16:06 UNA RICERCA DEL SOCIOLOGO MARZIO BARBAGLI: LA MALAVITA IN ITALIA NEGLI ULTIMI TRENTANNI –DA REP DI LUNEDI’ 21 –p.31 —LO RACCONTA VLADIMIRO POLCHI GIVANO

 

 

marzio barbagli nasce a Montevarchi nel 1938  — gli incarichi e i saggi sono troppi!

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VLADIMIRO POLCHI
(giornalista e scrittore–Einaudi, Laterza… e adesso un libro con AUGIAS su Giulio Cesare e periodo- fino a Tiberio)

 

 

 

Crollano gli omicidi, ora al minimo storico, è boom di borseggi. Diminuiscono le auto rubate ma crescono le rapine. E Napoli si scopre più sicura di Torino e Milano sul fronte dei furti in casa. La ricerca del sociologo Marzio Barbagli racconta come si è evoluta la malavita in Italia negli ultimi trent’anni.
L’Atlante del crimine: per lo più di notte. Entravano in casa con i proprietari ancora a letto. Erano una banda di sei topi d’appartamento superspecializzata: sessanta colpi andati a segno in pochi mesi. A fermarne la corsa, pochi giorni fa, sono stati i carabinieri di Torino. I sei già preparavano un nuovo colpo. Sarà anche grazie a loro, se il capoluogo piemontese potrà oggi continuare a vantare il suo record: Torino è la città d’Italia con il più alto tasso di furti in appartamento. Ma non tutto è nero. Il ritratto criminale del Paese è in chiaroscuro. Basta vedere gli ultimi dati: è boom di borseggi, rapine in strada e furti in casa, ma crollano omicidi, rapine in banca e furti d’auto. E poi ci sono numeri che stupiscono: i morti ammazzati diminuiscono soprattutto durante gli anni della crisi economica e Napoli, a dispetto del senso comune, vede calare gran parte dei suoi reati.
A scartabellare tra i dati ancora inediti del Viminale è una ricerca del sociologo Marzio Barbagli, che da anni maneggia le statistiche su reati e sicurezza. Ebbene, qual è lo stato di salute del nostro Paese? Partiamo dagli omicidi. Anche se nessuno ha celebrato l’evento, l’Italia ha battuto nell’ultimo anno un nuovo record: quello del più basso numero di omicidi della sua storia. Nel 2014 sono stati 468, nel 1991 erano 1.916. Un crollo che accomuna tutti i tipi di omicidio ( da quelli di criminalità organizzata ai passionali), sia consumati che tentati. Durante gli anni della crisi economica la diminuzione è stata ancora maggiore: mentre nel periodo 2000-2009 la flessione è stata del 2,5% ogni anno, dal 2009 al 2014 ha raggiunto il 3,6%. «Interessante – aggiunge Barbagli – è il confronto fra l’Italia e la Grecia, un Paese che ha sofferto molto negli anni della crisi e nel quale le tensioni sociali non sono mancate. Ebbene, questi due Paesi hanno avuto nell’ultimo periodo andamenti del tasso di omicidi non solo diversi, ma opposti. Mentre in Italia sono diminuiti, ancor più che negli anni precedenti, in Grecia sono aumentati ».
E ancora: in base alle elaborazioni di Barbagli su dati Sdi/Ssd, a Sud il crollo del tasso di omicidi è stato ancora più rapido che a Nord. La flessione maggiore (16% annuo) è a Genova, che oggi è la più sicura fra le grandi città, seguita da Catania (14% all’anno) e Napoli (5%). «Un effetto di grande rilievo di questo mutamento – si legge nella ricerca – è che nell’ultimo quarto di secolo le differenze fra il Mezzogiorno e il Settentrione riguardo ai tassi di omicidio sono continuamente diminuite. Nel 1990, il primo aveva un tasso 5,3 volte maggiore del secondo. Oggi ne ha uno solo 1,4 volte maggiore. È un mutamento che è giusto interpretare come un grande processo di modernizzazione di un’area tradizionalmente e ingiustamente considerata statica».

Sui furti, la fotografia è invece più sfocata. Alcuni continuano a diminuire. Come i furti d’auto: «Dopo essere raddoppiato in soli sette anni, dal 1984 al 1991 – scrive Barbagli – il numero delle macchine rubate ha cominciato a diminuire e ha continuato questa tendenza anche negli anni delle crisi, raggiungendo nel 2014 il livello più basso dell’ultimo trentennio (119mila)». Una spiegazione c’è: «La flessione è ricondotta alla minore remuneratività di questo tipo di furto, perché è diventato più difficile, e meno conveniente di prima, collocare le auto di piccola e media cilindrata presso uno sfasciacarrozze che ne ricavi dei pezzi di ricambio ».
Questo non si è verificato per altri tipi di furto, la cui frequenza (pur avendo subito una flessione nel corso degli anni 90 o nei primi otto anni del Duemila) ha ripreso a crescere nel periodo della crisi economica: i borseggi e i furti in appartamento. I primi sono passati, dal 2009 al 2014, da 113mila a 179mila, con un incremento annuo del 7,3%. L’aumento è avvenuto in tutto il Paese, ma è stato più forte nelle regioni settentrionali, nelle quali negli ultimi trent’anni la frequenza dei borseggi è sempre stata maggiore. «La crescita media annua di questo tipo di furto è stata del 4,1% a Milano, del 13,2% a Torino, del 19% a Bologna, del 20% a Firenze, addirittura del 31,5% a Roma. Bologna – sottolinea Barbagli – è ritornata capitale dei borseggi (come è stata dal 1995 al 2006)». Al Nord l’eccezione è Genova, con un aumento medio annuo dell’1%. Va segnalato il caso di Napoli, dove l’incremento medio è stato solo del 2,9%.
Ma quelli che più colpiscono sono i furti in casa, passati, dal 2009 al 2014, da 149mila a 255mila, con un’impennata annua eccezionale: più 13,9%. Non è un caso se il disegno di legge delega sul codice penale in discussione ora alla Camera inasprisca proprio le pene per scippi e furti in appartamento. Le città centro-settentrionali hanno visto la crescita maggiore. «Bologna ha avuto un incremento straordinario (il 24,4% medio annuo), seguita da Milano e Catania, con il 20%. Napoli è la città che ha conosciuto il minor aumento (3,2% annuo). Torino è oggi la città con il tasso più alto di furti in appartamento, seguita immediatamente da Milano e Firenze. Quella più sicura è proprio Napoli, con un tasso 6,7 volte più basso del capoluogo piemontese».
Infine le rapine. La crescita del più grave dei reati contro il patrimonio è stata forte, soprattutto guardando il lungo periodo. Le rapine sono cresciute dalle 35mila del 2009 alle oltre 43mila del 2013, per scendere solo leggermente nel 2014 (40mila). Ma ogni tipo di rapina fa storia a sé. «Grazie al miglioramento dei sistemi di sicurezza, il numero dei colpi contro le banche è crollato, passando da 1.735 nel 2009 a 789 nel 2014. Anche quelli ai danni degli uffici postali sono diminuiti. Sono cresciute invece nel corso degli anni le rapine in strada e quelle in abitazione (seppure in leggero calo nel 2014, ndr) ». Non solo. Mentre nel Settentrione il tasso di rapine è aumentato, nel Meridione è diminuito. Illuminanti i dati delle grandi città. Torino segna un incremento medio annuo del 4,5%, Roma del 4,8%, Firenze del 6,4%, Milano del 6,9%, Bologna addirittura del 7%. Anche in questo caso Genova fa eccezione, con un aumento annuo dell’1%. E mentre nelle città centro-settentrionali il numero delle rapine cresceva, a Napoli negli anni della crisi diminuiva. Dal 2009 al 2014 il capoluogo partenopeo ha avuto una diminuzione media annua del 5%. «Di conseguenza, pur restando ancor oggi la città con il tasso più alto di rapine – conclude Barbagli – Napoli è sempre più vicina a Milano e Torino».
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