ADRIANA CERRETELLI, IL SOLE 24, SULL’ACCORDO COMMERCIALE CON IL CANADA—E SULLA DEMOCRAZIA CHE CAMBIA NELL’ERA DI INTERNET—

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ADRIANA CERRETELLI  ( note al fondo )

 

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25 OTTOBRE 2016——Il Sole 24 Ore—-pp. 1-5    (LINK AL FONDO)

commercio globale

ADRIANA CERRETELLI

 

Il no belga all’intesa Ceta e la democrazia come alibi

 

Forse il Ceta non è morto ma ormai si aggira come uno zombie tra le macerie della politica commerciale europea.
Il gran rifiuto della Vallonia impedisce al Belgio di ratificare l’accordo di libero scambio tra Unione e Canada, quindi di raggiungere la necessaria approvazione unanime a 28. Quindi di tenere il previsto summit bilaterale che dopodomani a Bruxelles avrebbe dovuto apporre il sigillo conclusivo a 7 anni di negoziati difficili ma alla fine soddisfacenti per tutti.
Se non scaturisse dalle libere dinamiche delle regole europee e democratiche, sarebbe raccapricciante la fronda di un mini-parlamento regionale, rappresenta 3,5 milioni di persone, che impedisce a oltre mezzo miliardo di europei e a 35 milioni di canadesi di beneficiare dell’aumento del libero scambio.
Potrebbe perfino apparire una vicenda marginale, da non drammatizzare troppo perché prima o poi troverà una soluzione, magari entro l’anno, se non rischiasse di affondare, con la credibilità negoziale dell’Unione, un’intesa che ne accoglie quasi tutte le rivendicazioni e promette di potenziare del 20% l’interscambio e la crescita dell’economia di 12 miliardi di euro all’anno, 9 miliardi di dollari per il Canada. Numeri magici in questi tempi grami.
Potrebbe, se non fosse che è l’ultima espressione della “politica dei no” che sta sfiancando l’Unione senza pietà. La bocciatura della Vallonia arriva infatti dopo il no della Danimarca a una maggiore integrazione nella politica Ue degli Interni e della Giustizia. Dopo il no dell’Olanda, per referendum consultivo (votanti, 30% del totale), alla ratifica dell’accordo di associazione Ue-Ucraina già provvisoriamente in vigore. Dopo il no all’Unione degli inglesi, il più devastante.

«È in atto una rivoluzione democratica trainata da Internet che cambia la società, come a suo tempo la stampa. La politica deve cambiare, soprattutto quella europea, la più antiquata con le sue soluzioni anni ’70 per problemi anni ’50», commenta brutale un osservatore olandese.

 

Nella nuova metafisica del no, all’assalto di ogni ordine costituito, nazionale, europeo, globale, c’è dentro di tutto: insicurezze crescenti dei cittadini, paure del nuovo, del diverso, del più forte, del più competitivo, del futuro. C’è furore emotivo e trionfo dell’irrazionalità, spesso frutto di scarsa conoscenza o di abili manipolazioni esterne.
In democrazia il consenso è ineludibile, non importa se spesso le società o loro agguerrite minoranze non sanno quel che si fanno quando votano contro il libero commercio e l’Europa, grandi motori di sviluppo e lavoro. O per i muri e l’arroccamento nazional-identitario.
«È un testo-marmellata, 300 pagine di Trattato, 3000 di annessi, 2 dichiarazioni interpretative e varie bilaterali» taglia corto il portavoce del parlamento vallone. Del Ceta non piace soprattutto l’ISDS, la clausola che crea un tribunale arbitrale permanente per risolvere le vertenze tra multinazionali e governi. L’ISDS oggi compare in 1.400 accordi commerciali bilaterali sottoscritti dai paesi Ue e in circa 3.000 nel mondo.
In questo modo salterebbero gli standard sociali e ambientali europei, denuncia Paul Magnette, presidente della Vallonia e nuovo eroe anti-sistema che sogna, pare, di diventare premier del Belgio. In realtà il Ceta, si dice, ha la colpa di essere il fratello minore del Ttip, l’accordo con gli Usa in stand-by. Accusa pretestuosa. Il Ceta accetta tutto quello che il Ttip rifiuta: dazi industriali quasi tutti azzerati, mercato aperto per servizi e appalti pubblici a tutti i livelli di Governo, mutuo riconoscimento delle qualifiche professionali, forte protezione per investimenti e ben 143 indicazioni geografiche Ue. Tutela dei diritti del lavoro e dell’ambiente.
Evidentemente nelle democrazie europee in transizione più degli interessi concreti oggi conta il governo delle emozioni no global, che esprimono il disagio di società spesso abbandonate a se stesse o alle risposte sempliciste dei populismi di varia matrice. Magnette l’ha capito, cavalca l’onda perché sa di esprimere gli stessi malumori che agitano le società tedesche, francesi, austriache, italiane, etc. Se non riuscirà a tranquillizzare gli elettori risolvendo presto il trinomio impazzito democrazia-commercio-politiche comuni, difficilmente l’Europa potrà resistere al popolo dei suoi sempre più numerosi Signor No.

Adriana Cerretelli
http://www.quotidiano.ilsole24ore.com/vetrina/edicola24web/edicola24web.html?testata=S24&issue=20161025&edizione=SOLE&startpage=1&displaypages=2

Adriana Cerretelli (…) è un’editorialista e giornalista italiana.

Cerretelli è corrispondente de Il Sole 24 Ore a Bruxelles e docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. È stata inoltre capo dell’ufficio di corrispondenza deIl Sole 24 Ore e responsabile del settimanale Europa (quotidiano)

Adriana Cerretelli si occupa di articoli riguardanti la politica dell’Unione europea, l’integrazione economica, la moneta unica, gli allargamenti e i negoziati europei.

 

Adriana Cerretelli è l’editorialista de Il Sole 24 Ore a Bruxelles per l’Europa, Nato e tematiche globali.

Da capo dell’ufficio di corrispondenza de Il Sole 24 Ore per più di vent’anni, ha seguito da vicino la nascita del mercato unico europeo prima e poi quella dell’euro, gli allargamenti a ripetizione dell’Unione, i negoziati per dar vita a una Costituzione europea, poi bocciata, la nascita, tuttora difficilissima di una politica estera comune e quella, finora fallita, di una politica di difesa comune. Più di recente si è concentrata sulla crisi, tuttora irrisolta, della moneta unica. E dell’incerto futuro di un’Europa che sembra incapace di ritrovare coesione e consenso tra i suoi cittadini.

Fin dall’inizio della sua carriera si è occupata anche della Nato, il cui quartier generale è a Bruxelles. E, in parallelo, del fenomeno della globalizzazione e delle sue ricadute sull’Europa, partecipando da oltre 20 anni ai vertici del G-7 prima, poi G-8 e ora anche G-20, come pure ai negoziati multilaterali per la liberalizzazione del commercio mondiale (WTO). Negli anni 90, sempre da Bruxelles e con una redazione allargata, è stata la responsabile del settimanale Europa , un inserto allegato al quotidiano di approfondimenti su cronaca e legislazione Ue.

Oltre a diversi saggi pubblicati su varie riviste, ha scritto insieme a un collega un libro, L’Europa contro se stessa pubblicato da Il Sole 24 Ore.

Ha vinto premi giornalistici in Italia: tra questi il Premiolino, il Lingotto, i premi Motta e Pella. Le è stato anche riconosciuto da una giuria internazionale composta dai direttori di Le Monde, El Pais, la Frankfurther Algemeine Zeitung e The Guardian, il premio giornalistico del Parlamento europeo.

Nell’aprile 2000 il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi l’ha nominata «ufficiale della Repubblica” per il contributo dato con i suoi servizi giornalistici alla nascita dell’euro. Nel dicembre 2014 il presidente della Repubblica francese, Francois Hollande, l’ha insignita della Legion d’Onore per le sue analisi sull’Europa e gli scritti, anche critici, sulla Francia e il suo ruolo europeo.

Prima di entrare nel giornalismo, Adriana Cerretelli è stata ricercatrice a Milano presso l’Istituto di Politica Internazionale (Ispi) collaborando regolarmente alla rivista Relazioni Internazionali. Laureata in Scienze politiche. Da alcuni tiene anche su Il Sole 24 Ore una rubrica fissa, tutti i venerdì,  in cui risponde ai lettori del Sole sui temi europei e internazionali.

Adriana Cerretelli, L’Europa contro se stessa: l’industria europea di fronte alla sfida di USA e Giappone, Milano, Ed. del Sole 24 Ore, 1985[

 

Cerretelli Adriana – Piccione Ugo (A Cura Di), L’Europa Contro Se Stessa Copertina flessibile – 

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