MARGHERITA GUIDACCI – 1921-1992 — HAIKU

 Margherita Guidacci è nata a Firenze nel 1921. Si era laureata in letteratura italiana all’Università di Firenze, con una tesi su Giuseppe Ungaretti, specializzandosi poi in letteratura inglese ed americana, traducendo fra l’altro le opere di John Donne e le poesie di Emily Dickinson. Dal 1945 divenne insegnante, prima liceale e successivamente docente universitaria. Ha pubblicato le raccolte: La sabbia e l’angelo (Vallecchi, 1946), Morte del ricco: un oratorio (Vallecchi, 1954), Giorno dei santi (All’insegna del pesce d’oro, 1957), Paglia e polvere (Rebellato, 1961), Le poesie (Rizzoli, 1965), Neurosuite (Neri Pozza, 1970), Il vuoto e le forme (Rebellato, 1977), L’altare di Isenheim (Rusconi, 1980), Brevi e lunghe (Libreria editrice vaticana, 1980), L’orologio di Bologna (Città di vita, 1981), Una breve misura (Vecchio faggio, 1988), Il buio e lo splendore (Garzanti, 1989). È scomparsa a Roma nel 1992.

 

 

 

se-h

Sera d’autunno.
Sulla strada fangosa
ci separiamo.

 

me-h

Meriggio, quiete,
respiro della terra
nel mio respiro.

 

 

ca-h

Cadon le foglie.
In cuore si risvegliano
tutti gli addii.

 

 

ne-h

Le prime nebbie
ed uccelli di passo.
Viene l’autunno.

 

 

 

 

 

 

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5 risposte a MARGHERITA GUIDACCI – 1921-1992 — HAIKU

  1. Donatella scrive:

    Bellissime, come le foto!

  2. roberto rododendro scrive:

    non riesco a capire gli haiku.
    una mia amica ha vinto per due o tre anni il concorso sugli haiku indetto, credo, dall’ambasciata giapponese ( certo un concorso ufficiale e molto nipponico 🙂 ) con tanto di viaggio soggiorno gratuito a Tokio e in giro qua e là..
    e mo’ che c’entra questo?
    Non lo so, il fatto è che ha cercato di ficcarmeli in testa in tutti i modi ma, forse, tranne uno o due, li trovo insulsi e inutili.
    Compresi questi qui sopra.. Non li capisco!

    • Chiara Salvini scrive:

      Forse non rispondono al tuo carattere…tu hai bisogno di molte parole per situarti in una lirica, di molte percezioni hai bisogno per ” scaldarti” il cuore e il pistolino…un haiku (…aspetta che salgo traballando sulla cattedra…) è un momento di percezione ispirata, un attimo che senti ” conclusivo “, c’è un sentimento che si sveglia e subito si allontana per perdita o nostalgia, comunque è un’eternità sentita come lì accanto a te vivente…per esempio, aprendo a caso un’antologia della BUR ” Il muschio e la rugiada “, p. 73 :::Se mi guardo intorno/ fiori e aceri rossi/ sono scomparsi-/ Sulla capanna in riva al mare/ cala la notte autunnale. L’autore, un nome impossibile, è vissuto tra il 1162 e il 1241 d. C. Il secondo pensiero sembra una libera associazione al primo, come un’esplicazione di un pensiero nascosto. Un’altro: Pioggia notturna/ sulla capanna d’erbe/ nostalgia del passato- / non aggiungere lacrime/ o cuculo di montagne. pag. 72– Un autore dello stesso periodo. Forse non hai mai passato del tempo a leggerle. Questa antologia te la consiglio proprio, se hai tempo…ciao, sempre felice di sentirti, chiara

  3. roberto rododendro scrive:

    non per contraddire ( anche perchè sull’argomento sono abbastanza ignorante) ma mi risulta che l’haiku abbia canoni fissi ( che non ho mai capito) intanto mi pare sia formato da un massimo di tre versi…
    Quelle che tu hai citato sono molto belli e li capisco anch’io, che sforno parole a catinelle per non parlare dei pistolini che lancio in aria come caramelle :-), ma pare che non siano haiku o, magari, haiku … della manciuria?

  4. roberto rododendro scrive:

    potrebbe essere un haiku ? ( sicuramente no…

    all’angolo della via
    incontro un tale
    e mi parla di dio.

    un altro:

    sento il tempo
    frusciare piano
    come un’onda costante.

    Insomma: qualcosa di poche parole e senza pistolini ce l’ho anch’io 🙂
    ( è sempre un piacere parlare con te)

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