ore 22:10 come sempre “appena un qualcosa di Senghor che parte da una sua poesia–una minuscola “evasione” con Franz Fanon sul tema —ma subito pronti a tornare al cammino principale …rinunciando a godere dei papaveri rossi, adesso nei prati, che non si sa perché, nascono solo nelle traverse del discorso—a voi non pare?

 

 

Senghor

 

 



Al termine degli studi liceali, gli venne assegnata una borsa di studio per continuare i suoi studi in Francia. Si laureò in lettere a Parigi nel 1935 e per i dieci anni successivi insegnò in qualità di professore nelle università e nei licei francesi: è stato in questo periodo che Senghor, insieme ad altri intellettuali africani venuti a studiare nella capitale coloniale, coniò il termine, e concepì il concetto di negritudine, intesa come riscoperta e riappropriazione della cultura africana, in risposta alla cultura europea imposta dai colonizzatori in quanto ritenuta superiore.

 

nota: bisogna aggiungere che questa riscoperta dell’autentico se stesso dell’uomo “negro” e insieme di una collettivita’ —che riusci a realizzare nei ventanni che diresse il paese —in Senghor non è mai “rifiuto-chiusura” alla cultura occidentale…se mai i due processi vanno insieme” : e se ci pensate è proprio così! Leggo in me stesso (semplifico) e nella mia collettività, ma di quanti più strumenti intellettuali mi approprio, anche di altri,  imparo a leggere meglio me stesso e la mia collettività–e reciproco…

Se ci pensate anche noi facciamo così con i “nostri Maestri” o modelli.

Mi viene in mente una cosa da ridere: pensate che i modelli di chiara principali sono stati Gramsci in prigione attraverso le lettere ed altro, ed inoltre–come non avesse bastato –proprio il famoso “libro da comodino”- era il Diario di Cesare Pavese, morto suicida, come sapete! Un ‘adolescente da Quartier Latin anni 30-40!

 

 

 

Una foto di Dakar nel 1910

Gautron – Carte postale ancienne. Collection Jean-Pierre Vergez-Larrouy

Les installations primitives de Dakar

 

 


logo di Dakar

 

 

 

valutate voi questa espressione…

 

 

Per il mio fratello bianco di Léopold Sédar Senghor.

Tratto da Poemi dalla Negritudine

 

 

Caro fratello bianco,

quando sono nato ero nero,

quando sono cresciuto ero nero,

quando vado al sole sono nero,

quando sono ammalato sono nero,

mentre tu, uomo bianco:

quando sei nato eri rosa

quando sei cresciuto eri bianco,

quando vai al sole sei rosso,

quando hai freddo sei blu,

quando hai paura sei verde,

quando sei ammalato sei giallo,

quando morirai sarai grigio.

E dopo tutto ciò,

tu hai il coraggio di chiamarmi

uomo di colore!

 

 

 

Léopold Sédar Senghor.jpg

LEOPOLD SÈDAR-SENGHOR (1906-2001)

—la foto è piccola ma è magnifica! E’ un uomo da mangiarselo di baci! Voi, no?

 

 

un secondo di “evasione” : mi permetto di suggerire, leggendo la poesia di Senghor (sara’ anni Trenta?), un intellettuale di una generazione più giovane (nasce nel 1925) che …”

Durante il suo soggiorno in Francia Franz Fanon scrisse il suo primo libro Peau noire et masques blancs (1952), un’analisi degli effetti della soggiogazione coloniale sulla psiche umana (l’autore è psichiatra), in particolare descrive la sua personale esperienza di intellettuale di colore immerso in un contesto bianco ed elabora, in questa opera che è a metà strada fra un saggio di analisi ed un manifesto, le modalità attraverso le quali le relazioni fra colonizzatore e colonizzato vengono, per così dire, normalizzate dalla psicologia e dalla cultura. Fanon, che, per cultura e istruzione, si riteneva un francese a tutti gli effetti, evidenziò tutto il suo disorientamento causato dal razzismo francese provato sulla sua pelle. Secondo Fanon, il linguaggio assume un ruolo importante nella formazione di una coscienza e di una consapevolezza individuale, quindi esprimersi in lingua francese vuole significare l’accettazione, volontaria o coercitiva, della cultura francese, comprendente l’identificazione del nero come simbolo del male. Questi valori della cultura dominante, quando vengono assimilati e interiorizzati, creano una frattura fra la coscienza, la consapevolezza dell’uomo di colore e il suo corpo, che produce una alienazione.[2] “—-

wikipedia

 

Torniamo a

Léopold Sédar Senghor (Joal9 ottobre 1906 – Verson20 dicembre 2001) è stato un politicopoeta senegalese di lingua francese che, tra le due guerre fu, con l’antilliano Aimé Césaire, il vate e l’ideologo della négritude.

Senghor è stato il primo Presidente del Senegal, in carica dal 1960 al 1980. È stato inoltre il primo africano a sedere come membro dell’ Académie française. È stato anche il fondatore del partito politico Blocco democratico senegalese. I suoi contributi alla  riscoperta moderna della cultura africana ne fanno uno dei più considerati intellettuali africani del XX secolo: dalla letteratura alla scultura, dalla filosofia alle religione.

 

 

 

 

 

 

 

 

da altre foto come questa mi par di capire che si fanno grandi gare (rally, meglio?) di qualunque cosa abbia ruote sulla sabbia del deserto

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