ALTRE FOTO:
IL CORO ANTICO
ABBAZIA DI SANTA GIUSTINA
L’INTERNO CON QUESTO PAVIMENTO
PER CHI VUOLE, QUALCHE NOTIZIA
http://www.epadova.com/visitare-padova/chiese/basilica-santa-giustina.htm
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Accessi dal marzo 2012
Rimanendo in terra veneta, per la serie “Facciamogli del male”, trascrivo e riassumo qualche brano dell’articolo di Marco Palombi su “Il Fatto Quotidiano” di oggi sabato 6 maggio 2017, intitolato :” Treu presidente del Cnel, a dicembre voleva abolirlo”, con sottotitolo “Il ministro dei co.co.co”:”…ieri il governo Gentiloni ha nominato il professore Tiziano Treu ( classe 1939) nuovo presidente del Cnel, il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, di cui il nostro è componente ” semplice” dal 2013…
ricordiamo il tempo non lontano, giusto qualche mese, in cui il neo-presidente del Cnel firmava, con altri 200 giuristi, un appello a favore della riforma costituzionale Boschi;nell’appello si diceva che” …Viene operata una decisa semplificazione istituzionale, attraverso l’abolizione del Cnel…”. Dopo il risultato referendario, non solo non s’è dimesso da un ente che voleva abolire, ma da oggi ne è pure presidente. Il professore veneto,assai ben sposato con l’erede di una dinastia di notai berici, casa alle Zattere veneziane e villa secentesca a Vicenza, a non voler considerare alloggi milanesi e romani, è uomo forgiato al senso del dovere, uso ad obbedir sedendo ( in poltrona, ma suo malgrado)…Il suo nome è legato al meglio del riformismo italiano, intendendosi con questo la capacità di imporre riforme squisitamente di destra sventolando la bandierina di sinistra ad uso dell’elettore gauchiste: fu il “pacchetto Treu” nel 1997 ad introdurre in Italia il lavoro interinale ed altri contratti flessibili tra cui i celebri “co.co.co” destinati ai “parasubordinati” ( una destrutturazione della Costituzione italiana assai più corposa della mai nata riforma Boschi); due anni prima, peraltro, il nostro aveva contribuito, per così dire, a “cambiare verso” alle pensioni con la cosiddetta riforma Dini, legge che provvide a cancellare ogni elemento solidaristico dal sistema previdenziale con l’introduzione del metodo di calcolo contributivo. Il combinato disposto tra precarizzazione del lavoro e sistema contributivo sarà materia di riflessione, riteniamo accorata, per quei lavoratori che hanno oggi tra i 40 e i 50 anni. Come ebbe a dire un ex presidente dell’Inps,”se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale”… Il professore ha festeggiato il Job Act di Renzi- vale a dire lo smantellamento dello Statuto dei lavoratori quanto a licenziamenti, demansionamenti, controlli a distanza,etc., con un certo trasporto:” Un’operazione di innovazione significativa e profonda condotta in porto compiutamente e in poco tempo”. E l’articolo 18? “Finalmente abbiamo superato questo tormentone della reintegrazione del lavoratore. Non vi sono più margini di incertezza”. Nel 2014 Renzi lo nominò commissario all’Inps e dopo soli tre mesi gli preferì Tito Boeri come presidente dell’ente. Oggi finalmente è giunta una qualche riparazione.