FRANCESCO FORGIONE (2006-2008, PRESID. COMM. ANTIMAFIA)::: IL LIBRO :: ” MAFIA EXPORT “, COME ‘NDRANGHETA, COSA NOSTRA E CAMORRA HANNO COLONIZZATO IL MONDO, 2009 DALAI EDITORE—VIDEO

VIDEO::: FRANCESCO FORGIONE PRESENTA ” MAFIA EXPORT”, durata::: 5, 59

 https://www.youtube.com/watch?v=9zR3DHcHe34

Mafia export. Come ‘ndrangheta, cosa nostra e camorra hanno colonizzato il mondo

Francesco Forgione

Editore: Dalai Editore
Collana: I saggi
Anno edizione: 2009
Pagine: 368 p., ill. , Rilegato
10  EURO

 

 

 

 

 

Si intitola “Mafia Export”, è il nuovo libro di Francesco Forgione (di Giuseppina Ascione)

mafia_export_1.jpgGià Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Francesco Forgione, ha presentato giovedì 21 gennaio presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università Federico II di Napoli, il suo nuovo libro “Mafia Export”. La presentazione, organizzata dai giovani del Movimento di Giurisprudenza e dalle associazioni Libera e Scetammece, ha visto la partecipazione oltre che dell’autore, del magistrato anticamorra, Raffaele Cantone e del coordinatore di Libera Napoli, Geppino Fiorenza.

Il libro vuole essere una sorta di itinerario oltre i confini dei territori notoriamente controllati da ndrangheta, mafia e camorra, per capire dove e in che modo le associazioni a delinquere sono penetrate nel  tessuto internazionale e come gestiscono appalti e giri di denaro da milioni e milioni di euro. Non è un libro “per addetti ai lavori”, ma un avvincente racconto tra storie ed episodi che aiutano a comprendere questo mondo criminale che vive e si sviluppa parallelamente agli stati e ai governi internazionali.

“Questo incontro, – introduce Geppino Fiorenza – si pone a pieno titolo nel ciclo di seminari organizzati da libera, “Anzitutto Conoscere”, perché siamo convinti che solo conoscendo determinati fenomeni si possano mettere in campo le energie per combatterli, se non sconfiggiamo le mafie nei luoghi del controllo territoriale non andremo mai da nessuna parte”. A Raffaele Cantone spetta l’arduo compito di introdurre l’autore e lo fa con parole di stima e sincera amicizia: “libri come questi, rispecchiano chi li scrive – esordisce – quando Forgione fu chiamato a presiedere la Commissione Parlamentare Antimafia, durante la scorsa legislatura, fummo tutti un po’ preoccupati, a causa della sua provenienza politica, e invece quando l’ho incontrai per la prima volta capii che aveva due grandi doti, inusuali per un politico, sapeva ascoltare e voleva capire. Conosceva molto bene la ndrangheta, essendo calabrese, e altrettanto bene la mafia, avendo lavorato a Palermo, ma non sapeva quasi nulla di camorra e ad una cena fui io stesso, che all’epoca mi occupavo del clan dei casalesi, a spiegargli il complesso sistema camorristico”.

“Il libro di Francesco Forgione – continua Cantone – si inserisce a pieno titolo in quel filone dell’ “antimafia del fare”, che non è l’antimafia dei baluardi, delle maschere e dei brindisi, bisogna fare antimafia senza dividere, solo così si possono gettare le basi per un’azione concreta contro la criminalità organizzata”. “Questo libro – va avanti il magistrato – ha la dignità di un lavoro scientifico, mette a nudo l’ipocrisia che la mafia sia un fenomeno solo italiano, attualmente è ridicolo approcciarsi alla mafia senza considerare i fenomeni transnazionali. Le indagini non possono fermarsi al territorio italiano, basti pensare a quanti latitanti sono stati arrestati all’estero. Ma il fulcro di tutto sono gli equilibri economico-politici. Tali organizzazioni, infatti, si arricchiscono dei rapporti con le istituzioni, con l’economia, è necessario recidere tali rapporti, per questo sembra ancor più assurda la proposta dell’ultima finanziaria che dispone la possibilità di mettere in vendita i beni confiscati alle cosche. Non crediamo di vincere la criminalità organizzata solo arrestando le persone, se non si tagliano gli interessi, la mafia risorgerà rapidamente”.

Un discorso appassionato ed avvincente quello di Francesco Forgione, che spiega la necessità di scrivere tale libro: “questo testo nasce dalla volontà di capire come si sviluppa l’emigrazione delle mafie nel mondo – esordisce – utilizzando un atlante ho tracciato una mappa di tale emigrazione, le prime carte “geo-criminali”, rendendomi conto che alcune nazioni, ad esempio Spagna e Germania, hanno bisogno di più di una mappa visto che sono presenti più di un fenomeno mafioso, nella fattispecie camorra e ndrangheta”. “Abbiamo la presunzione che la democrazia sia sopra ogni cosa – continua – crediamo all’ipocrisia che finchè le strade non si insanguinano non esistono mafie. Le più grandi cupole ndranghetiste sono ramificate in Australia e in Canada, quello che sconvolge è la fitta rete di  rapporti, da un lato con i mercati, dall’altro con i clan stessi, la ndrangheta, fuori dal territorio nazionale crea degli insediamenti culturali, non si esporta solo l’attività criminale, ma tutto il tessuto culturale che essa definisce”. “La lotta alle mafie, dunque – e si avvia verso le conclusioni – deve iniziare dall’economia, da un efficace controllo dei sistemi economici.

Le mafie non si contrastano per “tifoserie”, ma si deve guardare tutti verso un unico lato. L’antimafia deve vivere dell’esigenza di una ricostruzione etica, c’è bisogno di una riforma morale del paese – e cita il magistrato, Peppino Di Lello – non è detto  che si vinca, ma con il nostro impegno e passione civile, non è detto che si perda”.

SERVIZIO CIVILE MAGAZINE

http://www.serviziocivilemagazine.it/sezioni/protagonismo-giovanile/947-francesco-forgione-mafia-export-per-unantimafia-del-fare.html

 

 

Francesco Forgione.jpg

Francesco Forgione (Catanzaro,  1960) è un politico italiano, presidente della Commissione parlamentare Antimafia dal 2006 al 2008.

Nell’aprile 2017 aderisce ad Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista

 

Pubblicazioni

  • Oltre la cupola, massoneria, mafia e politica (con Paolo Mondani), 1994, Rizzoli editore (prefazione di Stefano Rodotà, postfazione di Agostino Cordova).
  • Amici come prima, storie di mafia e politica nella seconda repubblica, 2003, Editori Riuniti
  • ‘Ndrangheta. Boss luoghi e affari della mafia più potente al mondo, 2008, Baldini Castoldi Dalai.
  • Mafia export. Come ‘ndrangheta, cosa nostra e camorra hanno colonizzato il mondo, 2009, Baldini Castoldi Dalai, 88-6073-611-0.
  • Porto franco. Politici, manager, spioni nella repubblica della ‘ndrangheta, 2012, Dalai editore.
  • La ‘ndrangheta spiegata ai turisti, 2015, Di Girolamo editore.
  • I tragediatori, la fine dell’antimafia e il crollo dei suoi miti, 2016, Rubbettino editore.
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  1. Donatella scrive:

    Vi assicuro: non c’entra proprio niente:
    ” Le cose che verranno”, titolo originale .”L’avenir”, Orso d’argento per la regia, Berlino 2016.
    Regia e sceneggiatura: Mia Hansen Love; interpreti: Isabelle Huppert, André Marcon, Roman Kolinka, Edith Scob, Sarah Le Picard; Paese: Francia/Germania 2016; durata 102′; distribuzione : Satine film.

    Il film è centrato sulla figura di una donna, Nathalie, magistralmente interpretata da Isabelle. Huppert.
    L’ambiente sociale è quello della buona e colta borghesia francese: Nathalie è sulla soglia dei sessant’anni, insegna filosofia in un liceo, ha un marito che insegna la stessa materia, ha due figli, una madre anziana, una bella casa piena di libri, e cura una collana della sua materia per una casa editrice accademica. Questa relativa serenità naufraga di fronte ad una serie di violenti cambiamenti: il marito va a vivere con una donna più giovane, la mamma lentamente si spegne, i figli escono di casa e persino la casa editrice non è più interessata alla collaborazione dell’insegnante perché, secondo le regole del mercato, vuole argomenti più appetibili dal pubblico. Insomma, un vero e proprio stravolgimento della vita personale. La donna reagisce con fermezza, com’è nel suo carattere, tuttavia sente profondamente un vuoto affettivo che, in momenti privati, la fa scoppiare a piangere. Si aggrappa ai suoi studenti, a cui ha sempre voluto insegnare a ragionare con la propria testa. In particolare ha stabilito una materna amicizia con un suo ex-studente; invitata da questi in una sorta di comune, avverte però la lontananza da quegli ideali di libertà anarchica che forse da giovane erano stati anche i suoi. Le è rimasta in eredità dalla madre una magnifica gatta nera, di cui però vuole liberarsi perché troppo impegnativa per una che, come lei, si muove spesso in viaggio.
    Si sente sola, ma nello stesso tempo, pur avvertendo il vuoto che le si è creato intorno per il passare del tempo, è troppo orgogliosa e individualista per non sentirsi ovunque fuori posto. Le vite che scorrono attorno a lei sono sempre le vite degli altri. Uno spiraglio sembra aprirsi con la nascita di un nipotino. Tra la tavola imbandita per festeggiare l’arrivo di una nuova vita e il pianto del nipotino in camera, Nathalie sceglie quest’ultimo. Abbandona la festa e va a consolare il neonato. Lascia la sua sedia vuota, mentre in colonna sonora parte Unchained Melody, canzone sullo scorrere del tempo. Il film ha come grande tema la solitudine, temuta ma anche cercata, che caratterizza la nostra epoca. Gli anziani sono messi in case di riposo e muoiono di solitudine, gli animali sono benvoluti ma creano disagi, i giovani sono troppo occupati a cercare se stessi. Gli unici con cui creare un nuovo legame sono i bambini, almeno finché dura.

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