43 CANZONI DEL RONDO’ VENEZIANO…

 

 

 

 

0:00:00 Accademia 0:03:05 Allegro veneziano 0:06:16 Arabesco 0:09:51 Arabesque 0:12:57 Arlecchino 0:16:04 Armonie 0:18:42 Barocco 0:21:50 Capriccio veneziano 0:25:37 Carrousel 0:29:10 Casanova 0:32:20 Chimere 0:35:32 Colombina 0:38:40 Concerto 0:42:37 Danza mediterranea 0:47:41 il Die Zauberflote di Mozart 0:51:37 Fantasia veneziana 0:55:15 Fiaba antica 0:58:26 Giochi d’acqua 1:02:10 Il palio 1:05:16 La Serenissima 1:07:34 Magica melodia 1:11:00 Misteriosa Venezia 1:14:06 Oboe d’amore 1:16:45 la Pastorale di Beethoven 1:21:55 Prestige 1:25:21 Prime luci sulla laguna 1:28:30 Rialto 1:31:32 Ronda di stelle 1:34:41 Rondò veneziano 1:38:10 Rosaura 1:40:51 San Marco 1:44:14 Scaramucce 1:47:11 Seduzione 1:49:46 la Sinfonia K40 di Mozart 1:53:31 Sinfonia per un addio 1:59:14 Sonetto 2:01:49 Splendore di Venezia 2:04:29 Stagioni di Venezia 2:07:42 Tema veneziano 2:10:36 Tiepolo 2:14:36 Tiziano 2:26:07 Venti d’oriente 2:29:11 Visioni di Venezia

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2 risposte a 43 CANZONI DEL RONDO’ VENEZIANO…

  1. Donatella scrive:

    In onore di queste meravigliose musiche metto qualche notizia sul film “Wonder” che ho visto recentemente e che mi è piaciuto:
    Il film racconta la storia di August Pullman, detto Auggi: nato con una deformazione genetica del sistema cranio- facciale, ha subito ben 27 operazioni per potere vedere, sentire, odorare, respirare. Sul suo viso porta il marchio di questa “diversità”. Mentre le scuole elementari le ha fatte a casa con la madre, alle soglie della prima media la famiglia decide che deve affrontare il mondo e lo iscrive ad una scuola, dove sarà alle prese con il mondo reale. Il bambino tiene sempre il viso nascosto da una casco da esploratore spaziale, una difesa che dovrà abbandonare nella scuola. Qui naturalmente si trova esposto alla vista, quasi sempre non benevola, degli altri ragazzi, oggetto anche di scherzi crudeli da parte dei suoi pari. Il film ( e sta qui la sua originalità e la sua profondità) esplora anche la vita dei suoi persecutori, cercando le cause della cattiveria di alcuni ragazzini. Insomma, mentre gli adulti cattivi e stupidi ( i genitori di un suo compagno) rimangono cattivi e stupidi, i ragazzi, messi davanti alla gravità di ciò che fanno, riescono a capire il proprio sbaglio e a cambiare atteggiamento. Gli adulti ( genitori del bambino, insegnanti, preside) sono adulti intelligenti, autorevoli e preparati. Notevole la figura della sorella di Auggie, adolescente che ha un po’ sofferto dell’attenzione che i genitori hanno riversato per ovvi motivi sul fratellino, da lei, del resto, adorato. Il film è una bella favola sulla differenza, che non va solo tollerata, ma abbracciata. Il percorso per arrivare ad un lieto fine non è facile per nessuno, sovente duro e conflittuale. Vince alla fine l’intelligenza, la capacità di comprendere e approfondire i propri e gli altrui comportamenti, accettare quasi con allegria i propri e gli altrui limiti, esaltando in se stessi e negli altri gli aspetti positivi e creativi,con una reale com-passione. Il film è tratto dal rammarico di una madre. R.J.Palacio, pseudonimo di Raquel Jaramillo, che scrive il suo primo libro per rielaborare la sua ” fuga” davanti ad una bambina “diversa” incontrata al parco. Amareggiata dalla propria reazione, prova a capire sulle pagine quello che avrebbe dovuto fare, invece di fuggire per la paura. Pur essendo un film a lieto fine, non vengono fatti sconti alla durezza della realtà e alla meschinità dei comportamenti; non si scade mai nella compiacenza e nella melensaggine; la speranza viene fuori da un duro scontro dell’intelligenza e della comprensione contro atteggiamenti quotidiani e universali di insensibilità e di paura. La chiave di questo aprirsi al mondo è nella parola ” gentilezza”, un approccio empatico e “simpatico” con tutto ciò che è diverso dalla nostra persona.
    Il film “Wonder” (USA,2017) è diretto da Stephen Chbosky, dura 1 h e 53 minuti e ha come interpreti Julia Roberts , Jacob Tremblay, Owen Wilson ( il bambino già apprezzato nel film “Room”).

  2. Donatella scrive:

    Cara Selvaggia,
    ti scrivo per dirti qualcosa di meraviglioso che mi è capitato. Quasi non oso dire la parola che in questi giorni mi risuona nella testa e ovunque nel mio corpo: amore. Sì, dovrei scriverlo con la a maiuscola, ma queste banalità sai che non mi piacciono. Ti ho scritto quando ero infelice, quando disperavo di trovare qualcuno che mi amasse, ed ora ti scrivo per dirti che qualcuno mi ama, ovunque, in cielo, in terra, nell’aria che respiriamo. Lo vedessi, sembra un principe, splendente e forte, mite e gentile: stiamo insieme tutta la giornata e anche la notte, che con lui sembra meno buia. E’ bello stare vicini, stringerci e pensare che tra noi c’è tutto l’amore del mondo, che questo sentimento ci farà da scudo per affrontare la realtà. Non ho mai provato qualcosa di simile, neppure per la mia famiglia: forse eravamo in troppi e i nostri genitori facevano fatica a provvedere a noi sempre affamati. Poi ho dovuto da sola vedermela con il mondo, che non è mai benevolo verso chi, come me, ha qualche difetto fisico: facevo fatica a camminare e rimanevo sempre dietro a tutti. Mi sono indurita dentro, ho pensato ” o io o loro” e ciò mi ha salvato. Poi, un bel giorno, è arrivato lui, che mi ha guardato come nessuno mai. Ci siamo subito intesi, io ho sentito che qualcosa di grande e buono mi stava accadendo: mi si è avvicinato e con dolcezza, ma anche con un irresistibile senso di possesso, mi ha chiesto se volevo stare con lui. Non ho neppure risposto, tanta era la mia emozione: lui ha capito e mi ha baciato, prima con riguardo, poi sempre più appassionato. Io ho risposto, finalmente pazza d’amore e fiduciosa: abbiamo fatto l’amore e lo facciamo in continuazione, anche davanti a tutti gli altri. Non ci importa che la stagione non sia quella adatta per fare il nido: ci amiamo follemente e questo conta più di ogni altra cosa. Chi dice che noi piccioni ci uniamo solo per fare altri piccioni si sbaglia: facciamo all’amore perché ci piace fare all’amore. Siamo come gli umani, anzi, migliori di loro, perché non ci vergogniamo di amarci dove capita, perché, ve lo assicuro, sono sensazioni indimenticabili.

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