DONATELLA D’IMPORZANO HA VISTO PER NOI ::: IL FONDAMENTALISMO RILUTTANTE, UN FILM DI MIRA NAIR DEL 2012/13—SOTTO IL TRAILER E UN PEZZETTO SUI GIANNIZERI + notizie su Mira Nair

 

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Non c’entra niente, ecc. ecc. : ieri ho visto in televisione, su RAI Storia, un film molto interessante: ” Il fondamentalista riluttante”, tratto da un libro dello scrittore pakistano Mohsin Hamid. Il regista è Mira Nair. E’ la storia di un giovane pakistano di Lahore, proveniente dalla piccola-media borghesia, che riesce ad entrare nella prestigiosa università USA di Princeton. Si laurea ” summa cum laude” in scienze economiche e viene assunto da una tra le più importanti società americane che fanno analisi finanziarie in tutto il mondo per le ditte in difficoltà. Queste analisi si traducono il più delle volte in licenziamenti di dipendenti.
Il giovane pachistano, che vive e lavora a New York, sembra integrarsi bene in questo genere di lavoro, finché non arriva l’11 settembre del 2001 con l’attentato terribile alle Torri Gemelle. Il giovane brillante laureato viene fermato più volte dalla polizia, con umilianti perquisizioni corporali, solo per il suo aspetto fisico che ne fa immediatamente un sospettato. La ragazza newyorchese, di cui si era innamorato e che sembrava corrisponderlo, si rivela invece per un’artista in cerca di ispirazione. Decisivo è il suo viaggio, per la società per cui ancora lavora, a Istambul: si tratta di un editore che è stato importante per la cultura turca,che ha fatto conoscere nel suo Paese opere del vicino Oriente, ma che ora sta fallendo. L’editore aveva a suo tempo pubblicato un libro di poesie del padre di Changer ( il giovane protagonista pakistano). La crisi esistenziale arriva al culmine: il brillante analista si rifiuta, come vorrebbe invece il suo capo, di fare fallire l’editore e sceglie di tornare in Pakistan. Qui viene assunto come docente universitario e le sue lezioni sulla società americana, di cui mette in luce gli aspetti positivi e negativi, diventano popolari tra i giovani studenti. Viene avvicinato da uomini dei servizi, sia americani che pakistani, gente che fa doppi e tripli giochi. Non cade nelle varie trappole ma in una rivolta spontanea, proprio mentre lui sta cercando di far sì che la polizia non spari, un suo studente tra i più generosi e convinti della necessità di uno Stato più indipendente dall’esercito e dagli Stati Uniti, viene colpito a morte dalla polizia pakistana. Il film termina con i funerali dell’ucciso e con i bellissimi versi, versi d’amore per esorcizzare la morte, pronunciati dal protagonista. Il film, dove c’è una tensione che sale mano a mano che si va verso la fine, è da vedere soprattutto per la conoscenza di un mondo da noi così distante. Si tratta anche, e principalmente, di una lezione di pulizia intellettuale: i bravi e i cattivi esistono solo nelle menti di chi vuole semplificare la realtà. Esistono persone reali che rifiutano, con grande travaglio personale, di non fare i ” giannizzeri”. Come spiega l’editore turco al giovane analista, i giannizzeri erano un corpo speciale alle dirette dipendenze del sultano turco: catturavano bambini cristiani nelle zone occupate, li allevavano nella fede assoluta all’Islam e poi, diventati giovani adulti, li mandavano a sterminare la loro famiglia d’origine come prova suprema di fedeltà. Il giovane pachistano non vuole essere un giannizzero per nessuno.

 

trailer in italiano

 

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MIRA NAIR, nasce a Bhubaneswar in India nel 1957, è regista e sceneggiatrice, vive a New York, insegna alla Columbia University

Nel 2001 il suo film Monsoon Wedding – Matrimonio indiano, storia di un caotico matrimonio indiano panjabi, è un grande successo e vince un Leone d’Oro alla Mostra di Venezia. Nel 2004 il suo film La fiera della vanità (Vanity Fair) fa parte della selezione ufficiale della 61ª Mostra di Venezia.

Recita anche in alcuni dei suoi film (My Own Country, La famiglia Perez, Mississippi Masala) e oltre a dirigerli ha scritto la sceneggiatura di Kamasutra (Kama Sutra: A Tale of Love) e Salaam Bombay!.

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