ORE 13:15 IL OARTITO DEMOCRATICO —PSE—DI GIOVANNI TAURASI OGGI (QUINTO STATO)

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Il mio ultimo endoresement è semplicemente per il simbolo qui a fianco. Perché dietro a questo simbolo c’è un popolo, c’è un’idea di futuro, ci sono valori, ci sono proposte, ci sono fatti, c’è una speranza per l’Italia e per l’Europa.
Per un’Europa diversa, che metta al centro il lavoro, l’innovazione, la competitività, i diritti, la solidarietà.
Un’Europa che cambi verso rispetto a quella guidata dai conservatori in questi anni.
Un’Europa guidata da Martin Shulz e dai socialisti e democratici europei.

È vero, è un derby tra speranza e rancore, con un testa a testa tra Renzi e Grillo. Più staccato nei sondaggi Dudu’. Ma passare dal ‘Ce lo chiede l’Europa’ dei poteri forti al ‘Ce lo chiede il web’ del populismo è come passare dalla padella alla brace.
E per dichiararsi eredi di Berlinguer, come ha sostenuto Grillo, bisognerebbe averlo almeno letto. Ad esempio, così rispondeva il segretario del PCI ad una domanda sulla ‘democrazia elettronica’ nel lontano 1983:

«La ‘democrazia elettronica’ limitata ad alcuni aspetti della vita associata dell’uomo può anche essere presa in considerazione. Ma non si può accettare che sostituisca tutte le forme della vita democratica. Anzi credo che bisogna preoccuparsi di essere pronti ad affrontare questo pericolo anche sul terreno legislativo. Ci vogliono limiti precisi all’uso dei computer come alternativa alle assemblee elettive. Tra l’altro non credo che si potrà mai capire cosa pensa davvero la gente se l’unica forma di espressione democratica diventa quella di spingere un bottone. Ad ogni modo lo ripeto: io credo che nessuno mai riuscirà a reprimere la naturale tendenza dell’uomo a discutere, a riunirsi, ad associarsi. Ogni epoca, certo, ha e avrà i suoi movimenti e le sue associazioni. Vedi per esempio, nella nostra i movimenti pacifisti, i movimenti ecologici, quelli che, in un modo o nell’altro, contrastano l’omologazione dei gusti e il conformismo: chi avrebbe saputo immaginarli quaranta o anche venti anni fa? Naturalmente compito dei partiti dovrà essere quello di adeguarsi ai tempi e alle epoche. È qui che si misura la loro tenuta: sulla loro capacità di rinnovarsi»
L’Unità, 18 dicembre 1983

Ricordate quando Montanelli disse che voleva che Berlusconi vincesse, perché era una malattia e dunque come un vaccino doveva essere iniettato nelle vene del popolo italiano, in modo che gli italiani scoprissero la sua inadeguatezza? A me la cosa non è che mi convinse molto all’epoca, e continuai a votare il centrosinistra. La maggioranza degli italiani fece scelte diverse.
E così impiegheremo dieci anni a sistemare i guai fatti nei dieci anni precedenti da Berlusconi.
Oggi qualcuno propone di mettere alla prova anche Grillo. A parte che da qualche parte lo stanno sperimentando e non mi pare che le cose vadano brillantemente (nei comuni dove vinse le elezioni). E nemmeno mi pare che i suoi 163 parlamentari possano vantare un solo provvedimento a favore degli italiani.
Quando sento dire “diamo gli una possibilità” mi torna in mente Montanelli.
Montanelli era un grande giornalista, un intelligente conservatore. Però ogni tanto diceva delle bischerate.
Io scommetto sul Partito Denmocratico, perché oggi vuol dire scommettere su di noi, sull’Italia e sull’Europa, sul futuro.

Informazioni su QuintoStato

Giovanni Taurasi vive a Carpi (MO). Laureato in Storia contemporanea a Bologna, ha conseguito nel 2002 il dottorato di ricerca presso l’Università di Pavia e svolto attività di ricerca. All’attivo ha una trentina di pubblicazioni, tra cui cinque volumi monografici sulla storia del ‘900, curatele di volumi, mostre, saggi e articoli su riviste di storia. Dipendente pubblico, è stato Consigliere comunale a Carpi dal 1995 al 2004 e di nuovo dal 2009. Attualmente è Presidente del Consiglio comunale di Carpi e Presidente dell’Assemblea e della Direzione provinciale del PD modenese. Fa parte dell’Assemblea Nazionale del PD eletta l’8 dicembre 2013.

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