LUCA VERONESE, IL SOLE 24 DI OGGI::::: SALTA L’ULTIMA MEDIAZIONE IN CATALOGNA, OGGI MADRID VOTA ” LA MESSA IN ORDINE ” DELLA CATALOGNA

 

 

IL SOLE 24 ORE DEL 27 OTTOBRE 2017

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VITTORIA DEI FALCHI Rajoy non ascolta i socialisti che chiedevano di congelare l’articolo 155 se il leader catalano avesse accettato di andare alle urne

 

Spagna. Dopo una giornata di serrati contatti tra le parti Puidgemont chiude la porta a una tregua: «Non abbiamo ricevuto garanzie»

Catalogna, salta l’ultima mediazione

Sfuma l’ipotesi di elezioni anticipate, oggi Madrid ufficializza il commissariamento

È saltato anche l’ultimo tentativo di mediazione. Tra Barcellona e Madrid si era aperto uno spazio di confronto politico che avrebbe dovuto portare a una tregua e a elezioni in Catalogna. Ma è saltato tutto, in poche ore Carles Puigdemont e Mariano Rajoy, sono tornati a scontrarsi e ad accusarsi: il voto non ci sarà e la Generalitat verrà commissariata.
Dopo vari rinvii, il governatore catalano è intervenuto ieri in serata parlando dal Palazzo della Generalitat. «Il mio dovere è quello di esaurire tutte le strade per trovare una soluzione negoziata e concordata per evitare l’applicazione dell’articolo 155. Ho considerato la possibilità di convocare elezioni anticipate – ha detto Puigdemont – ma non ho ricevuto da Madrid le garanzie per giustificare una decisione così importante. Non ho ottenuto una risposta responsabile dal Partito popolare che ha invece approfittato della situazione per aggiungere tensione. Non accetto che ci venga imposta la misura dell’articolo 155 perchè è abusiva e ingiusta». Puigdemont ha così spiegato perché – smentendo le voci che si sono susseguite per tutta la mattinata di ieri – ha deciso di non convocare nuove elezioni. Chi si aspettava un discorso di distensione da parte del leader catalano ha invece ascoltato nuove accuse al governo spagnolo e al premier Rajoy. Il presidente della Generalitat ha quindi affermato che «sarà l’Assemblea catalana a decidere se proclamare l’indipendenza».
Per tutta la notte tra mercoledì e giovedì, a Barcellona, il fronte indipendentista si era confrontato su come contenere l’intervento di Madrid. E per tutta la giornata, ieri, erano proseguiti i contatti informali tra la Generalitat e l’entourage di Rajoy nel tentativo estremo di arrivare a una soluzione negoziata, o almeno di evitare lo scontro totale. Puigdemont, sotto la pressione dei più moderati tra i nazionalisti catalani, si era spinto fino ad offrire nuove elezioni in cambio di una tregua.
Rajoy e i suoi non hanno però accettato di fermare il commissariamento dell’autonomia catalana, che così come previsto dall’articolo 155 della Costituzione, verrà ufficializzato domani con il voto del Senato di Madrid. Lo ha ribadito – quasi sovrapponendosi da Madrid al discorso di Puigdemont – la vicepremier spagnola Soraya Saenz de Santamaria: «Il governo chiede – ha detto al Senato – l’attivazione dell’articolo 155 per ristabilire l’esercizio dell’autogoverno catalano in un quadro costituzionale e tutelare così l’interesse generale della Spagna». Rajoy non ha dunque dato ascolto ai Socialisti che sostengono il suo governo di minoranza e che chiedevano di congelare l’articolo 155 se Puigdemont avesse accettato di convocare elezioni anticipate. Il premier conservatore del resto era stato molto netto: «L’articolo 155 della Costituzione è l’unica risposta possibile» alla sfida indipendentista di Puigdemont aveva detto mercoledì davanti al Congresso dei deputati. Saltato anche l’ultimo tentativo di dialogo, con il commissariamento della Catalogna ormai in atto, resta da capire fino a dove si spingerà Rajoy. E quando la Catalogna tornerà a votare, questa volta per decisione di Madrid.

Luca Veronese

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