SERENATA DI SCHUBERT BEN SUONATA
Scheggia
Non è vero che la mia vita
ha infierito su di me
ho fatto quello che volevo
quello che dovevo e potevo
nulla c’è da recriminare
perché io sono io comunque
e sempre sono stata
da quando sono nata
A quei tempi si può dire
fui un errore comune:
mia madre mi tenne per paura
e per paura mi lasciò
Caparbia sono qui
ma vissi come orfana
in un collegio di dimenticati
io sola ricordandomi di me
Mi amai tanto da sopravvivere
ma quando cominciai a pensare
mi amai ancora di più
perché ero bella ed ero io
Divenni donna
e non volli scordarlo mai
anche se lo paventavo solo
nel ricordo vago di mia madre
sposai un ragazzo sconosciuto
che ancora non sapevo chi ero
e nemmeno se veramente c’ero
ma ero certa di volere tutto
ebbi due figli senza incertezze
senza incertezze presi i figli
e lasciai il ragazzo sconosciuto
cresciuto in un uomo sconosciuto
Ho chiaro ormai l’essere donna
cresco i miei figli
con l’amore che non ho avuto
e il sesso l’ho usato quando ho voluto
Ho vissuto ma poco amato
finché incontrai Patrizia
che parlava come me
pensava come me come me amava
aveva un corpo simile al mio
un corpo che conoscevo
nelle sue gioie intime
che sapeva darmi i miei stessi piaceri
ma per amore o per abitudine
un giorno dimenticai di me
e la presi come un uomo prende una donna
e come un uomo pensai solo a me stessa
non la capii più
ed ora sono sola e mi dispero
roma 06.01.1993
sempre bravo il bardelli!!!
Molto bella la poesia, che riesce a raccontare una vita con scarne parole e fierezza.