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Un ‘sosia’ della Terra attorno alla stella più vicina
Potrebbe avere acqua liquida
24 agosto, 20:20
Scoperto il ‘gemello’ della Terra in assoluto più vicino a noi: è Proxima b, un pianeta roccioso che orbita intorno alla stella ‘vicina di casa’ del Sole, Proxima Centauri. Dotato di una massa di poco maggiore rispetto a quella della Terra, completa un giro intorno alla sua stella in 11 giorni rimanendo ad una distanza compatibile con la presenza di acqua liquida in superficie, un elemento chiave per la caccia a forme di vita. Lo annunciano su Nature gli astronomi coordinati dalla Queen Mary University di Londra.
Un primo indizio della presenza del gemello della Terra ‘Proxima b’ era già stato individuato nel 2013, ma la conferma è arrivata solo dopo l’intensa campagna di osservazioni ‘Pale Red Dot’ (Piccolo punto rosso), condotta nei primi mesi del 2016 puntando su Proxima Centauri lo spettrografo HARPS montato sul telescopio da 3,6 metri dello European Southern Observatory (Eso) in Cile.
I dati, combinati con immagini prese da una selezione di telescopi sparsi in tutto il mondo, sono stati poi divulgati passo dopo passo attraverso un’eccezionale campagna di comunicazione sul web, tra blog e social media.
Gli astronomi al momento non escludono la presenza di acqua sul pianeta, anzi: affermano che se ci fosse davvero, potrebbe trovarsi nelle zone più soleggiate, cioè nell’emisfero che si rivolge alla stella oppure nella zona tropicale. ”Il prossimo passo – affermano – è la ricerca di vita su Proxima b”.
Una scoperta epocale
E’ una scoperta epocale, quella di un pianeta simile alla Terra in orbita intorno alla stella più vicina, Proxima Centauri: “è il pianeta esterno al Sistema Solare più vicino a noi mai scoperto, è veramente una pietra miliare per l’umanità”, ha commentato l’astronoma Isabella Pagano, dell’osservatorio di Catania dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). A fare della scoperta di Proxima b un evento davvero unico è “l’avere provato che la stella più vicina a noi ha un pianeta nella zona in cui può esistere acqua liquida e dove anche la temperatura potrebbe essere ideale per l’esistenza di forma di vita”. La scoperta, ha proseguito la ricercatrice, è il coronamento di una ‘caccia’ davvero molto lunga, durata ben 16 anni e condotta da Terra, con il telescopio dell’Osservatorio Europeo Meridionale (Eso) in Cile, a La Silla.
Quelle condotte con il telescopio dell’Eso a partire da 16 anni fa sono state “ricerche pionieristiche”, ha osservato Isabella Pagano, ma non sufficientemente confermate. Le cose sono cambiate con l’installazione dello strumento Harps (High Accuracy Radial velocity Planet Searcher), che ha permesso di trovare tutte le conferme. Lo stesso strumento è stato installato anche nel Telescopio Nazionale Galileo, nelle Canarie, per osservare il cielo dell’emisfero Nord. “Il pianeta Proxima b ha una massa simile a quella della Terra, di 1,5 volte maggiore, ma non sappiamo che dimensioni abbia”, ha detto ancora l’esperta. Potrebbe, per esempio, “avere un volume maggiore o minore della Terra, a seconda della sua densità”. Quello che sappiamo con certezza è che si tratta di un piccolo pianeta nella cosiddetta ‘zona abitabile’, ossia la distanza ‘giusta’ dalla stella per avere acqua allo stato liquido. Ma è anche vero, ha rilevato pagano, che “Proxima Centauri è una stella attiva, con brillamenti solari carichi di energia.
Per questo non siamo in grado di dire se effettivamente il pianeta èabitabile”. le condizioni perchè lo sia teoricamente ci sono, ma per saperne di più si dovrebbe osservare il pianeta mentre transita contro il disco della sua stella: “in moltissimi hanno cercato di farlo, ma senza successo”, ha detto Pagano. Il transito permette infatti di acquisire molto informazioni sul pianeta, compresa la possibilità che possa avere acqua liquida. A queste domande, ha concluso l’astronoma, potrà dare una risposta la prossima generazione di telescopi spaziali.
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Speriamo che gli eventuali abitanti di nuovi mondi siano meno cattivi di noi, ma non ci spero troppo.