+++ giorno della memoria :: ROBERTA DI CAMERINO (GIULIANA COEN CAMERINO) ALL’ESAME DI MATURITA’ AL ” MARCO POLO” DI VENEZIA—GRAZIE AD “ALTRO PONENTE” E VARIO—

From: altroponente@yahoogroups.com
Date: Sun, 7 Feb 2016 18:12:34 +0100
Subject: [altroponente] memoria

 

 

 

 

 

Questo successe a Giuliana Coen Camerino, poi conosciuta come Roberta di Camerino, al ginnasio-liceo “Marco Polo”, di Venezia, quando diede l’esame di maturità, nel 1939. L’anno precedente erano entrate in vigore le leggi razziali, e gli studenti ebrei erano stati espulsi dalla scuole.

«Quella mattina entriamo in classe e assisto alla prima sorpresa. Tutti i banchi sono in fila, come sempre. Ma ce ne sono due in un canto, un po’ scostati. Io faccio per sedermi a caso, quando mi arriva alle spalle un professore e mi dice: “No, laggiù per favore”, e indica uno dei banchi messi da parte. Quasi nessuno si accorge di quel che sta accadendo perché c’è il solito trambusto, gli amici cercano di stare insieme, c’è chi cambia idea all’ultimo momento, chi baratta il suo con un altro posto. Alla fine siamo tutti seduti. C’è un attimo di silenzio, finalmente. Ed è in quel momento che, da un banco centrale, si alza un ragazzo. Non è bianco, è un mulatto. Alza la mano, per poter parlare. È il figlio di una principessa [eritrea] e d’un generale italiano. “Volevo sapere perché quei candidati son tenuti da parte”. Ha una voce sonora, un accento romanesco, ma elegante. Il professore ha un momento d’imbarazzo, ma si riprende. “Sono privatisti”. Il mulatto sorride. “Certo: privatisti. Ma perché sono ebrei, non è vero?”. Questa volta l’imbarazzo del professore è più evidente. Il giovane [eritreo] non gli dà nemmeno il tempo di dire una parola. “Se è per una questione di razza, nemmeno io sono ariano, come certo non vi sarà sfuggito, non è vero? Perciò, con il suo permesso…”. Ma non aspetta il permesso di nessuno. Prende l’ultimo banco della fila, che era vuoto, e lo spinge verso i nostri, di lato. Allora accade l’imprevedibile, davvero. Tutta la classe si alza, alcuni mi fanno alzare, prendono anche il mio banco. In un niente la classe è tornata normale: tutti i banchi tornano in tre file, noi siamo con gli altri. Il giovane mulatto, prima di sedersi a sua volta, fa un rigoroso inchino al professore. C’è un attimo di silenzio. L’insegnante è turbato. Si leva gli occhiali, passa una mano sugli occhi. Poi, quasi parlando a se stesso, ma lo sentiamo benissimo dal posto, si lascia scappare un: “Vorrei abbracciarvi tutti quanti”.» 
Il ragazzo mulatto che si alza per primo e scatena una reazione da Attimo fuggente si chiama Vico Sprocani; il registro della maturità dice che è nato a “Cheren (colonia eritrea)” – oggi Keren – e che viene promosso a settembre dopo aver ridato l’esame di matematica e fisica. Giuliana viene promossa a giugno con sette in matematica, scienze ed educazione fisica, sei nelle altre materie.

Enzo

www.enzobarnaba.it

QUALCOSA SU ROBERTA DI CAMERINO—MUORE NEL 2010

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