FRANCESCO TULLIO ALTAN, quasi ultime…

 

 

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FRANCESCO TULLIO ALTAN, nasce a Treviso nel 1942—qui è nel 2014

 

 

 

 

 

Francesco Tullio Altan, noto semplicemente come Altan, celebre fumettista e vignettista friulano, sarà a Marsiglia e ad Aix-en-Provence per incontrare il pubblico dell’Istituto e dell’Università Aix-Marseille. Il suo tratto di matita da anni accompagna, con le sue vignette satiriche, i lettori di L’Espresso, Panorama, Repubblica. Un’occasione da non perdere per conoscere di persona uno degli autori satirici italiani piú arguti e più noti, creatore di personaggi indimenticabili come la Pimpa e Cipputi.

Mardi 17 avril à 18h30
à l’Institut Culturel Italien

Rencontre avec Altan, modérateur Antonino
Velez, Professeur de littérature française et
directeur du Master de traduction à l’Université de Palerme.

Mercredi 18 avril à 10h
à l’Université d’Aix-Marseille Faculté de Lettres

Rencontre avec Altan modérateur
Jérôme Blachon, Responsable du centre aixois des Archives départementales des
Bouches-du-Rhône) – Interprète Judith
Obert, Professeur de l’Univesité
Aix-Marseille.

Jeudi 19 avril à 10h
à l’Institut Culturel Italien (Rencontre avec les lycéens)

 

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2 risposte a FRANCESCO TULLIO ALTAN, quasi ultime…

  1. Donatella scrive:

    Grande Altan! Riesce con una vignetta ed una battuta a sintetizzare uno stato d’animo generale.

  2. Donatella scrive:

    Ho visto il film di Daniele Lucchetti, ” Io sono Tempesta”, uscito da poco in sala. Il film sta a metà strada tra realismo e favola. Un imprenditore- finanziere, Numa Tempesta, è costretto, da una sentenza per evasione fiscale, a trascorrere un anno di pena ai servizi sociali in un centro di accoglienza. Si parte quindi da un episodio concreto e il richiamo alla vicenda giudiziaria di Berlusconi è chiarissimo. Da qui poi la vicenda si sviluppa in un clima da realismo magico : l’imprenditore, con qualche difficoltà iniziale, si inserisce bene nel gruppo di emarginati, conquistandoli con una munificenza che a volte sembra sconfinare nella generosità. Li porta nella sua residenza, un grande e lussuoso albergo di sua proprietà adibito a dimora , li riveste, li trasforma in finti imprenditori che porta perfino in Kazakistan, dove ha appena stipulato un contratto miliardario per l’estrazione di gas. Tra i miracolati c’è un giovane disoccupato, interpretato da Elio Germano, che vive in modo precario col figlio ragazzino. Costui, da critico inesorabile dell’imprenditore, diventa piano piano un suo discepolo, attento alle spiegazioni che Tempesta gli fa sui trucchi dell’alta finanza. Tempesta ,come lui stesso racconta, aveva avuto un’infanzia difficile, con un padre che lo aveva sempre trattato da ” coglione”. Il ragazzino figlio del povero impersonato da Germano, capisce che ci può essere un punto debole nella corazza di Tempesta: il non sapere dove sia finito il padre. Il ricatto si compie e alla fine del film vediamo l’imprenditore, felicemente finito in carcere, dove finalmente può rivedere il padre, che è stato il cruccio di tutta la sua vita e che, affettuosamente questa volta, gli ribadisce che è ” un coglione”. Tempesta non sembra più essere ferito da questa definizione, ma felice di potere dividere col padre, in una cella, una ricca e succulenta cena. Gli ex-poveri intanto hanno appreso la lezione e tra speranza e gioia, stanno dirigendo una sala-bingo, cedutagli da Tempesta grazie all’astuzia del ragazzino, trasformati anche loro in imprenditori e felici di esserlo. Mentre il film ” Miracolo a Milano”, che sempre di poveri parlava, finiva con la fuga in cielo a cavallo di scope verso un mondo migliore, qui i “poveri” stanno bene a terra, dove riescono ad inserirsi molto bene. Una favola agrodolce che sembra dirci che la realtà è sempre differente e molto più complicata da come la immaginiamo: il bene e il male si mescolano e non ci sono categorie fisse. L’attore Marco Giallini, come del resto Elio Germano, è perfettamente calato nella sua parte: tutti e due questi interpreti mescolano benissimo la duplicità dell’essere umano, senza voli verso utopie di un’altra epoca.

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