24 MARZO 2014 ORE 00:02 PER CASO HO TROVATO QUESTO ARTICOLO SUL CASO MORO (vedi ART.SG.)- L’ARTCOILO E’ DEL 2009—JYMMI CARTER E’ STATO PRESIDENTE USA DAL 1977 al 1981.

 

CHIARA:  sempre vaneggiando, chiara fa l’ipotesi che l’immacolato Andreotti abbia ubbidito anche senza essere stato esplicitamente comandato…

 

 

Finanza in Chiaro http://www.finanzainchiaro.it/caso-moro-nel-1978-negli-usa-ipotizzarono-una-covert-action.html

 

 

CASO MORO : NEL 1978 NEGLI USA IPOTIZZARONO UNA COVERT ACTION .

19 ottobre 2009 Commenta per primo

I servizi inglesi seppero, nei primi giorni del 1978, che l’amministrazione americana guidata dal Democratico Jimmy Carter stava prendendo in seria considerazione di attuare in Italia una ‘covert action’, una operazione segreta per ‘spaccare il Pci (“split the Pc”) affinché venisse scongiurata la temuta ipotesi di un sostegno dato dal più importante Partito comunista dell’Occidente al governo del Paese. Quello stesso governo che sarebbe stato varato da Giulio Andreotti il 16 marzo, il giorno del rapimento di Aldo Moro.

La novità emerge dai documenti inglesi desecretati all’inizio del 2009 e che sono stati ritrovati da Mario G.Cereghino e Giuseppe Casarrubea negli archivi di Kewgardens e che sono disponibili da oggi sul sito “www.casarrubea.wordpress.com” sotto la voce “Moro e il Pc”.

Richard Garden, ambasciatore Usa in Italia è convocato a Washington nei primi giorni del 1978. “Ha dipinto – riferiscono i documenti inglesi – un quadro decisamente fosco”. Garden teme che con il Pci nell’area del governo “si verifichi una grave ricaduta dell’ordine pubblico”.

L’ambasciatore inglese a Londra segnala che Washington ha inviato istruzioni alle sue sedi diplomatiche per chiedere le opinioni dei governi europei sulla situazione italiana. Anche gli inglesi dicono la loro e segnalano che la posizione del Partito comunista “é ambivalente” Botteghe Oscure attende che la situazione “maturi lentamente, fino al punto in cui il loro ingresso nel governo si concretizzerà senza drammi”. Queste informazioni raccolte all’interno del Pci provengono da fonti segrete.

Il 23 gennaio, Michael Pike, alto funzionario dell’ambasciata inglese a Washington informa Londra sul duro scontro Falchi e Colombe dell’amministrazione Carter.

Il presidente Usa – sottolinea – non ha alcuna intenzione di riesumare i metodi di Kissinger (il golpe in Cile del ’73 ad esempio) perchè ciò fornirebbe al Pci un’arma potente con la Dc e gli Usa. Sul tavolo vengono quindi poste diverse opzioni: “ad esempio l’idea di mettere in campo un’operazione segreta per frantumare il Partito comunista”.

Attorno al tavolo ci sono l’ambasciatore in Italia Gardner, il segretario di Stato, Cyrus Vance, un collaboratore di questi George Vest, e il consigliere la sicurezza nazionale, Brzezinski, lo staff dell’Nsc guidata da Bob Hanter. Solo Vance e Vest, a nome di Carter, si oppongono a soluzioni estreme. Nessuna operazione segreta contro il Pci. Nel documento che fa il punto su quella decisiva riunione si legge “almeno per ora, sembra sia da escludere anche una operazione segreta (striscia nera a nascondere due righe del testo inglese, ndr). Da un punto di vista politico più generale, le difficoltà associate ad azioni di questo tipo non hanno bisogno di essere enfatizzate. Inoltre, qualsiasi proposta di operazione segreta dovrebbe essere esaminata da almeno otto commissioni del congresso Usa.

Di conseguenza la possibilità di mantenerla segreta sarebbe minima” in sostanza a Washington ci si rende conto che “anche tra i Falchi” attività di questo genere in un paese membro della nato producono effetti scarsi e che possono ritorcersi contro i loro artefici. Tra i molti documenti desecretati e disponibili ora anche quelli riguardanti l’immediata richiesta fatta da Francesco Cossiga di un aiuto da parte delle Sas inglesi. La sera stessa del rapimento Cossiga chiese l’invio di commandos specializzati nell’affrontare “uno stato di assedio (ossia, nel caso fosse localizzato il nascondiglio di Moro e dei suoi rapitori)”.

Casarrubea e Cereghino segnalano le novità dei molti documenti: “si è sempre detto che l’ingerenza Usa in vari punti ‘caldi’ del mondo era proprio della diplomazia del repubblicano Kissinger, segretario di Stato fino a gennaio ’77.

Al contrario queste carte trovano che si ipotizzò fino all’ultimo una “operazione segreta” per “frantumare il Pci” ancora nel gennaio-febbraio ’78.

La saggezza di Carter sembra essere stata decisiva nell’evitare quel piano. Inoltre Falchi e Colombe negli Usa si confrontarono duramente sull’‘Affaire Italia’ a poche settimane dal varo del governo della non fiducia. Furono gli inglesi a svolgere un ruolo moderatore di fondamentale importanza”. ( Fonte: americaoggi.info)

Redazioneonline- Osservatorio Nazionale

 

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