Massimo Raffaeli (Chiaravalle, 21 luglio 1957) è un docente, filologo e critico letterario italiano.Filologo e critico letterario, scrive di letteratura e di calcio, entrambe passioni della sua vita. Collabora con quotidiani fra cui il manifesto e La Stampa e con riviste e periodici quali Alias, Lo Straniero, Il caffè illustrato,Nuovi Argomenti, Tuttolibri. Ha curato l’opera di autori italiani (Carlo Betocchi, Alberto Savinio, Massimo Ferretti, Primo Levi) e ha tradotto dal francese Émile Zola, Louis-Ferdinand Céline, René Crevel, Jean Genet,Tony Duvert. La sua produzione, che comprende in buona parte lavori su Franco Fortini e Paolo Volponi, è raccolta in diversi volumi.
LE PAROLE E LE COSE
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di Massimo Raffaeli
[Questo articolo è già uscito su «Alias»—suppl. de IL MANIFESTO].
Aveva detto di lui Benedetto Croce, in una delle sue più celebri stroncature, che un ingegno così prosaico era incapace sia di illuminare l’intelletto sia di far battere il cuore. Croce si riferiva ovviamente all’occhio vitreo che sorveglia la macchina de I Viceré sottacendo le parti che in quel grande congegno polifonico trascendono la prosa esatta o glaciale del naturalismo e omettendo oltretutto di citare le zone di inventiva più sbrigliata che segnano, quando non intaccano, la più vasta e diseguale produzione di Federico De Roberto, a cominciare da un romanzo, una crime story travestita da love story o viceversa, dal titolo emblematico, Spasimo, del 1896. Infatti De Roberto, per paradosso speculare, fu un uomo non soltanto afflitto in vita sua dagli insuccessi commerciali e da una ambigua ricezione critica, ma anche un individuo di carattere emotivo, insicuro, sentimentalmente irrisolto, soggetto a disturbi neurovegetativi e psicosomatici fino alla morte sopraggiunta per trauma da svenimento, nel luglio del ’27, quando aveva appena sessantasei anni e da tempo era tornato a Catania, per sempre disilluso e scettico, contentandosi di scritture laterali ed erudite da cui comunque fuoruscivano, a sbalzo o per soprassalto di un’arte sovrana, schegge di assoluta perfezione quali per esempio la novella La paura, oggi celebrata come un capolavoro e, sia pure firmata da un mite patriota, come un potenziale manifesto di antimilitarismo. Leggi il resto dell’articolo
Massimo Raffaeli | ottobre 24, 2014 alle 7:53 am | Etichette: Antonio Di Grado, “Si dubita sempre delle cose più belle”. Parole d’amore e di letteratura, Benedetto Croce, Carlo A. Madrignani, Enzo Zappulla, Ernesta Valle, Federico De Roberto, Giuseppe Traina, I Viceré, La paura, Luigi Baldacci, Mario Lavagetto, Massimo Raffaeli, Natale Tedesco, Nunzio Zago, Paolo M. Sipala, Sarah Zappulla Muscarà, Spasimo, Vittorio Spinazzola | Categorie: Interventi, Recensioni | URL: http://wp.me/p3nNLR-4ia
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