reduce da un carinissimo infarto.
Mi chiedi roba da pubblicare ,poi la dimentichi ..ahhhhhhhh Bru, stai diventando scordarella?
Tra un po’ ti mando la terza …o forse no?
Ora , diciamo, sto bene.
Potrei perfino dire che è stato divertente e istruttivo…
l’unico problema è che in casa o entrano le medicine e usciamo noi o veceversa: ormai riempiono una stanza!! 🙂
caro Roberto, un ” carinissimo infarto ” mi fa preoccupare come un infarto meno carino, è la parola e…la nostra età! Non cominciare a fare belinate, come diciamo da noi…! Cura la tua tranquillità, il fumo il bere e…le donne. “scordatella” scalinatella lo sono, sono stata angusciata con il cambio stagione e la valigia per Milano… e il blog è lo specchio delle mie anguscie. Adesso ho una mezz’ora e se mi basta recupero subito, è un regalino al tuo cuore pazzerello…spero che avrai imparato abbastanza da non fare ” repeat “. Mi raccomando, pensa un po’ anche al nostro cuore, Donatella ha il computer rotto, ma ti scriverà appena lo aggiustano. Marina era in Spagna, ma dev’essere tornata a Sanremo, e poi hai tutti i tuoi amici altolocati…ciao, un forte abbraccio e non farci più preoccupare! chiara
un carinissimo infarto perchè mi ha dato pochissimo dolore, pareva che con una “grattatina” sul petto passasse tutto, e, infatti , il dolore è passato tanto che per quasi due giorni l’ho dimenticato. Poi, per un fatto di ipertensione ( la pressione mi restava max e min entrambe al di sotto del 100) mi son preoccupato. Chiama medico, medico viene.Responso fibrillazione atriale che è anche il motivo per cui l’aggeggio pressorio non reagisce. Consiglio: subito pronto soccorso…. si, ci vado.. Poi la stotia diventa un po’ più lunga e te la risparmio. Solo una cosa:mentre ero “sotto i ferri” e si fa per dire che ferri non erano (Coronarioscopia) ho pensato alla cosa più brutta , magari infame o solamente riprovevole che ho combinato in vita mia: non mi è venuto in mente nulla, non perchè non sia capitata, ma perchè, sicuramente, l’ho nascosta così nel profondo da farla spsrire: sarei morto senza rimorsi! Notte chiara
E’ meglio se non muori del tutto che ” morire senza rimorsi “::: forse ne avevi fatto così tante (con tutte le tue donne cui regali un verso o due…) che non avevi tempo né pazienza di ricordarle tutte! E’ che, in quel momento, uno ha altro da pensare che alle cattive azioni fatte! Credo che solo nei romanzi, sempre scritti da vivi, uno ” al punto ” arrivato, faccia un bilancio della sua vita. Adesso ti rimarrà tutto il tempo per dedicarti a cose infami o solamente riprovevoli per avere qualcosa da pensare quando —mai più, però — ti ricapiterà… Magari, mi chiami, e le facciamo insieme… ciao, un grande abbraccio, chiara
Roma città in agosto
piacere di una morte
lenta assaporata trasognata
I ragazzi nudi si tuffano
nella fontana a Trevi come al mare
sui bordi di marmo antico prendono il sole
si schizzano lazzi con gesti osceni
e le turiste tirano giù le calze
alzano le gonne sulle cosce bianche
Noi vagabondi disperati
senza pace
senza luce
cerchiamo un locale dove andare
fra cento chiusi per ferie
ascoltare musica cubana o brasiliana
o quel che c’è
adattare il corpo al suono
perché il suono è un rumore
senza tempo oltre lo spazio
Pellegrini assonnati e disattenti
le fontane le strade le piazze
ci trovano sempre presenti
I diseredatati della città la notte
ci scrutano col bianco degli occhi
dai giardini di villa Pamphili
dagli scalini delle chiese
dalle scalinate delle piazze
dove si toccano famelici
dove ciondolano strippati
ubriachi e disperati
Come turisti ottusi
camminiamo le strade senza vedere
attenti a noi stessi
ai nostri epidermici ricordi
Mi accarezzi l’incavo del braccio
con dita tenere
ma se ti cerco non ci sei
Non ci sei più
io lo so che tu giochi
ed anch’io gioco e mi diverto
mi diverto un mondo
Ti racconto allora di quando
ragazzino godevo nei pantaloni
stringendo un’inglesina insulsa e bionda
a ridosso di un muro
nella mia città assolata di mare e di scogli
e tornando a casa facevo
merenda con pane e fichi.
Tu ridi e mi baci veloce e inattesa
E allora?
Andiamo a cercare quel benedetto locale
e scacciamo i ricordi che scavano solchi
di me
quarantenne stempiato e fiacco
E allora?
Andiamo a prendere cornetti caldi all’alba
da quel panettiere morto diecianni fa
E poi?
E poi basta
finisce agosto in città a Roma
mi rimetto la cravatta a righe
e non ti riconosco più.
reduce da un carinissimo infarto.
Mi chiedi roba da pubblicare ,poi la dimentichi ..ahhhhhhhh Bru, stai diventando scordarella?
Tra un po’ ti mando la terza …o forse no?
Ora , diciamo, sto bene.
Potrei perfino dire che è stato divertente e istruttivo…
l’unico problema è che in casa o entrano le medicine e usciamo noi o veceversa: ormai riempiono una stanza!! 🙂
caro Roberto, un ” carinissimo infarto ” mi fa preoccupare come un infarto meno carino, è la parola e…la nostra età! Non cominciare a fare belinate, come diciamo da noi…! Cura la tua tranquillità, il fumo il bere e…le donne. “scordatella” scalinatella lo sono, sono stata angusciata con il cambio stagione e la valigia per Milano… e il blog è lo specchio delle mie anguscie. Adesso ho una mezz’ora e se mi basta recupero subito, è un regalino al tuo cuore pazzerello…spero che avrai imparato abbastanza da non fare ” repeat “. Mi raccomando, pensa un po’ anche al nostro cuore, Donatella ha il computer rotto, ma ti scriverà appena lo aggiustano. Marina era in Spagna, ma dev’essere tornata a Sanremo, e poi hai tutti i tuoi amici altolocati…ciao, un forte abbraccio e non farci più preoccupare! chiara
un carinissimo infarto perchè mi ha dato pochissimo dolore, pareva che con una “grattatina” sul petto passasse tutto, e, infatti , il dolore è passato tanto che per quasi due giorni l’ho dimenticato. Poi, per un fatto di ipertensione ( la pressione mi restava max e min entrambe al di sotto del 100) mi son preoccupato. Chiama medico, medico viene.Responso fibrillazione atriale che è anche il motivo per cui l’aggeggio pressorio non reagisce. Consiglio: subito pronto soccorso…. si, ci vado.. Poi la stotia diventa un po’ più lunga e te la risparmio. Solo una cosa:mentre ero “sotto i ferri” e si fa per dire che ferri non erano (Coronarioscopia) ho pensato alla cosa più brutta , magari infame o solamente riprovevole che ho combinato in vita mia: non mi è venuto in mente nulla, non perchè non sia capitata, ma perchè, sicuramente, l’ho nascosta così nel profondo da farla spsrire: sarei morto senza rimorsi! Notte chiara
E’ meglio se non muori del tutto che ” morire senza rimorsi “::: forse ne avevi fatto così tante (con tutte le tue donne cui regali un verso o due…) che non avevi tempo né pazienza di ricordarle tutte! E’ che, in quel momento, uno ha altro da pensare che alle cattive azioni fatte! Credo che solo nei romanzi, sempre scritti da vivi, uno ” al punto ” arrivato, faccia un bilancio della sua vita. Adesso ti rimarrà tutto il tempo per dedicarti a cose infami o solamente riprovevoli per avere qualcosa da pensare quando —mai più, però — ti ricapiterà… Magari, mi chiami, e le facciamo insieme… ciao, un grande abbraccio, chiara
Ballata n° 3
Agosto a Roma
Roma città in agosto
piacere di una morte
lenta assaporata trasognata
I ragazzi nudi si tuffano
nella fontana a Trevi come al mare
sui bordi di marmo antico prendono il sole
si schizzano lazzi con gesti osceni
e le turiste tirano giù le calze
alzano le gonne sulle cosce bianche
Noi vagabondi disperati
senza pace
senza luce
cerchiamo un locale dove andare
fra cento chiusi per ferie
ascoltare musica cubana o brasiliana
o quel che c’è
adattare il corpo al suono
perché il suono è un rumore
senza tempo oltre lo spazio
Pellegrini assonnati e disattenti
le fontane le strade le piazze
ci trovano sempre presenti
I diseredatati della città la notte
ci scrutano col bianco degli occhi
dai giardini di villa Pamphili
dagli scalini delle chiese
dalle scalinate delle piazze
dove si toccano famelici
dove ciondolano strippati
ubriachi e disperati
Come turisti ottusi
camminiamo le strade senza vedere
attenti a noi stessi
ai nostri epidermici ricordi
Mi accarezzi l’incavo del braccio
con dita tenere
ma se ti cerco non ci sei
Non ci sei più
io lo so che tu giochi
ed anch’io gioco e mi diverto
mi diverto un mondo
Ti racconto allora di quando
ragazzino godevo nei pantaloni
stringendo un’inglesina insulsa e bionda
a ridosso di un muro
nella mia città assolata di mare e di scogli
e tornando a casa facevo
merenda con pane e fichi.
Tu ridi e mi baci veloce e inattesa
E allora?
Andiamo a cercare quel benedetto locale
e scacciamo i ricordi che scavano solchi
di me
quarantenne stempiato e fiacco
E allora?
Andiamo a prendere cornetti caldi all’alba
da quel panettiere morto diecianni fa
E poi?
E poi basta
finisce agosto in città a Roma
mi rimetto la cravatta a righe
e non ti riconosco più.