ORE 22:54 — GIA’ NOTTE SONANTE // UNO STUDIO SULLE DONNE –L’AMBIZIONE E IL POTERE—” “Una promozione viene giudicata in modo positivo, ma per le donne è anche fonte di stress. Così considerano il traguardo meno desiderabile”—ma perchè fonte di stress? la domanda non è parte dello studio…speriamo che vadano avanti, direi e VOI?

 

 

VALERIA FRASCHETTI

Le donne perseguono meno il potere degli uomini. Non è un’opinione, ma una sintetica parafrasi del risultato di uno studio scientifico realizzato da Francesca Gino, docente alla Harvard Business School ed esperta di processi decisionali e leadership, che sarà fra gli ospiti del Festival di Trento.
Se le donne occupano meno posti di potere, dunque, sarebbe colpa della loro scarsa ambizione?
«Non è questo che suggerisce il mio studio. Evidenzia piuttosto che gli uomini sono due volte più propensi delle donne a prefiggersi obiettivi di vita legati al potere e all’ascesa professionale. Rispetto a loro, le donne si pongono un maggior numero di obiettivi e per questo sanno di dover fare più sacrifici e rinunce. Così, ad esempio, una promozione sul lavoro è giudicata positivamente da entrambi, ma per le donne è anche fonte di stress. Il risultato è che uomini e donne vedono le posizioni di alto livello come ugualmente raggiungibili, ma le donne considerano questo traguardo meno desiderabile».
Insomma, le donne sono in un certo senso corresponsabili dello squilibrio di genere sul lavoro?
«Esistono molte ragioni per questo squilibrio, e possiamo raggrupparle in due categorie. La prima, quella cui appartiene il mio studio, ha a che fare con quelli che i sociologi chiamano “fattori dal lato dell’offerta” e gli psicologi “effetti intrapersonali”. Ovvero fattori legati alle differenti percezioni che hanno di sé uomini e donne, alle loro scelte e comportamenti. In questo senso, ad esempio, gli uomini sono più predisposti a comportamenti dominanti e a scegliere ambienti competitivi».
E la seconda categoria?
«È quella dei cosiddetti “fattori dal lato della domanda” o “effetti interpersonali”, e riguarda le barriere create dai modi in cui uomini e donne sono percepiti e trattati. Diversi studi suggeriscono che le donne sono percepite come meno competenti, prive di potenziale di leadership, e con più probabilità di incontrare scetticismo verso le loro idee e abilità. E questo tipo di pregiudizi sembra essere perpetuato anche dalle donne».
Tutti questi fattori quanto incidono sulla mobilità sociale?
«Le donne sono sottorappresentate nella maggior parte delle posizioni di livello senior, anche nelle società che valorizzano la parità di genere. Stime recenti indicano che le donne costituiscono meno del 5% degli amministratori delegati nelle aziende Fortune 500 (la lista che raggruppa le prime 500 aziende Usa per fatturato, ndr ), meno del 15% dei dirigenti, meno del 20% dei professori ordinari nelle scienze naturali, e solo il 6% dei partner in venture capital. Comunque, anche la piccola percentuale che raggiunge posizioni dirigenziali è relegata ad ambiti dell’azienda con meno influenza».
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Francesca Gino: “Una promozione viene giudicata in modo positivo, ma per le donne è anche fonte di stress. Così considerano il traguardo meno desiderabile”
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