LUDOVICO EINAUDI, COMPOSITORE E ARTISTA CI PROPONE : ” RUN ” (correre/ corri) —attenzione anche lui ha tirato in ballo i cavalli drammatici…addirittura tragici, ma non stretti!

 

 

 

Ludovico Einaudi playing piano, black and white photo

 

Ludovico Einaudi nasce a Torino nel 1955: è pianista compositore…ecce!

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5 risposte a LUDOVICO EINAUDI, COMPOSITORE E ARTISTA CI PROPONE : ” RUN ” (correre/ corri) —attenzione anche lui ha tirato in ballo i cavalli drammatici…addirittura tragici, ma non stretti!

  1. Donatella scrive:

    Ci sono cavalli drammatici, cavalli comediens, cavalli clown, cavalli che si danno all’avanspettacolo, cavalli illusionisti ed infine cavalli che sono stanchi nell’umida sera, ma la folta criniera sembra il vento invocar. Ma i cavalli si interessano un po’ di noi?

  2. Roberto scrive:

    E’ un apoesia molto lunga , così …solo alcuni versi in omaggio al cavallo:

    Un cavallo cade stremato
    sulla Promenade des Anglais
    a Nizza proprio di fronte al Negresco

    il giorno sarebbe un giorno di settembre
    e cade il tramonto dolcemente

    Tu che passi di là mi chiedi perchè
    – Perchè cosa? –
    dico io che sono lontano
    in un’altra città in un altro paese
    forse anche lontano nel tempo
    …………………………..
    ……………………………….
    Qualcuno è una coppia d’innamorati che guarda
    il cavallo sdraiato per terra che trema
    con occhi sgranati
    anche il loro amore sta tremando
    per terra col cavallo
    con occhi spaventi
    ……………………………….
    …………………………….
    Il cavallo è un puledro di razza dal pelo dorato
    lucido di sudore e sembra ancora più bello
    e il cuore gli scoppia nel petto
    mentre prova a rialzarsi ma non ce la fa
    proprio non ce la fa
    mentre guarda col bianco degli occhi
    degli occhi sconvolti dal terrore
    mentre crolla di nuovo giù
    ed è morto

    ……………………………
    …………….. solo alcuni versi sparsi sul cavalli e non è un cavallo stretto questo ma un puledro di razza. anche loro muoiono.
    Una di quelle cose che non centrano niente. forse.

  3. Donatella scrive:

    Rob ha toccato un tasto molto delicato, struggente: la sofferenza degli animali, cui pochi sembrano accorgersi. Eppure è lì sotto i nostri occhi. E’ qualcosa che mi ha sempre sconvolto, forse perché non riescono ad esprimere il proprio dolore, oppure perché non siamo noi in grado, il più delle volte, ad ascoltarlo e a soccorrerlo.

  4. Chiara Salvini scrive:

    Sono sicura che sanno esprimerlo benissimo, di fronte alle formiche però mi fermo! A VIEREMU, diceva un bolognese quasi ligure. Sono certa che non sappiamo ” metterci in ascolto “…e poi, ascoltare, s’intende, come in generale non si riesce con i bambini appena nati che non usano il nostro linguaggio, ma anche dopo quando lo usano: Nini, che ha quattro anni e mezzo, già in buona parte ” sotto il magnifico effetto della nostra civiltà “, è spesso non facile da decifrare. Il dolore degli animali fa più male perché loro sono tra gli ” oggetti ” preferiti per esprimere la nostra umanità, oggigiorno sono più ” oggetto” dei bambini”, ma vi chiedo : ” e dei vecchi, ancor più se malati” ? Senza parlare di vecchi e malati mentale, o di vecchi ex-carcerati, o di immigrati nel Mediterraneo che L’Europa tutta con L’America ” non ce la fa a non farli morire…si può dire a centinaia al giorno “. ? come la mettiamo? grazie da chiara per il blog

  5. Roberto scrive:

    dovremmo provare a darci una scala di valori personale, al di fuori degli stereotipi. Un cavallo ti strazia il cuore, un gatto un po’ meno, un cane può farti scoppiare con uno sguardo. Un bambino appena nato ( la dico grossa?) mi lascia quasi indifferente, se poi si mette a urlare con quei decibel che ti rompono i timpani ..vien voglia di rompere lui. Poi cresce e lo sguardo acquista forma sentimento vivacità e sa sorridere..
    Casi, diciamo singoli.
    Popoli, immigrati, guerre , violenze di massa: inorridisco e mi sento in colpa. stupidamente: sono vecchio e acciaccato, poco o niente posso fare per loro se non mandare qualche soldo per placare la coscienza. Non va, per me non va. Penso sempre che avrei dovuto pensarci prima , ma è inutile: non l’ho fatto. Ho pensato a me stesso.Ora dovrebbe essere tardi per recriminare.
    I vecchi i malati i malati mentali.
    Per quanto riguarda i vecchi, non devo guardar lontano: basta uno specchio.
    I malati. Sono altro da noi finchè qualcosa di simile non ci colpisce. uno sano non può capire un malato. finge, si sforza. prova compassione ma…con distacco. Se ci sei dentro li capisci. Dobbiamo “toccar per mano” per vedere.
    Lo stesso per i malati di mente, li conosco bene e non mi fanno quasi mai pena. desiderio d’aiutarli: nessuno di loro è irrecuperabile. La compassione la lascio agli altri.
    amen. ahug !

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