23 febbraio 2014 ore 17:25 ” DICO SI’ AL CONTRATTO UNICO DI MATTEO, MA IL CAMBIAMENTO SI FA CON NOI!” —MAURIZIO LANDINI DELLA FIOM—

 

chiara: Invece, caro Matteo!, cui tutti noi auguriamo con fervore  di riuscire al  max-max, perché ne va di noi stessi e del nostro paese, se dovessi fallire!  Mi  spiace tu non voglia leggere il nostro blog, ma da tempo avresti scoperto che il tuo governo risponde ai bisogni di Confindustria, Banche, Fiat, Espresso ecc. Li abbiamo anche elencati. Avresti avuto un’idea del paesaggio ( o preferisci “contesto”, assai più trendy?)

La tua fretta era la loro. Anzi il tuo programma, a cominciare  dalle tasse sul lavoro (l’Irap è la tassa sugli industriali, vedremo cosa arriverà ai lavoratori…per far ripartire i consumi!), è punto per punto, quello uscito dal Settore Studi  della Confindustria. Ma, a chi mai potesse interessare, vorrei raccontare un pettegolezzo per chiarire “proprio chiaro”: Scelta Civica, del buon anima (Monti), è stata la prima “a chiedere a Letta un passo indietro”.     Lo saprete. Ma non ditemi che sapete anche chi fa parte di Scelta Civica, al punto da mettersi in vista sul palco con la sua pancetta tecno-frenica (da freno)   : Alberto Bombassei, l’amante di Monti, in primis, e poi patron della Brembo (+altro che non si sa) e, praticamente, padrone di Confindustria in barba al civile Squinzi.

Sulle Cooperative rosse, sui loro interessi (“allora abbiamo una banca?”) non so niente, ma ti chiedo: questo sarebbe forse un favore al PD? Lo so bene che farai molte cose mirabolanti, magari alla Cultura che, giustamente, non hai lasciata tutta a Franceschini..non ne ha più l’energia, ma a questa gente che ti ha finanziato, sostenuto, dato ministri e ministeri, a partire da Berlusconi—a tutta questa gente, dovrai pur “dare qualcosa di grosso”, non penserai tirino fuori i loro  soldini senza che uno non frutti un milione? Domada: hai inventato “le doppie maggioranze tra nemici giurati”…o lo facevano già all’età della pietra?  (Donatella o Nemo, leggete e intervenite!)—

E poi, pover fioeu,

ma proprio la figlia di Guidi dovevi metterci? A parte che l’ho sentita parlare più volte, fa parte  di quelle italiane rinsecchite-rigide che si muovono come avessero ingoiato quattro scope in croce. Mi repellono ogni sentimento di gentile erotismo, non le reggo. Ma soprattutto, se tanto ci tenevi a questa famiglia, perché non il padre, il caro Guidalberto, con un nome così sassone o normanno? Magari è  lui che ha fatto lievitare la ditta fin da dover domiciliare la produzione, che qui non ci stava più,  all’estero? Presidente di Confindustria per dieci anni, mi pare, amicissimo (ma te lo devo anche dire? tra loro loro sono tutti intimi come voi al Parlamento) di Berlusconi ecc.

 

Vedi, è per questo che ho messo il mio titolo! Non ti pare che per un minimo di “equità”, fosse anche solo di pesi sulla bilancia, ( e non parlo di partiti di sinistra o di destra), almeno Maurizio Landini, una poltroncina, magari vecchia, presa in cantina, strappata alle ragnatele, l’avrebbe dovuta avere? Una “vocina” che rappresentasse la grande maggioranza degli italiani, quella che la crisi la pagano e la pagano su loro stessi, sui bambini, sui malati, sui vecchi…una voce in mezzo ad un consorzio che, più o meno, porta avanti gli interessi del famoso 1% degli italiani? (che poi se fa 2%, è lo stesso!)—Sai, caro Matteo, sono a questo punto molto preoccupata per te: tu che sei così cattolico, così buono anche nel tratto, che vieni dai boy-scout cattolici, si capisce, lo sai che già ti vedo bruciare nel vulcano dell’inferno che ti aspetta per sbottare alla grande? Il Vesuvio, un bruscolino…Hai detto, per rassicurarci, “che tu ci metti la faccia!” Ma non lo sai che l’hai persa mille volte per strada e, con lei, ancor più di mille volte, anche il c…? Per il potere, farai un semi-presidente del Consiglio: sei sotto tutela di Napolitano, della Banca d’Italia, ti hanno messo alle costole un can mastino, Padoan, “appena appena più morbido” sull’austerity  di Monti, niente sforare il 3% (la tua campagna elettorale): farai solo quello che aveva già ottenuto la “palude” di Letta: investimenti produttivi, e per la gioventù, se porti le riforme che ti hanno detto (dettato), saranno scorporati dal conteggio del 3%…

 

 

 

roberto mania- giornalista di repubblica

 

 

 

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FEDERICA GUIDI, PRIMA GRANA PER RENZI (Roberto Mania)

23 febbraio 2014

9 Votes

 

2470273Lunedì scorso a cena ad Arcore da Berlusconi, forse per parlare anche di una sua possibile candidatura con Forza Italia alle prossime europee. Ieri il Cavaliere che pare abbia detto ai suoi: «Abbiamo un ministro pur stando all’opposizione ». Su Federica Guidi, neo ministro dello Sviluppo Economico con delega anche alle Comunicazioni, tv comprese, è già bufera. Perché c’è pure un potenziale conflitto di interessi per via delle commesse dell’azienda di famiglia, la Ducati Energia, con Enel, Poste, Ferrovie. Un ginepraio. Dalle imprevedibili conseguenze politiche.

Ma andiamo con ordine. «Donna, imprenditrice, quarantenne, famosa»: questo era l’identikit tracciato da Matteo Renzi, tra giovedì notte e venerdì, per il ministro dello Sviluppo Economico. Casella chiave per provare a far ripartire la produzione e il lavoro. E donna, imprenditrice, quarantenne e famosa, appunto, è stata: in Via Veneto, nel ministero che fu anche delle Corporazioni, è arrivata Federica Guidi, figlia di imprenditore, che ha battuto al fotofinish Marcella Panucci, direttore generale della Confindustria. E forse per la fretta, forse per qualche sottovalutazione, forse per tutte e due le cose messe insieme, Federica Guidi ora rischia di portare con sé, nel suo ufficio al primo piano dell’austero palazzo disegnato da Piacentini e Vaccaro, una notevole dose di potenziali conflitti di interesse.

Perché la Ducati Energia in quel di Bologna, con fatturato in crescita negli ultimi anni (oltre i 110 milioni) e una sempre più marcata spinta alla delocalizzazione nell’est Europa (Croazia e Romania), nell’estremo Oriente (India) e in America Latina (Argentina) lavora (tanto) di commesse pubbliche, nazionali ed estere. Con un rapporto strettissimo, dunque, con la Pubblica amministrazione. E non è affatto un caso che ieri il primo atto del neo ministro Guidi, dopo il giuramento al Quirinale, sia stato proprio quello di dimettersi da tutte le cariche operative (era vicepresidente con la delega sugli acquisti) della Ducati Energia e dal consiglio del Fondo italiano d’investimento. Un passo inevitabile, ma una conferma dei possibili conflitti.

L’ultima parola spetterà comunque all’Antitrust, l’autorità di garanzia alla quale la legge Frattini ha attribuito il potere di giudicare la posizione dei membri del governo. Dice Stefano Fassina, ex vice ministro dell’Economia, esponente della minoranza del Pd: «Il potenziale conflitto di interessi è del tutto evidente. Ma oltre a questo mi preoccupa la visione del ministro sulla politica industriale, la sua idea di rilanciare il nucleare, la sua contrarietà al ruolo dello Stato nell’economia. Penso che ci sarebbe bisogno di un ministro dello Sviluppo con un orientamento molto diverso». La decisione di ieri della Guidi riduce solo di poco dunque il pericolo dei conflitti per l’ex vicepresidente della Ducati Energia, ora super ministro con responsabilità sulle politiche industriale, su quelle energetiche, sulla gestione delle tante (sono 160 le vertenze sul tavolo)crisi aziendali, e sul politicamente sensibile settore delle comunicazioni dove si addensano gli interessi dell’ex senatore Berlusconi.

E qui risiede anche il “caso Guidi” sul versante politico. Tra Guidalberto Guidi, ex falco confindustriale, e Berlusconi c’è un’antica consuetudine. Anche lui era alla cena di Arcore di lunedì. La figlia Federica ha sempre espresso posizioni vicino alla destra berlusconiana. È stata euroscettica, iperliberista fino al punto di proporre l’abolizione del contratto nazionale di lavoro sostituendolo con i contratti individuali. Il Cavaliere ha provato più volte a candidarla nelle sue liste. Pensò addirittura a un futuro da vice di Forza Italia per la giovane industriale. Che ora, però, è al governo mentre Berlusconi è all’opposizione.

E i problemi nascono dalle competenze che ha il dicastero dello Sviluppo. L’azienda dei Guidi, infatti, opera in tutti i settori controllati dal ministero: energia elettrica, eolico, meccanica di precisione, elettronica. Fornisce i suoi prodotti, oltreché a diversi enti locali e alle rispettive municipalizzate, ai grandi gruppi pubblici di cui lo Stato è ancora azionista di maggioranza o di riferimento, attraverso il ministero del Tesoro: Enel, Poste, Ferrovie dello Stato.
Lo stabilimento bolognese della Ducati Energia si è trasformato nel tempo in un impianto di mero assemblaggio di parti di prodotto che vengono realizzate all’estero. Sono circa 60 gli operai su un totale di quasi 220 lavoratori (impiegati, tecnici, ingegneri). Il restante dei 700 dipendenti, a parte una ventina che opera nel laboratorio di ricerca a Trento, è all’estero dove Guidi si è spostato da tempo per ridurre i costi di produzione. La Ducati ha sei stabilimenti nel mondo e produce, tra l’altro: condensatori, generatori eolici, segnalamento ferroviario, sistemi ed apparecchiature autostradali e per il trasporto pubblico, veicoli elettrici e colonnine di ricarica, generatori e motori elettrici, rifasamento industriale e elettronica di potenza.

Oggi dalla fabbrica italiana di Borgo Panigale escono i “Free Duck”, piccole automobiline alimentate a elettricità, che vengono utilizzate dalle Poste per la consegna delle lettere e dei pacchi, da diversi Comuni per la raccolta dei rifiuti, e anche dalla Polizia municipale, per esempio a Genova. Alle municipalizzate (l’Atac di Roma, per esempio) le macchine per obliterare i biglietti dell’autobus. All’Enel dalla Ducati Energia arrivano le cabine per lo smistamento dell’energia e anche le colonnine per le ricariche delle automobili elettriche. Alle Ferrovie dello Stato sistemi per verificare la funzionalità dei binari e le macchinette per l’emissione dei biglietti self service. A Finmeccanica, negli anni passati, Guidi aveva presentato un’offerta per rilevare la Breda Menarinibus. Proposta che però non venne accolta dai vertici di Piazza Monte Grappa.

Guidalberto Guidi, da presidente dell’Anie (l’associazione di Confindustria delle imprese elettrotecniche ed elettroniche) condusse una battaglia a favore degli incentivi per le energie rinnovabili. Fu scontro anche in Confindustria tra i produttori tradizionali e gli altri. Non sarà facile, insomma, per il ministro Guidi puntare all’obiettivo di tagliare, come chiede Renzi, del 30% la bolletta energetica gravata dai 12,5 miliardi proprio di incentivi, per il 70% destinati alle rinnovabili. Figlia-ministro contro padre-imprenditore. Un altro conflitto di interessi?

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7 risposte a 23 febbraio 2014 ore 17:25 ” DICO SI’ AL CONTRATTO UNICO DI MATTEO, MA IL CAMBIAMENTO SI FA CON NOI!” —MAURIZIO LANDINI DELLA FIOM—

  1. DONATELLA scrive:

    Mi vengono i brividi a pensare a ciò che ci aspetta, che è poi quello che hanno quasi sempre fatto i governanti: meno tasse ai ricchi e al diavolo i poveri, che sono i veri sostenitori dello Stato. La nomina della Guidi è un grande successo di Berlusconi, che potrà dormire tranquillo sulle sue televisioni. Tra pochi mesi scade il contratto con la RAI e lì ne vedremo delle belle.

    • Chiara Salvini scrive:

      ti sgrido! Ti piace rispondere mentre il testo corre sotto le ruote (?) della stampante, hai più brivido, “frisson”, e poi non hai da leggere quello che scrivo io, che è poi l’unica cosa che conta!
      Cicca cicca: ti sei persa che la Guidi ha la delega alle telecomunicazioni tv inclusa! Ti sei persa la pancia di Bombassei che se la gioca in politica e tanto altro che non troverai mai più…senza sentirne la minima mancanza! Oh Oh povera chiara! povera, povera…già disertata dai visitatori e tagliata a metà come il visconte dimezzato dalla sua cara amica…Ma sai, ti confesso una cosa: è una parte che faccio da tempo, l’ho anche scritto sul blog, ma non so dove: il mio ruolo “da oggi in avanti”, oltre la tomba, dove andrò all’inferno a vedere bruciare Matteo, un arrostino, è “IL VISCONTE INESISTENTE”. Lo rileggero’ per imparare le mosse fondamentali…e poi, il tuo cuore dissanguerà dall’invidia perché sarò amata, almeno dai convicini, “come nessuno mai mai”, nemmeno la mia Sherazade… ciao, con umiliazione per rifiuto, chiara

    • Chiara Salvini scrive:

      Ah sì, per noi, vecchio stile, ne vedremo delle belle, ma -senza contare gli altissimi prezzi che pagheranno sempre gli stessi- Renzi potrebbe anche riuscire a fare tutta una serie di riforme, tutti alla bella e meglio, mi viene da pensare, che rendano l’Italia più competitiva sui mercati internazionali, il che non puo’ che portare un maggior benessere a tutti, distribuito sempre nella stessa logica: “a chi ha tanto sarà dato tanto, a chi ha poco…”. Si tratta, tra l’altro, di riforme che gli altri paesi europei hanno fatto da tempo. Invece, non so nulla della Francia, l’economia che io sappia, pur con la crisi, è discreta, ma queste riforme di “ammodernamento dello Stato e del mercato del lavoro”, chi le ha fatte? Lo sai?–Nemo lo saprà di sicuro.. Ormai è quasi mezzo francese!

  2. nemo scrive:

    Cara Chiara, ‘solleciti’ un mio commento … che dirti ? Non ho votato Renzi. La cosa mi permette ora di guardare al nuovo governo con la ‘flemma’ di quel cinese seduto sull’ argine del fiume … ma senza compiacimento, anzi, con la speranza che tutte le promesse mirabolanti del ‘toscanino’ si concretizzino, e con lo scetticismo di chi ne ha già viste di ‘cotte e di crude’ ( nonostante io non sia Matusalemme, anche se vecchierello ). Insomma, ancora una volta consiglierei: ” Calma e gesso “. E, con la saggezza dei filosofi liguri, dire tutti insieme: ” … vieremu …”.

    • Chiara Salvini scrive:

      Sì sì vieremu, e tutti gli auguri per riuscirci, non avrai potuto leggere, ma lo dico. I miei articolo mirano sempre a capire qualcosa di più in aspetti fondamentali che sono le forze sociali che ti sostengono, ma non solo. Bisognerebbe poter dire qualcosa sulla “mentalità diffusa della nostra epoca” perché, come sai bene, le due cose vanno insieme. Forse è, anche , la mia una deformazione di formazione: per la legge Gentile che non ammetteva la filosofia senza la storia e viceversa, io ho ancora fatto un’università che ti specializzava in due competenze: solo che nel frattempo, la storia era cambiata, non era più una “visione” dei fatti a partire da principi filosofi, ma era nata la storia, per così dire, “sperimentale” che parte da documenti di archivio ed elabora ipotesi interpretative. Di tutti i vari aspetti che originano un’epoca, la storia economica aveva un grande peso, forse allora ancor più della storia culturale. delle classi sociali ecc. Anche in storia della scienza e filosofia della scienza ci mostravano come certi bisogni economici sia degli imprenditori che dei lavoratori, così come certe scoperte tecniche (ad esempio il telaio meccanico), abbiano dato avvio, nella seconda metà del Settecento in Inghilterra, alla rivoluzione industriale. non mi sono spiegata bene, ma qualcosina si capirà. Se aggiungi Marx…riumane più facile non prendere come una stranezza questo mio bisogno di ricercare i poteri economici e le classi sociali che hanno voluto un governo. Poi rimani comunque a vedere, ma qualche ipotesi ce l’hai, un’idea non che ti blocchi l’osservazione, ma che ti dia una prospettiva su qualcosa che puoi aspettarti. Nella risposta che ho dato alla Do, sempre allo stesso articolo, dico quello che posso aspettarmi. Mi sono svegliata troppo presto, adesso me ne torno a nanna, ciao chiara–scusa gli errori, ma cado dal sonno. bacccci

  3. DONATELLA scrive:

    Cara ,dolce ( mica tanto) Chiara, nonè vero che non leggo il tuo blog, anzi molte volte è stato l’unica cosa che mi teneva in piedi ( o seduta a scrivere). Ti abbraccio e non ti dico neppure :” Bruna, stai serena…” perché abbiamo visto a cosa mirava. Ti abbraccio. Do

    • Chiara Salvini scrive:

      Dici che non sono dolce perché mi presento come la classica “ligure marcia”, mi presento e per certi versi sono, credo di aver preso più da mia nonna che da mia madre, mia madre poteva dire anche delle gran cattiverie, ma non aveva la lingua così biforcuta che, con l’intelligenza che aveva, faceva male, anche se con me è sempre stata “più che una mamma”. Ma prova a chiedere a Nicolo’ e al cagnetto Didì: ti faranno un coro di dolcezze! Non ci credi? Pazienza. IVO

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