«Non c’è in un’intera vita cosa più importante da fare che chinarsi perché un altro, cingendoti il collo, possa rialzarsi».
http://www.news-forumsalutementale.it/collabora/
Condividi
http://www.news-forumsalutementale.it/collabora/
Accessi dal marzo 2012
con questi umori circolanti è più facile che ti strozzi, ma, pazienza: bisogna pur provarci!
bellissima|! grazie dell’umore…circolante?
ed ecco l’ultima:
( scritta a Sanremo)
Ballata n. 7
Quasi come un rituale il mese è sempre agosto
ma gli anni sono passati come bestie impaurite
come rinoceronti spaventati hanno calpestato
i giorni i mesi gli anni senza nulla ricordare
lasciando vaghe tracce di escrementi di tempo
elementari tentativi di vita
Come nomadi tribù ci siamo trascinati
i nostri pochi averi nella sacca
e qualcuno l’ha scoperta pesantissima e vuota
Con la mia sacca al fianco
controllata a vista come unico bene rimastomi
resto sdraiato su un’assolata spiaggia di cemento
sovrastata da palazzi a terrazze multicolori
vaghi simulacri di piante e di fiori
Il mare trascina rifiuti da un lido all’altro
con ritmo costante
immutabile
Sui lastroni di cemento i bagnanti
sono distesi in file simmetriche al sole
come cadaveri
cui un tenue alito di vita
evita la decomposizione
Tu non ci sei
te ne guardi bene e resti fuori
cosciente da sempre della tua sacca vuota
e leggera
abbandonata chissà dove troppi anni fa
tu già decomposta negli umori negli amori
nel tuo viso che pare una maschera
come tu la vuoi
Attrice pervicace
insegui il tuo involucro
Io resto sdraiato sotto questo sole
che mi ulcera la pelle
che mi scioglie le voglie
e guardo con allegria i vecchi corpi tremanti
dal terrore della morte incombente
venuti come lemuri a calcificare
le ossa al sole
a cercare briciole di linfa vitale
– vecchi ricchi dissipatori tracotanti –
nelle agavi rare tra i dirupi di cemento
nei corpi alati di fanciulli ignari
che si tuffano come gabbiani nelle acque chiare
Tu non ci sei
sei rimasta ad oziare nelle ville toscane
silenti e nascoste tra querce e rocce
e zampilli di fontane
con putti che pisciano acque limpidissime
passando con gioia e candore
golosa sui giovani corpi
che ti danno una vita che non ti preme
i tuoi ricordi svaniscono neonati
e ti resta soltanto il piacere dell’atto
Io qui sono venuto a cercare riposo
a farmi spalmare d’unguenti che nulla valgono
a lenire ferite e livori che non guariranno
a guardare in silenzio rassegnato
le carni abbondanti di vichinghe invadenti
tracotanti di decisioni sicure e irrevocabili
i corpi tremuli di carni cadenti
galleggianti nell’acqua senza muovere onda
trasparenti meduse senza peso
Io sto tra loro incerto su chi sono
a chi il mio corpo appartenga
a chi appartenga il mio cuore il mio cervello
col sacco pesante e vuoto poggiato sotto il capo
Sono in attesa di decomposizione
in queste onde luccicanti di meduse
e di resti di vita
Di comune accordo Roma l’abbiamo lasciata
insieme ai pensionati in canottiera
che hanno perso l’autobus per Rimini
ai bottegai avidi del soldo dei turisti
venuti ignari a cercare una città morta e decomposta
a venerare incauti un Papa ch’è andato in vacanza
Quel giorno scioperarono i netturbini
a braccetto per quattro li abbiamo visti scendere
nelle immacolate divise estive d’Andrè Logue
incolonnati per via Nazionale sventolanti scopini e pale
quel giorno abbiamo visto gli storni
inondare la città di liquami
abbandonati i platani del lungotevere
proprio quel giorno abbiamo visto Sua Santità Polacca
nella cadillac a prova di bomba
trasferirsi in fretta tutto di bianco vestito
immacolato come un netturbino
le braccia aperte a benedire la città deserta
Quel giorno abbiamo lasciato i gatti
a contendersi ali di pollo e pannolini usati
tra cumuli di rifiuti
ignari anche dei topi
risaliti a frotte dal biondo Tevere
Quel giorno ce ne siamo andati
di comune accordo e quasi di buonumore
senza fardello tu col tuo involucro vuoto
con la pesante sacca a spalla io
altrettanto inutile e vuota
su due strade diverse che non s’incroceranno più
salutandoci con la manina
e lanciandoci baci affidati alla brezza.