UNA PAROLA AL GIORNO.IT
https://unaparolaalgiorno.it/significato/T/tepore
Tepore
te-pó-re
SIGNIFICATO ::: Calore confortevole, piacevole
dal latino tepor, derivato di tepère ‘essere tiepido’.
Parola pubblicata il 25 Dicembre 2017
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UNA PAROLA AL GIORNO.IT
https://unaparolaalgiorno.it/significato/T/tepore
te-pó-re
SIGNIFICATO ::: Calore confortevole, piacevole
dal latino tepor, derivato di tepère ‘essere tiepido’.
Parola pubblicata il 25 Dicembre 2017
Accessi dal marzo 2012
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(Luciano Cecchinel, Come il respiro di un profumo)
Luce bianca d’inverno,
come il respiro di un profumo
io ti avevo sentito
nel tepore ubriaco
di un lento vorticante
cielo stellato.
E fosti
sbrecciando le muraglie del buio,
ammutolendo gli urli
remoti delle notti.
Perché anche l’ora più oscura
Si facesse casa.
La neve, pragmaticamente parlando, è una specie di pioggia, e per lo più foriera di seccature. Ma allora perché il sogno di tutti noi è un ‘bianco Natale’, e ai primi bruscolini esultiamo come per un dono inaspettato? Me lo stavo giusto domandando, quando mi è capitata davanti questa poesia di Luciano Cecchinel, un poeta veneto contemporaneo.
La prima strofa ruota attorno al presentimento della neve. Nell’aria c’è qualcosa, ma non un profumo distinto: è come se sentissimo sulle guance il respiro di una persona cara. Peraltro la neve è qui associata alla figura femminile, e dunque all’avvento dell’amore.
Perciò, nonostante il freddo, sentiamo un tepore confuso: il cielo sopra di noi sembra addolcirsi, come lo sguardo caldo di qualcuno che ci vuol bene; ma al tempo stesso la sua immensità ci dà le vertigini. Siamo pieni di un’ebbrezza d’attesa, che non sappiamo spiegare. La volta stellata ruota lentamente, e forse quelle piccole luci preannunciano già i cristalli di neve, che fioccheranno al suolo come visitatori da un altro mondo.
Poi la neve arriva (“e fosti”), e ha tutta la forza dell’inaspettato. Così, in pochi istanti, tutto il mondo sembra trasfigurarsi nella luce e nel silenzio.
Il baluginio della neve, infatti, apre una breccia nelle “muraglie del buio”: nelle prigioni della solitudine e della monotonia s’infiltra un’intuizione di libertà, di gioia. Mentre un silenzio serafico zittisce “gli urli remoti” del dolore e della paura, ispirando una fiducia senza ragione… quasi portasse un’aria di casa.
E allora ecco, forse, perché non sappiamo immaginare un Natale senza la neve. Perché questa è la festa della (sacra) famiglia, in cui si concretizza il desiderio di essere amati e accolti, di sentirsi al proprio posto. Dunque il Natale è il momento in cui tutto il mondo ha il tepore di una casa; o, per chi crede, in cui ogni casa ha il tepore di una capanna. E la neve, con la sua dolcezza solenne, porta in sé questo segreto.
Lucia Masetti, dottoranda in studi umanistici all’Università Cattolica di Milano, ogni lunedì apre uno scorcio letterario sulla parola del giorno.