NEMONEMO: INTERVISTA A MICHEL SERRES DI FABIO GAMBARA PER REPUBBLICA

Michel Serres: ” Non solo progresso / serve un’ altra utopia “

07
GIU
2017

19:42NEMONEMOSTORIA  (link)

“””…< […].. oggi non abbiamo più una vera filosofia della storia e manchiamo di una direzione da seguire. Anche la politica sembra a corto di idee. E se i politici non sono più capaci di governare, è perché siamo privi di progetti e utopie. Per questo abbiamo bisogno di una nuova filosofia della storia. […] … ho riletto la storia recente in un’altra prospettiva, elaborando una filosofia della storia in cui la relazione spazio/tempo è complessa e relativa. Da qui un’ idea di progresso non più lineare, senza un fine: solo un insieme di possibili di segno diverso. Il mio avvenire è fatto di paesaggi contrastanti e contradditori. […] .. ci consente di guardare la storia passata dal punto di vista delle vittime. In passato ci si è interessati solo ai vincitori che incarnavano il senso della storia. Io però, se penso a Napoleone, non penso alle conquiste, ma agli innumerevoli morti che ha provocato. L’attenzione alle vittime ci aiuta ad avere coscienza di quanto la pace sia un bene prezioso che dobbiamo preservare e difendere a ogni costo. Lo stesso vale per la salvaguardia del pianeta. Comprendere che la storia non è una progressione lineare, dovrebbe spingerci ancor di più a difendere il nostro ecosistema. Insomma, dobbiamo essere sempre più vigilanti perché tutto è molto più difficile di quello che credevamo. La storia non avanza da sola verso il bene e il progresso.[…] Non esiste più una ragione della storia che noi dobbiamo solo accompagnare, come pensavano Hegel e Marx. Siamo noi che dobbiamo inventare la storia, questa è la nostra nuova responsabilità. Inoltre, alle nostre spalle non c’è solamente la storia nata con la scrittura, ma l’intera storia del pianeta, i cui codici sono iscritti in ogni cosa. Di conseguenza la totalità della realtà naturale fa parte della nostra eredità. Bisogna quindi prendersene cura. […]. Siamo tutti portatori sani di violenza e in ciascuno di noi c’è una dimensione che può trasformarsi in violenza. Persone rispettabili possono diventare belve assassine. La Germania prima della guerra era all’avanguardia delle arti e della filosofia, eppure si è affidata al nazismo. La cultura non impedisce la barbarie, bisogna sempre essere vigili. La filosofia della storia che ho delineato ci aiuta a combattere la violenza potenziale che è in noi. La storia passata è una sequenza di lacrime e sangue da cui siamo usciti solo da poco. Solo se ne abbiamo coscienza, terremo a bada la violenza che è in noi. Solo guardando al passato, eviteremo di ripetere gli stessi errori nel presente. […] .. va detto che gli attentati non sono certo una novità di questi nostri anni. La storia passata ne è piena. Inoltre, anche la violenza del terrorismo va relativizzata e rimessa in una prospettiva storica. Per quanto gli ultimi attentati siano una tragedia dolorosa, le decine di vittime di Parigi, Manchester, Nizza o Londra non sono nulla di fronte al bombardamento di Dresda che fece duecentomila morti in una sola notte o alla battaglia napoleonica di Borodino nella quale morirono decine di migliaia di persone in un solo giorno. Oggi la morte per guerra o terrorismo è l’ ultima delle causa di mortalità. Viviamo in un tempo di pace. E se le vittime degli attentati sono innocenti, purtroppo lo erano anche le vittime d’Hiroscima. Detto ciò è chiaro che bisogna fare di tutto per combattere e prevenire la violenza del terrorismo >. …”””

 

( dall’ intervista di Fabio Gambaro a Michel Serres, in la Repubblica di Martedì 6 Giugno 2017 )

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2 risposte a NEMONEMO: INTERVISTA A MICHEL SERRES DI FABIO GAMBARA PER REPUBBLICA

  1. Carine scrive:

    Mi sembrano molto belle, semplici e profonde allo stesso tempo, queste considerazioni. E’ vero, negli uomini, dentro di noi, convivono cose belle e orribili. Ci viene dalla nostra storia, dalla selezione naturale, dove il più forte vince. Credo che una nuova humanitas dovrebbe fare sì di essere più vigili sulle scelte che si fanno, a volte quasi inconsciamente.Il tempo di pace che ci è stato accordato, almeno a noi europei, dovrebbe farci essere più coscienti delle possibili vie che si aprono davanti a noi umani. Una cosa positiva è quella considerazione che fa l’autore: pensando a Napoleone o a qualsiasi altro grande personaggio che ha determinato il destino di milioni di persone, pensiamo più alle vittime c he alla grandeur. E’ già un passo non da poco.

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