paese del terzo mondo dove i diritti non sono rispettati”.

I migranti che sono bloccati nei centri di accoglienza, ha spiegato ancora il deputato del Pd, “sono privi di copertura legale e vivono con pressioni psicologiche incredibili”. “La mia è una protesta forte – ha detto – sono venuto più di una volta a Lampedusa: tutti lo sanno ma nessuno agisce. Invito tutti i miei colleghi e i sindaci a occuparsi dei centri che hanno vicini alle loro città e ad andare a vedere come funzionano le cose”. “Il centro d’accoglienza di Lampedusa è un luogo indegno, ci sono ancora 7 sopravvissuti al naufragio del 3 ottobre e 6 migranti in sciopero della sete e della fame da due giorni” – ha concluso -. Resterò fino a quando non sarà trovata una soluzione”

“Qui continua a piovere – twitta il deputato qualche ora dopo – Recuperati i panini, ognuno mangia nel suo letto o nel cortile. Manca una mensa”.

Chaouki aveva mandato una lettera a ‘La Stampa’ nella quale spiegava più diffusamente le ragioni del suo gesto. “Ho deciso di compiere questo gesto forte di protesta – ha scritto – rinchiudermi insieme ai profughi dentro il Centro di accoglienza qui a Lampedusa e rifiutarmi di abbandonare i profughi siriani ed eritrei nella loro solitudine e inascoltata protesta perché qui a Lampedusa vengono tuttora lesi i diritti fondamentali della persona, così come non vengono rispettate le leggi del nostro Paese e le direttive in materia di protezione dei rifugiati. Non abbandonerò questo Centro finché non verranno rilasciati, come previsto dalla legge, tutti profughi e destinati nei centri idonei per la loro accoglienza”.

Riferendosi ai profughi arrivati in Italia dopo la tragedia del 3 ottobre scorso, il politico nella lettera scriveva: “Abbiamo celebrato come martiri i loro compagni di viaggio inghiottiti dal mare. Loro invece sono qui, rinchiusi e disperati. Questa paradossale ingiustizia è intollerabile. È uno scandalo! Piangiamo i morti e puniamo i vivi. Questa ipocrisia non può più essere accettata. A questo punto le parole non bastano più e l’Italia non può più permettersi di collezionare figuracce mondiali a causa di chi, irresponsabilmente, non ha vigilato sul rispetto dei principi basilari del rispetto dei diritti umani e chi, fino ad oggi, considera Lampedusa, come altri centri, di fatto zona franca e fuori dalla legalità”. Chaouki ha concluso la lettera sottolineando: “Oggi abbiamo il dovere di passare dalle parole ai fatti e rialzare la testa chiedendo che l’Italia ritorni ad essere quello che è sempre stata: un Paese accogliente e rispettoso dei diritti umani e dei profughi. Sono qui per i profughi, ma soprattutto per l’Italia. Un Paese di cui vorrei essere fiero nel Mediterraneo, in Europa e nel mondo”.

Dentro la struttura sono ancora presenti le persone denudate e vittime degli spruzzi di disinfettante “anti scabbia” come documentato dal video shock del Tg2.  Chaouki ha raccontato fra l’altro che all’interno del Cie “ci sono 220 persone, sotto la pioggia e in condizioni disumane, che non dovrebbero essere qui, perché la legge prevede che non si possa restare all’interno del Cie per oltre 96 ore. Tra questi anche sette persone, sei uomini e una donna”, scampati alla tragedia dell’ottobre scorso, quando a seguito del naufragio di una imbarcazione libica, morirono 366 persone al largo dell’isola.

Tags

TAG
Lampedusa,
migranti

APPROFONDIMENTI

(22 dicembre 2013)

 

 

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *