21:53 —recensione de –IL LIBRO DI VITTORIO ARRIGONI : ” GAZA. RESTIAMO UMANI ” –MANIFESTOLIBRI 2009

 

 

Manifesto della Gioventù di Gaza per cambiare (1 min—in inglese)

GAZA YOUTH’S MANIFESTO FOR CHANGE!   (SEGUONO CANZONI PALESTINESI )

 

https://www.youtube.com/watch?v=XG5GgAlVDe8

 

WIKIPEDIA—VITTORIO ARRIGONI—UNA VITA ESCLUSIVAMENTE PER GLI ALTRI—

VALE LEGGERLA PER VEDERE TUTTI I LUOGHI DOVE E’ ANDATO PER

COMBATTERE SOLO CON LA PACE IN MANO–


Il 4 gennaio 2011 ripubblica sul proprio blog il manifesto dei giovani di Gaza Gaza Youth Breaks Out in segno di protesta e a favore della loro rivendicazione di libertà e democrazia sia dall’occupazione israeliana sia dall’oppressivo regime di Hamas.[42]

 

Nelle ultime settimane della sua vita prende posizione a favore delle rivoluzioni del 2011 in corso in diversi Paesi arabi, con l’auspicio di giungere a maggiore libertà e istituzioni democratiche per le popolazioni musulmane coinvolte.[43]

Rapimento e morte

La sera del 14 aprile 2011 viene rapito da un gruppo terrorista dichiaratosi afferente all’area jihadista salafita[44][45][46], all’uscita dalla palestra di Gaza nella quale era solito recarsi.[47] In un video immediatamente pubblicato su YouTube, in cui Arrigoni viene mostrato bendato e legato, i rapitori accusano l’Italia di essere uno “stato infedele” e l’attivista di essere entrato a Gaza “per diffondere la corruzione”. Viene inoltre lanciato un ultimatum, minacciando l’uccisione di Arrigoni entro il pomeriggio del giorno successivo, e chiedendo in cambio della sua liberazione la scarcerazione del loro leader, Hisham al-Saedni, più noto come sceicco Abu al Walid al Maqdisi, e di alcuni militanti jihadisti detenuti nelle carceri palestinesi.[44][48][49][50]

Il giorno successivo, il corpo senza vita di Arrigoni è rinvenuto dalle Brigate Ezzedin al-Qassam nel corso di un blitz in un’abitazione di Gaza;[50][51] secondo le forze di sicurezza di Hamas, la morte sarebbe avvenuta nella notte tra il 14 e il 15 aprile per strangolamento.[52] L’autopsia svolta successivamente all’Istituto di medicina legale dell’Università Sapienza di Roma confermò i rilievi palestinesi.[53]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

http://www.wuz.it/recensione-libro/5819/Recensione-Gaza-restiamo-umani.html

 

 

Recensione

 

 

 

Gaza. Restiamo umani. Dicembre 2008-gennaio 2009 copertina
  • Arrigoni Vittorio
  • Gaza. Restiamo umani. Dicembre 2008-gennaio 2009
  • Manifestolibri
  • 2009

Vittorio Arrigoni: la sua testimonianza in “Gaza. Restiamo umani”

 

 

“Restiamo umani è l’adagio con cui firmavo i miei pezzi per il Manifesto e per il blog. È un invito a ricordarsi della natura dell’uomo. Io non credo nei confini, nelle barriere, nelle bandiere. Credo che apparteniamo tutti, indipendentemente dalle latitudini e dalle longitudini a una stessa famiglia, che è la famiglia umana.”

La scomparsa di Vittorio Arrigoni, la tragedia della sua uccisione – decisa dai rapitori prima un blitz dei miliziani di Hamas nella casa in cui era tenuto ostaggio a Gaza City -, la violenza terribile che ha accompagnato la sua fine e lo sgomento per la rapidità con cui si sono succeduti i fatti, che hanno unito il nostro Paese per alcuni giorni, ha lasciato poi spazio per dei distinguo politici che risultano davvero inammissibili.
La vita di un uomo che sceglie di trasferirsi al centro di una guerra, al fianco di una popolazione soccombente, per tentare di sorreggere, aiutare e testimoniare, non può essere ricordata con frasi ambigue, con prese di distanza.

Il modo migliore per ricordare chi era Vittorio Arrigoni e perché si trovava in Palestina, è riprendere in mano il libro che la Manifestolibri pubblicò nel 2009 raccogliendo tutte le sue testimonianze, preziose perché rarissime, dei giorni terribili della sanguinosa offensiva israeliana “Piombo fuso” contro la Striscia di Gaza, andata avanti dal 27 dicembre 2008 al 18 gennaio 2009.


Nella interessante Prefazione Michele Giorgio scrive:
“Senza i preziosi resoconti quotidiani di Arrigoni, spesso scritti in condizioni difficili, durante i bombardamenti, nei rari internet point dotati di un generatore autonomo di elettricità, anche il nostro giornale [il Manifesto, ndr.] sarebbe stato costretto a riferire della guerra a Gaza solo con i lanci delle agenzie di stampa, sperando di poter ottenere, attraverso intermittenti comunicazioni telefoniche, qualche testimonianza diretta di quel bagno di sangue. Accanto all’impegno di Arrigoni, non si può dimenticare il lavoro, eccezionale, svolto dai reporter e dai cameramen palestinesi, quattro dei quali sono rimasti uccisi e altri 35 feriti dai bombardamenti che hanno anche colpito due sedi di giornali ed emittenti radiotelevisive.”

 


E ancora:
“L’operazione militare israeliana «Piombo fuso», scattata – secondo la versione ufficiale – per colpire Hamas e bloccare i lanci di razzi da Gaza, e che invece ha ucciso circa 1.300 palestinesi (tra i quali centinaia di donne e bambini) e provocato distruzioni stimate in alcuni miliardi di dollari (i morti israeliani sono stati 13, tre dei quali civili), passerà alla storia anche per le restrizioni imposte al lavoro dei giornalisti stranieri. La chiusura del valico di Erez, tra Gaza e Israele, ha impedito per tutto il conflitto, alla stampa estera accreditata nello Stato ebraico, di poter entrare nella Striscia e raccontare la guerra in tutti i suoi aspetti. Per tre settimane a centinaia di giornalisti provenienti da tutto il mondo – secondo cifre non ufficiali, oltre 400 – è stato negato il diritto di cronaca a Gaza e consentito di riferire liberamente soltanto ciò che accadeva nel Sud di Israele, preso di mira dai razzi Qassam e Grad sparati dai palestinesi. Di ciò che è avvenuto a Gaza, le telecamere di decine di stazioni televisive internazionali hanno potuto mostrare, dalle alture circostanti, le esplosioni in lontananza nelle città e nei villaggi, causate dalle bombe sganciate dagli F-16 e dai colpi dell’artiglieria pesante… ”

Arrigoni era lì.
Possiamo condividere le sue idee politiche oppure no, ma era lì testimone di una catastrofe innaturale, dalla parte dei civili, delle vittime, dei figli di un Allah minore, come lui stesso scrive, di chi usava le fionde contro le bombe al fosforo bianco, e non come combattente violento e prevaricatore al fianco di terroristi pericolosi.
Questo era Arrigoni, un giovane uomo disposto a fare da scudo umano per difendere la possibilità di altri uomini di coltivare i propri campi o di pescare nei loro mari.

L’indice degli articoli contenuti nel volume:
Guernica in Gaza – 27 dicembre 2008
Un lento morire in vano ascolto – 29 dicembre 2008
Le fabbriche degli angeli – 30 dicembre 2008
Catastrofe innaturale – 1 gennaio 2009
Fantasmi che chiedono giustizia –  gennaio 2009
Medici con le ali: Arafa Abed Al Dayem R.I.P. – 5 gennaio 2009
al-Nakba – 6 gennaio 2009
Fionde contro bombe al fosforo bianco – 7 gennaio 2009
«Non lascerò il mio paese!» – 8 gennaio 2009
Hanno ucciso Ippocrate – 9 gennaio 2009
Distruzione totale: lavori in corso – 10 gennaio 2009
Avvoltoi e cacciatori di taglie – 13 gennaio 2009
Figli di un Allah minore – 14 gennaio 2009
I gironi infernali di Jabalia – 15 gennaio 2009
Geografie rivoltate – 16 gennaio 2009
L’amore sotto le bombe – 17 gennaio 2009
I morti e i vivi – 19 gennaio 2009
Tracce di morte – 20 gennaio 2009
Lacrime che hanno visto – 22 gennaio 2009

Vittorio Arrigoni – Gaza. Restiamo umani. Dicembre 2008-gennaio 2009
127 pag., ill., 7,00 € – Edizioni Manifestolibri 2009 (Contemporanea)
ISBN 978-88-7285-584-3

L’autore

20 aprile 2011 Di G.M.

 

ALTRE OPERE

 

 

 

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