LAURA CI MANDA UN AIUTO PREZIOSO PER CHI SOFFRE DELLA MALATTIA BIPOLARE, UNA LETTERA SINCERA E CONCRETA CHE PUO’ ESSERCI D’AIUTO. chiara risponde, al solito, come può

 

io leggo e cari miei vi dico che sinceramente mi sono scoperta bipolare travagliati, pazzeschi anni..alternati da periodi in cui parlavo con Dio e con Satana a distanza di 15 secondi dall uno all altro pensiero.. sono scappata finche ho potuto dai farmaci.. e alla fine mi sono ritrovata quasi a supplicare di darmeli.. sono poi arrivata alla consapevolezza .. ma ancora vivo tra una cosa e l atra senza sapere dove andare veramente..senza sapere ancora oggi dove sono esattamente… la fate facile… ma penso che per ogniuno sia diverso.. e se fosse cosi semplice avrei gia abbandonato i farmaci e la vita che mi si e cucita addosso e che e sempre troppo stretta da portare.. nonostante io sia consapevole .. nulla cambia.. tantomeno io. . sono passati nove anni..e non so ancora quanti ne dovranno passare perche io possa dire di essere guarita.. riesco a malapena a conviverci.. ma quando sto male.. ragazzi.. non potete sapere.. quanto io stia male..forse siete stati lievemente attaccati da questo mostro..buon per voi.. tanti saluti

 

COMMENTO DEL 13/03/2017 alle 21:03 ALL’ARTICOLO :https://www.neldeliriononeromaisola.it/wp-admin/post.php?post=28538&action=edit 

 

RISPOSTA DI CHIARA:

 

Cara Laura, penso di poter credere al tuo dolore, che è più simile all’angoscia e al panico, alla disperazione, perché mi sono curata per oltre trent’anni e, anche oggi, che si può dire che sono “ufficialmente guarita”, prendo dei farmaci e mi controllo con uno psichiatra. La prima crisi, con ricovero di tre mesi, l’ho avuta a 32 anni e oggi ne ho 72. Cosa ho potuto fare nella mia vita? ” Curarmi “. Anche se sono nonna di un bimbo di 5 anni. Ma dal punto professionale, non ho potuto fare quasi niente. Per mia fortuna, essendo stata, diciamo ” malaticcia” fin da piccola, mi sono abituata molto presto a prendere dei farmaci, evitandomi così il famoso pregiudizio di chi rifiuta i farmaci come la peste perché vuole farcela da sola. ” Da solo”, uno ce la fa sempre perché, per quanti aiuti ti possano fornire, chi deve ” stringere il culo”, è solo colui che soffre. “O lotti tu, o nessuno può farlo al tuo posto: sei solo ad affrontare questa enorme tragedia che ti è capitata”. Poi, come dici tu, ognuno è “un caso” unico. Sei già fortunato se hai un ambiente ” non ostile” che, magari, cerca di venirti incontro e ti paga le cure perché dubito, se stai come mi dici, che tu possa lavorare. Nella lettera parli solo di farmaci e non di un aiuto terapeutico di tipo psicologico. Ho avuto la fortuna di avere dei genitori che mi hanno potuto pagare sia un aiuto che l’altro; ritengo oggi, anche seguendo l’evoluzione delle cura di questa malattia (mi sono formata essenzialmente su me stessa, ma sono terapeuta psicoanalista), che sia molto più difficile abbassare la sofferenza, che può arrivare ad essere insopportabile, senza un doppio aiuto. Io, insieme allo psichiatra, ho fatto quasi trent’anni di terapia psicoanalitica, ma quello che hanno verificato come la più utile è la terapia cognitivista. Certo devi fare molta attenzione in che mani ti metti perché, in questo campo, ci sono molti incoscienti (per non dire altro). Sto pensando di pubblicare la tua lettera, e la mia risposta, come articolo perché dai un’idea molto chiara di come vivi questa malattia e chissà che tu non possa- leggendoti- offrire una compagnia – e quissà, un po’ di speranza -ad un altro essere così sofferente, ciao ” ti voglio bene”, chiara

 

 

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2 risposte a LAURA CI MANDA UN AIUTO PREZIOSO PER CHI SOFFRE DELLA MALATTIA BIPOLARE, UNA LETTERA SINCERA E CONCRETA CHE PUO’ ESSERCI D’AIUTO. chiara risponde, al solito, come può

  1. .Donatella.. scrive:

    La cosa più terribile nelle malattie gravi ( ma forse in tutte) di qualsiasi tipo è la solitudine, sentirsi da solo in un deserto. Forse, se si riesce a resistere, è proprio lì che si riesce a rivoltare la frittata. Se ci si riesce.

    • Chiara Salvini scrive:

      La solitudine ha, nella sua essenza, due facce: una è la desolazione, l’abbandono a queste groviglio di forze in perenne lotta che ci travagliano a destra e manca ed è ” l’abbandono proprio di chi dovrebbe starti più vicino “, la cosa più dura da sopportare; l’altra è —se ci riesci a sopportare tutto questo— se ci riesci, come ripeti tu—finalmente capisci che tocca solo a te (sarà così quando ci toccherà morire): più in grande e più doloroso, è come quando devi dare un esame e sei tu e l’esaminatore. A Mario, una volta ho detto che ” lui mi fatto molto bene senza saperlo ” quando mi ha “mollato” nella mia malattia, ed è la verità. Almeno io sono fatta così: non avrei lottato così tanto se non mi fossi sentita “unica responsabile” di me stessa. Ed io di questo gli sono molto grata– per quanto magari suoni strano. E’ un passo che ci accompagna molto spesso nella vita e che chiamo ” passare da una posizione passiva ad una attiva”: capita anche nel delirio, quando capisci, e prima ancora ti domandi, a chi è dovuto tutto quel casino di immagini che ti rovinano addosso; “è quando è responsabilità (colpa, la chiamiamo) di un altro se siamo così…” ; è quando ti dici con crudezza che “non sarà che dipende da me? “; è allora che lotti, con le unghie e i denti,contro queste energie che ti travagliano in continuo la mente perché riprendi in mano la tua vita e te ne senti unica responsabile. E’ cercare il lucro che sta dietro ad ogni sconfitta, come dietro ad una buona situazione c’è un pegno da pagare: il brutto è che, di solito, non vogliamo pagarlo ed allora ci trasformiamo in un fervente “mugugnu”. ciao ligure!

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