COME SEMPRE CARI RAGAZZI E’ TUTTO AL CONTRARIO: DOVETE PARTIRE DAL TERZULTIMO POST CHE E’ L’INTERVENTO DI PRODI …VI TRADISCO, MA PENSATE VOI CHE ORGIA!, CON UNA SCHIENA E OLTRETUTTO E’ ANCHE LA MIA! SI POTRA’ PARLARE DI “AUTOEROTISMO SCHIENALE”?

Renzi: «Basta turbofinanza, ora economia reale»

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di Barbara Jerkov
Renzi è pronto ad aprire il cantiere industria: dopo l’editoriale di Romano Prodi, pubblicato ieri sul Messaggero, il premier fa sue le parole del Professore. Perché l’economia reale, scandisce il presidente del Consiglio, torni, dopo anni di «turbofinanza» al centro dell’agenda politica: «Semplificando, accompagnando i processi, mettendo in condizione le imprese di creare lavoro e competere, puntando sulla formazione». Così da dare il via finalmente a quello che lo stesso capo dell’esecutivo accetta di chiamare «rinascimento industriale». 

Le proposte. Nel suo intervento sul Messaggero, Prodi ha lanciato otto proposte per favorire la ripartenza dell’industria italiana: tra queste la ricerca di fonti alternative per dare più credito alle imprese, la necessità di aumentare la dimensione delle aziende minori, il rilancio dell’apprendistato, la revisione della legge fallimentare, una politica per attrarre le multinazionali.

Parole tutt’altro che generiche. L’ex presidente della Commissione europea chiede «imprenditori che ricapitalizzino le società». Sollecita fondazioni «alla tedesca» che garantiscano i passaggi generazionali. Sottolineando il ruolo decisivo che sempre più dovranno avere le risorse umane nei processi produttivi.

«Come sempre, forte non solo della sua esperienza di livello globale ma anche di decenni di competenza specifica sul tema della piccola e media impresa, Prodi centra il punto. Che è quello dell’urgenza di una politica industriale italiana all’altezza di una sfida sempre più europea e internazionale», osserva Renzi rientrando a Roma dopo il suo breve scorcio di weekend fiorentino, reduce dal summit di Parigi con gli eurosocialisti in vista delle prossime nomine alla guida della Commissione Ue.

«Gli otto punti sottolineati da Prodi sono una cassetta degli attrezzi preziosa per il governo, che ha messo la questione industriale – qualcuno con un po’ di enfasi ha parlato di “rinascimento” – come una delle priorità dell’azione dell’esecutivo alla vigilia del semestre europeo», continua il premier. Ricordando quanto il suo governo ha già fatto sull’argomento industria. «Nelle settimane scorse sono andati in questa direzione gli interventi su Electrolux o il protagonismo della Cassa Depositi e Prestiti a definire un’agenda che ha nell’economia reale, dopo gli anni della turbofinanza, il suo punto di forza».

Sono più che semplici giudizi di apprezzamento, i suoi. Tracciano un’agenda ben precisa per l’esecutivo. «Su questo intendiamo lavorare», assicura infatti Renzi, «semplificando, accompagnando i processi, mettendo in condizione le imprese di creare lavoro e competere, puntando sulla formazione come chiave per il futuro dell’Italia in Europa».

Già nei giorni scorsi il governo ha varato un decreto (in attesa di essere pubblicato) che ha come obiettivo quello di rilanciare la competitività delle piccole e medie imprese. Le misure ruotano intorno a tre assi: accesso al credito più facile e garantito non più solo dalle banche ma anche dalle assicurazioni e dalle società di cartolarizzazione, sostegno agli investimenti tramite una nuova forma di credito d’imposta per le risorse spese in macchinari e beni strumentali, incentivi alla capitalizzazione e alla quotazione.

A questi interventi si deve poi aggiungere il taglio del 10% dei costi energetici delle aziende. Ma sarà soprattutto con l’avvio del semestre italiano che Renzi intende dare il colpo decisivo al rigorismo della vecchia Unione. L’obiettivo, del resto, è dichiarato: cambiare verso anche in Europa.

 

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