18 FEBBRAIO 2014 ORE 09:19 PIPPO CIVATI INTERVISTA ALL’UNITA’—// CERTAMENTE CIVATI STA CERCANDO UNA SUA STRADA….———3 SONDAGGI, VISTI IN TRE PROGRAMMI TV, LA GENTE DA UN CONSENSO A RENZI CHE NON PASSA IL 30%—SEMPRE IN SALITA IL CENTRO-DESTRA DI BERLUSCONI—PER QUELLO CHE VALGONO QUESTI TESTS

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SOTTO- L’INTERVISTA INTERA DALL’   UNITA’
DA   POST
Giuseppe Civati 

— ILCASO

Civati e il “Nuovo Centro Sinistra”

17 febbraio 2014

Intervistato da Andrea Carugati sull’Unità, Pippo Civati dice che non ha ancora deciso se voterà o no la fiducia all’eventuale futuro governo di Matteo Renzi e allude più di una volta all’ipotesi di promuovere la formazione di un gruppo autonomo dal PD, dicendo che «potrebbe essere un gruppo al servizio di Renzi o all’opposizione». Civati aveva già alluso a questa possibilità con un post sul suo blog, circolato moltissimo online (in questo momento soltanto su Facebook è stato condiviso 18.000 volte).

«Quel post che ho scritto sul nuovo centrosinistra è stato il più letto nella storia del mio blog. Questo vorrà pur dire qualcosa: il problema non sono io. Se Matteo vuole fare il governo con Alfano, Civati non gli serve, se lo può fare da solo.»

 

 

ECCO— DALL’UNITA’ DEL 17   L’INTERVISTA A CIVATI

 

 

Civati: «Matteo apra a Sel
e delusi M5S, altrimenti voto no»

pippo civati 720 LP

Vedi anche

 

NOTA:

Gli hashtag sono un tipo di tag utilizzato in alcuni social network per creare delle etichette.

Essi sono formati da parole o combinazioni di parole concatenate precedute dal simbolo # (cancelletto), inseriti come commenti alle immagini.

La parola deriva dall’inglese hash (cancelletto) e tag (etichetta).

  • Civati, primo piano, 720 Lp
Di Andrea Carugati 

17 febbraio 2014

Un nuovo hashtag su twitter #matteostaisereno, per fare il verso al segretario del Pd che fino a pochi giorni fa ostentava lealtà al premier dimissionato. Pippo Civati sembra sempre più a suo agio nei panni dell’oppositore interno a Matteo Renzi.

Sembra che il leader Pd debba prendersi qualche giorno in più…
«Meno male: se dobbiamo fare un governo che dura 4 anni anche se ci lavoriamo 4 giorni non è un dramma. Questa fretta mi pare una follia, capisco la velocità ma ci vuole cautela. Altrimenti si diventa futuristi…».

Resta sempre dell’idea di dar vita a un Nuovo Centrosinistra per fare da contraltare ad Alfano?
«Io ho posto un problema politico. E invece mi hanno accusato di voler scindere il Pd. Ho fatto una provocazione perché vorrei tenere aperta la riflessione sui tempi e i modi di un nuovo governo. Si dice che non si può andare a votare perché ci sarebbero le larghe intese per 5 anni, e invece noi decidiamo di farle per 4 anni senza neppure passare dagli elettori. Stare con Alfano e lasciare fuori Sel è una decisione che sta prendendo il Pd, compresi Cuperlo e i suoi, e che io giudico sbagliata. Basterebbe coinvolgere Sel e intercettare il disagio che c’è tra i 5 stelle: al Senato ne basterebbero una dozzina. Se invece Renzi vuole consegnarsi nelle mani di Alfano per 4 anni faccia pure. A Ncd la legge uscita dalla Consulta va benissimo, dunque non mi pare che la minaccia delle urne possa spaventarlo».

Lei dunque propone una maggioranza senza Alfano?
«Non sono io che la propongo, è il Pd che deve decidere se vuole provare strade diverse. E poi perché Ncd può fare richieste e il Pd no? Chi tira dall’altra parte, chi tiene alti i temi di sinistra?».

Lei che ruolo intende giocare in questi giorni di formazione del governo? Vuole fare un nuovo gruppo al Senato?
«Io non sono al Senato, i senatori che mi hanno sostenuto al congresso sono persone libere e autorevoli. In questi giorni c’è un clima da liberi tutti, con un Pd che ha preso i voti e continua a fare cose che non aveva detto. In questo clima ci sono senatori che non vogliono mettere la loro credibilità in una operazione che non condividono. Quel post che ho scritto sul nuovo centrosinistra è stato il più letto nella storia del mio blog. Questo vorrà pur dire qualcosa: il problema non sono io. Se Matteo vuole fare il governo con Alfano, Civati non gli serve, se lo può fare da solo. Per questo ho scritto “stai sereno”: non sarò io a impedirgli di fare il governo».

Dunque lei cosa farà?
«Cercherò di capire se in Senato c’è lo spazio per costruire un contraltare rispetto a Ncd. E poter andare da Renzi a dirgli che un’alternativa c’è».

In pratica? Cercherà Sel e i delusi M5S?
«Visto che stavolta il programma sarà messo per iscritto, ed è giusto, io pongo alcuni punti e voglio vedere chi è interessato: anche tra chi ha sostenuto Cuperlo e Renzi».

Quali sono questi punti?
«Vendola ha parlato di F35, poi ci sono il conflitto d’interessi, l’inasprimento della legge Severino, il reddito minimo, la Fini-Giovanardi da cambiare, lo sforamento del 3% in Europa. Se si vuole fare questo lavoro, sono a disposizione. Altrimenti non mi si dica che mi comporto male. Io non sono decisivo, posso anche lasciare la vita politica, cerco solo di essere coerente. E non mi dicano che al nuovo governo con Alfano non ci sono alternative. La legge elettorale sembrava l’obiettivo prioritario, e invece si sono fermati ancora prima di cominciare a votare».

Se lei avesse 10 senatori però sarebbe abbastanza decisivo per la fiducia…
«Non pongo la questione in questi termini. Ci sono dieci parlamentari che vivono un profondo disagio. Se Renzi vuole andare avanti così vada avanti, poi però non si stupisca se ci sono diverse persone che non sono d’accordo».

Lei è convinto che una pattuglia di 5 stelle lavorerebbe col Pd?
«La divisione ci sarebbe se ci fosse un’operazione diversa in campo. Di fronte alle mosse che ha fatto Renzi, e alla presenza di Alfano, è chiaro che non si fida nessuno». Davvero crede possibile un nuovo governo senza Ncd? «I numeri ci sarebbero, ma dovrebbe essere Renzi, che si dice coraggioso, a cercare strade alternative. Magari ci sarebbero delle sorprese».

Forse Renzi non ha alcun interesse a cambiare alleanze…
«Se preferisce Alfano è una precisa scelta politica. Che non condivido».

A quel punto lei fa il nuovo gruppo?
«Potrebbe essere un gruppo al servizio di Renzi o all’opposizione. Dipende anche da lui. Altrimenti ci sarà qualcuno che in Parlamento dirà cose non in linea con quanto deciso in Direzione».

Lei la voterà la fiducia?
«Non ho ancora deciso».
Rischiate l’espulsione.
«Per quanto mi riguarda posso anche tornare a casa».

Oppure fare qualcosa con Vendola?
«Io voglio che Pd e Sel facciano qualcosa insieme. Di altre ipotesi ne parliamo dopo che sarà votata la fiducia».


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