Anche se questa parola mi pare sia stata
ingiustamente abolita dalla psicoanalisi:
fortunatamente ho avuto nei primi anni delle medie
un’educazione cattolica e, quindi,
un’educazione fortissima della volontà,
che è come dire un’educazione all’autodisciplina:
altrimenti non sarei mai uscita dalla malattia mentale
nonostante farmaci e terapia.
Credo che la terapia di una malattia mentale
debba consistere anche,
una volta stabilito chiaro un obiettivo
che si vuole davvero,
in un allenamento a volere e a decidere
e quando parlo di allenamento,
parlo di ginnastica
perché la mente è uguale ad un muscolo.
dal cap. 10 del “famoso libro che non c’è” di chiara
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Bello l’albero e la volontà di vivere che esprime, una volontà di bene.