ORE 22:07 S.O.S NEMO MARISA DONATELLA : CHIARA SI E’ PERSA LA TESTA! MA DEVO RITROVARLA PER FAVORE! /////// SE VI PIACE VEDERE QUADRI NUOVI E VECCHI…// E’ DI UN “SUO” SCONOSCIUTO: GIUSEPPE PORCHEDDU / A CONOSCERLO PRIMA–SAREBBE STATA FELICE—

 

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GIUSEPPE PORCHEDDU—più noto come Beppe- è nato a Torino nel 1898 e “sparisce” il 27 dicembre 1947, dopo aver passato il Natale in casa dell’amico Piero  Giacometti.

 

 

 

 

 

 

PER CHI E’ DI BORDIGHERA E PER AMICI AFFEZIONATI DEI DINTORNI:

GUARDATE LA PREZIOSITA’!  GIUSEPPE BALBO FOTOGRAFATO DAL GRANDE E “NOSTRO” ENZO MAIOLINO, MI PARE SUO ALLIEVO—?

Noto con immenso piacere che c’è chi ha pensato di ricordare Balbo mettendo in rete la sua biografia. Mi permetto di aggiungere qualche mia considerazione su Balbo ‘uomo’: una mente luminosa che conosceva in profondità l’animo umano e che in modo discreto e mai invadente, ha dato tanto di sé ai suoi allievi. Di Balbo ricordo anche il forte e generoso impulso a trasmettere ad altri la sua passione ed esperienza e il suo impulso alla ricerca, anche in età avanzata, non dando mai niente per certo, scontato, finito, ma tutto perfettibile.

 

Foto: penna e blocchetto sempre in tasca ...

ha qualcosa di una bellezza inverosimile—

 

Saprete certamente, ma ve lo ridico che su Facebook c’è un blog a nome “Giuseppe Balbo” che si dedica alla diffusione della sua opera–E’ da questo che ho preso questo disegno–Fa un po’ ridere perché alla moda prevalente di Facebook (anche se chiara lo usa in altro modo) chi fa il blog scrive: italo balbo (nome del blog) condivide uno stato—-di Italo balbo! A voi non fa ridere?  Non importa–chiara e’ felice di aver conosciuto stasera, per puro caso, due “grandi persone” della cui bellezza, lei ne ha bisogno per “sopravvivere”, come ripete in continuazione perche’ in continuo lo rimarca nella realta’–Nella mia realtà e basta, senza la bellezza che altri mi regalano, una bellezza “grande”, che si puo’ trovare dovunque ci sia—chiara dice seriamente che non avrebbe condizioni di sopravvivere-

 

 

guardate quest’opera di Giuseppe Balbo (sempre che abbia capito)—se volessi esprimere “una vecchiaia serena di chi ha profondamente vissuto e si è tanto speso per gli altri, al punto da diventare “un sapiente” triste dolce terrificante e sereno, proprio come è la vita- quando vissuta—mostrerei questa immagine—chiara

 

 

un po’ di storia dell’Accademia Balbo-Bordighera—per chi mai volesse!

http://accademiagbalbo.myblog.it/un-po-di-storia/

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

porcheddu, la matita che sparì a natale

Un mistero. Magari non ricco di significati politici come la sparizione di Ettore Majorana nel 1938, ma altrettanto insondabile. Aveva 49 anni Giuseppe Porcheddu, per tutti Beppe, quando scompare due giorni dopo il Natale del 1947. Illustratore di libri e riviste, pittore, scenografo, disegnatore di primo piano della squadra Lenci, per cui firma ceramiche e bambole, arredi e giocattoli. Un artista di successo, il motivo della fuga non può essere una questione economica. Anche perché la famiglia è abbiente, il padre Giovanni Antonio, ingegnere con tre lauree, emigrato operaio da Sassari finito a Torino, è stato il primo a credere nel futuro del cemento armato, ha importato la tecnica brevettata dal belga Hennebique e ci ha costruito, tra gli altri, il Lingotto, i ponti di corso Novara e di via Cigna, sulla Dora, il ponte Risorgimento a Roma, talmente innovativo che il Comune si rifiutò di anticipare i soldi, fino a costruzione avvenuta, nel timore che crollasse nelle acque del Po. Beppe non seguì la carriera paterna, a lui piaceva disegnare. Se ne accorse uno degli artisti che frequentavano la famiglia Porcheddu, Leonardo Bistolfi, quasi incredulo a vedere la maturità nel disegno del ragazzino. Elementari, medie e liceo a Torino, poi il Politecnico, senza dimenticare lo sport e lo studio del violino. Nel 1916, volontario, parte per la guerra, ma sul monte Tomba è gravemente ferito dallo scoppio di una granata. Trasferito all’ ospedale militare di Carrara, salva per miracolo la gamba sinistra, ma è costretto da allora a camminare con il bastone. Le prime illustrazioni appaiono nel 1919 sul Pasquino, poi su un’ infinità di altre testate, tra le quali il Corriere dei Piccoli e Topolino. è la letteratura per l’ infanzia quella che più lo affascina. «I bambini sono più critici degli adulti», sostiene, e nelle illustrazioni per loro è particolarmente puntiglioso, da Racconti così di Gian Bistolfi al Tartarino di Daudet, dal Romanzo di Tristano e Isotta alle Avventure del barone di Munchhausen, dal salgariano I ribelli della montagna al Pinocchio pubblicato nel ’42 da Paravia. Quest’ ultimo è un capolavoro, con i disegni su carta grigia e nocciola, colorata a china e arricchita dal bianco della tempera. Non sono da meno i libri non destinati specificamente ai ragazzi, le Passeggiate storiche torinesi di Emilio Bruno, pubblicate nel 1939 da Frassinelli, o La tentazione di Sant’ Antonio di Flaubert, per i tipi di Ramella nel 1946. Antifascista – pur firmando nel 1935 le illustrazioni del Balilla regale di Arnaldo Cipolla – ospita nella villa di Bordighera durante la guerra moglie e figlia di Concetto Marchesi, il grande latinista, partigiano comunista. E poi due ufficiali britannici, nascosti in una stanza vicino alla biblioteca, dove spesso un militare della Wehrmacht si presenta per chiedere a prestito uno dei tanti libri in tedesco che Porcheddu acquista per ispirarsi nei suoi disegni. Giovanna, figlia del disegnatore, sposerà a guerra finita uno dei due inglesi. L’ altra, Amalia, convolerà lo stesso giorno con un altro ufficiale del Regno Unito di stanza in Liguria. Beppe nel frattempo diventa, per un breve periodo, presidente del Cln di Bordighera. 1947, le figlie sono in Austria con i mariti, padre e madre le raggiungono per assistere alla nascita di un nipote, poi Beppe torna a Bordighera, prima di partire per Roma, dove si sta organizzando una mostra delle sue opere. è l’ amico Piero Giacometti a occuparsene ed è lui a costringerlo a lasciare l’ albergo per trasferirsi a casa sua. Passano insieme il Natale. Il 27, nel pomeriggio, Porcheddu esce, lasciando bastone e passaporto in camera. Non si avranno più sue notizie. Rimane l’ ultima lettera, spedita da Bordighera alla sorella Ambrogia: «La vita è un continuo tradimento. I più bei sogni… restano sogno. Chissà quando ci rivedremo?». Molti nel corso dei decenni hanno provato a investigare sulla vicenda, nessuno ha mai trovato spiegazioni. Santo Alligo vi dedica uno dei capitoli più corposi del recente terzo volume di Pittori di carta, appena pubblicato da Little Nemo. E lo stesso Alligo cura la grande retrospettiva che a Porcheddu dedica la galleria Narciso di piazza Carlo Felice 18 – con un delizioso piccolo catalogo – da giovedì prossimo al 24 novembre, realizzata con Enrica Crivello e grazie alla collaborazione con le figlie dell’ artista.

LEONARDO BIZZARO   20 ottobre 2007

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1 risposta a ORE 22:07 S.O.S NEMO MARISA DONATELLA : CHIARA SI E’ PERSA LA TESTA! MA DEVO RITROVARLA PER FAVORE! /////// SE VI PIACE VEDERE QUADRI NUOVI E VECCHI…// E’ DI UN “SUO” SCONOSCIUTO: GIUSEPPE PORCHEDDU / A CONOSCERLO PRIMA–SAREBBE STATA FELICE—

  1. nemo scrive:

    Beppe Porcheddu è stato un grande illustratore. A Bordighera abitano ancora le due figlie ( mentre il figlio, musicista dell’ orchestra sinfonica di Sanremo, è scomparso recentemente ), cugine di un altro ottimo pittore, Gian Antonio Porcheddu ( a sua volta, cugino dello scrittore e pittore Guido Seborga ), deceduto nel 1973 ( se ben ricordo ).

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