F.Q. 7 AGOSTO 2017::: Parkinson, “ballare il tango migliora l’equilibrio e facilita i movimenti”

 

IL FATTO QUOTIDIANO DEL 7 AGOSTO 2017

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/08/07/parkinson-ballare-il-tango-migliora-lequilibrio-e-facilita-i-movimenti/3780539/

 

 

Parkinson, “ballare il tango migliora l’equilibrio e facilita i movimenti”

Parkinson, “ballare il tango migliora l’equilibrio e facilita i movimenti”
SCIENZA
La ricerca preliminare, realizzata dal neurologo dell’università di Washington, Gammon M. Earhart, per la Parkinson’s Disease Foundation, è stata realizzata su 52 persone con la diagnosi del morbo e per cui sono stati registrati miglioramenti anche nella vita quotidiana: nei lavori domestici, nelle spese e negli hobby

I benefici del ballo, e in particolare del tango, per i malati di Parkinson sono studiati ormai da più di un decennio. E anzi in passato è stato usato come terapia per i malati di sclerosi multipla, per chi è stato colpito da ictus o affetti da disturbi dell’equilibrio. Ora secondo uno studio americano, la pratica regolare del ballo argentino permetterebbe di ridurre i sintomi, migliorando l’equilibrio e facilitando i movimenti più complicati per le persone affette dal morbo, come girare e camminare all’indietro.

La ricerca preliminare, realizzata dal neurologo dell’università di Washington, Gammon M. Earhart, per la Parkinson’s Disease Foundation, è stata realizzata su 52 persone con diagnosi di Parkinson e con problemi di equilibrio e movimento. All’inizio ciascun volontario praticava – a livelli analoghi – un’attività fisica. Successivamente la metà dei componenti del gruppo ha imparato a ballare il tango, sotto la supervisione dei ricercatori. Nei test di verifica i danzatori riuscivano a camminare più a lungo e più velocemente e avevano maggiore equilibrio. Nel corso dell’anno, inoltre, si sono registrati, nelle persone che praticavano con regolarità il tango, miglioramenti anche nella vita quotidiana: nei lavori domestici, nelle spese e negli hobby.

Per come è strutturato il tango Argentino è adatto a tutti e va ad agire positivamente sulla sfera fisica, psicologica e relazionale.
corpo”. I passi del tango, spiegano i ricercatori, sono come una ‘camminata rallentata’, nella quale si impara a posare l’appoggio su un piede per permettere all’altro di spostarsi, di ancorarsi prima con le dita e stabilizzarsi successivamente, caricando il peso coscientemente. Inoltre permette di esercitarsi sul camminare all’indietro e girare, due movimenti particolarmente difficili per i pazienti, ma anche di fare delle pause e riavviare il movimento, consentendo ai pazienti di mettere a punto strategie per ripartire dopo i blocchi tipici della malattia.

 

 

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2 risposte a F.Q. 7 AGOSTO 2017::: Parkinson, “ballare il tango migliora l’equilibrio e facilita i movimenti”

  1. Carine scrive:

    “Un po’ per celia e un po’ per non morir”, famosissima rubrica che vuol ridere e far ridere ( sarà dura!):
    ” Il camello è animale molto malinconoso; e quando altri vole che camini forte, sonandogli qualche stromento ovvero cantandogli alcuna cosa, ed eglino vanno allora tutti forti e lieti e allegri che mai niente si restano; e questo modo ne tengono gli Arabi quando vanno per lo diserto” da ” Pellegrini scrittori. Viaggiatori toscani in Terrasanta” a cura di A.Lanza e M.Trocarelli, Ponte alle Grazie, 1990.

    Da un anonimo visitatore fiorentino nel 1470: Santiago è” una ciptà picchola et dentro porcinosa”.
    ” Da Firenze a Santiago de Compostella: itinerario di un anonimo pellegrino nell’anno 1477″, di M. Damonte in “Studi Medioevali”, XIII 1972,pag.1043-1071.

  2. Carine scrive:

    ” Quando nell’aprile dell’801 gli ambasciatori del califfo di Baghdad Harun al-Rashid approdano al porto di Pisa diretti a raggiungere l’imperatore Carlo, in quel momento a Pavia, è perché sono incaricati della risposta a una missione inviata dallo stesso Carlo nel 797. Sono anche latori della notizia che dei tre inviati di Carlo solo uno è sopravvissuto, l’ebreo Isacco: in viaggio sulla strada del ritorno e incaricato del trasporto dei doni del califfo, è fermo sul litorale africano in attesa di adeguati mezzi di trasporto, considerato l’ingombro di almeno uno dei lussuosi regali, un elefante, che fu possibile recapitare al sovrano solo nel luglio dell’anno seguente a disgelo avvenuto delle nevi alpine”. da ” In viaggio nel Medioevo”, Maria Serena Mazzi, Il Mulino 2016, pag. 58-59.

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