DA DONATELLA D’IMPORZANO ::: +++ IL CONDOMINIO DEI CUORI INFRANTI –QUINTO che trit

 

 samuel benchetrit   (1973 ), Champigny-sur-Marne, Francia

est un écrivain, acteur, scénaristeréalisateur, peintre1 et metteur en scène

 

 

DONATELLA D’IMPORZANO CI SEGNALA :::

 

A proposito di semplicità e bellezza, ho visto recentemente un film,” Il condominio dei cuori infranti”. Purtroppo non so dirvi l’autore, perché non sono riuscita a prendere la scheda. E’ una di quelle opere che ti lasciano qualcosa dentro. E’ ambientato in una periferia brutta, grigia, diremmo oggi degradata, che potrebbe essere la periferia di qualsiasi grande città dell’Europa. C’è un casermone, tipo case popolari, dove all’inizio del film vediamo gli inquilini riuniti per rimettere in funzione l’ascensore. In questo deserto grigio e fatiscente, dove tocchiamo quasi fisicamente la solitudine e il dolore delle persone abbandonate alla propria miseria morale e materiale, a poco a poco vediamo sbocciare dei fiori di umanità, quasi inavvertitamente, con pudore. C’è l’attrice che cerca una parte e che viene aiutata dal ragazzo suo vicino di casa a ricordarsi il copione; c’è l’astronauta della Nasa che atterra sul terrazzo del palazzone e che, solo e abbandonato momentaneamente anche dalla sua potente organizzazione, viene accolto come un figlio dalla signora magrebina che ha un figlio in prigione della stessa età del cosmonauta ; c’è un signore che non ha più l’uso delle gambe ( questo personaggio è forse il più solo di tutti in toni disperati e grotteschi) che si innamora di una infermiera di notte e per lei riesce disperatamente a raggiungerla con le sue proprie gambe. Insomma, un inferno grigio e disperato da cui sorgono dei fiori inaspettati, come dai deserti fioriscono per pochi giorni fiori meravigliosi. C’è speranza in questo mondo o, per dirla con De André, ” dal letame nascono i fior”.

 

 

Locandina italiana Il condominio dei cuori infranti

 

Un film di Samuel Benchetrit. Con Isabelle Huppert, Gustave Kervern, Valeria Bruni Tedeschi, Tassadit Mandi, Jules Benchetrit.

Titolo originale Asphalte. Commedia drammatica,Ratings: Kids+13, durata 100 min. – Francia, Gran Bretagna 2015. – Cinema uscita giovedì 24 marzo 2016. MYMONETRO Il condominio dei cuori infranti * * * - - valutazione media: 3,44 su 16 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Home » Film » 2016 » Il Condominio Dei Cuori Infranti
Consigliato sì!
3,44/5

 

recensione di Marzia Gandolfi * * * 1/2 –

Una serie di incontri improbabili che producono tenerezza, riso e compassione per un mondo immerso nell’alienazione urbana.

Su un immobile grigio delle banlieue parigine precipita John Mckenzie, un astronauta americano finito fuori rotta. Raccolto sul tetto da madame Hamida, una donna marocchina che lo ama come un figlio, Mckenzie attende che la NASA lo riconduca a casa. Qualche piano sotto Charly, adolescente che vive con una madre assente, soccorre la nuova vicina, Jeanne Meyer, attrice degli anni Ottanta caduta dal piedistallo e chiusa fuori dalla porta. Al primo piano crolla a terra Sternkowtiz dopo cento chilometri di cyclette e una disastrosa riunione condominiale. Tre cadute che troveranno nell’altro una ragione: John infilerà la via di casa a colpi di affetto e di cuscus, Sternkowtiz scoprirà l’amore con un’infermiera lunare, Charly supplirà la madre con Jeanne e Jeanne comprenderà la bellezza degli anni negli occhi di Charly.
Ispirato a due racconti di “Chroniques de l’asphalte”, il quinto film di Samuel Benchetrit è una commedia surreale e sociale che descrive la realtà nella sua desolazione e la riscatta attraverso la mobilitazione di un’umanità inattesa. Scrittore e regista, Benchetrit pesca nella sua autobiografia e mette in schermo le banlieue della sua infanzia, osservandone l’impassibilità e facendone esplodere il contenuto emotivo. Con uno stile rigoroso, inquadrature fisse e pochi movimenti di macchina, Il condominio dei cuori infranti unisce la pulizia delle immagini alla semplicità della progressione narrativa, spogliata di qualsiasi sentimentalismo. Seriamente ironica, la poetica dell’autore impiega il linguaggio della sconfitta per parlare di speranza, della caduta per dire della risalita. In una cité in disarmo sotto un cielo coperto e incolore, che amplifica il suono livido di uno sportello scambiato per pianto, grido, supplica, l’autore innamora anime belle che nell’incontro con l’altro ritrovano il senso e la volontà. Le loro traiettorie chiuse subiranno importanti variazioni aprendole ad altri ambienti e mettendole in contatto con persone diverse ma con la stessa voglia di lasciarsi alle spalle memorie dolorose. Trasognato e sotterraneamente politico, Il condominio dei cuori infranti combina realismo sociale e scrittura tragicomica, affrontando poeticamente l’emarginazione. A creare la sospensione e la fluidità sognante del racconto contribuiscono il luogo della vicenda, la banlieue tenuta fuori campo e poi svelata nel piano finale che scioglierà il terrore sociale e l’aneddotica sul gemito prodotto dal vento, e i vestiti, i personaggi sono abbigliati sempre allo stesso modo, in fogge che li qualificano e identificano. Scoglio ostinato in un mare di uniformità, il film di Benchetrit afferma la sua natura altra, intima e densa svolgendo una serie di ritratti maschili e femminili che condividono un condominio e un’assenza, il sentimento forte di una mancanza: il figlio per madame Harmida, la madre per Charly, la homeland per John, la compagna per Sternkowtiz, un ruolo (nella vita) per Jeanne. I personaggi di Benchetrit incarnano la solitudine contemporanea sfuggendo tuttavia lo stereotipo grazie alla frontalità della messa in scena e a battute secche che li inchiodano al proprio ruolo o lo definiscono con humour. Tra i piani, lungo i corridoi, dentro gli appartamenti, nell’ascensore, si muove un’umanità spicciola che Benchetrit ama di sconfinato amore. La petites gens che diluisce la malinconia e gli affanni nel fare, nel parlare, nel cucinare, nel regalare un gesto che ha come premio il gusto irripetibile di un sorriso o di una lacrima. Se ancora una volta Isabelle Huppert e Gustave Kervern hanno ‘peso specifico’, è Michael Pitt a stabilire la differenza che lo distingue nei lunghi silenzi o nelle battute in inglese, lingua straniera che diventa risorsa comica non verbale. Dandy caduto sulla terra con gli occhi acquosi davanti allo sguardo materno di Tassadit Mandi, il suo astronauta è l’alieno precipitato sul lato oscuro del pianeta, sul lato grigio di Parigi che diventa ‘piattaforma’ da cui ripartire.

http://www.mymovies.it/film/2015/asphalte/

 

consigliamo di aprire e leggerne un pochino, almeno famiglia, adolescenza…

IMPO : ” Le croniques de l’asfalte ” in 5 volumi, è la sua biografia da cui alcuni film

https://fr.wikipedia.org/wiki/Samuel_Benchetrit

 

 

UN ALTRO FILM DEL REGISTA:
I Always Wanted To Be a Gangster
* * * – –
(mymonetro: 3,00)
Il sogno di diventare cattivi
Consigliato: Sì*media giudizi di pubblico, critica e dizionari.
Un film di Samuel Benchetrit. Con Anna Mouglalis, Edouard Baer, Jean Rochefort, Laurent Terzieff, Jean-Pierre Kalfon. Titolo originale J’ai toujours rêvé d’être un gangster. Commedia, durata 113 min. – Francia 2007.

La storia, divisa in quattro episodi, di un gruppo di aspiranti gangster che fanno di tutto per essere dei delinquenti modello ma si accorgono di non avere la stoffa.

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *