San Marino e la Prima Guerra Mondiale:; per secoli neutrale, il
piccolo Stato scese in campo, con pochi uomini e un ospedale, ma così
suscitò l’ira dell’Austria. L’ Austria, anche se non vi fu una formale
dichiarazione di guerra, dichiarò San Marino ” stato belligerante”,
rastrellò i cittadini maschi e adulti presenti nei suoi territori e li
deportò assieme agli italiani nei campi di concentramento di Wagna, a
sud di Graz e di Katzenau, alla periferia di Linz.
La vita era
difficile per i prigionieri, alcuni dei quali morirono di stenti e di
maltrattamenti.
Mancano notizie sui sanmarinesi,
ma dei 1754 trentini
deportati 353 morirono nei campi.
L’elemento più importante dello
sforzo bellico di San Marino fu la creazione di un ospedale di guerra
( ne scrive minuziosamente la storia Giuliano Giardi in un libro
pubblicato nel 2011). L’ospedale curò centinaia di soldati anonimi e
uno destinato a diventare famoso, Ernest Hemingway. Alla fine della
guerra il piccolo stato ebbe la soddisfazione di sedere al tavolo dei
vincitori e di firmare il trattato di Versailles. Invece un altro
piccolo stato, Andorra, che aveva addirittura dichiarato guerra alla
Germania, fu dimenticato e non fu invitato alla Conferenza, per cui
rimase ufficialmente in stato di belligeranza per decenni: secondo
alcuni fino al 1939, secondo altri addirittura fino al 1958.
Tratto da “Il Fatto” di lunedì 25 maggio, pag.18, articolo ” Quando
il piccolo Titano scese in guerra per l’ Italia” di Michele Concina.
Se ho capito, Giuliano Giardi è ambasciatore di San Marino a Monaco
presentazione del libro di Giardi a San Marino–30 maggio 2011