DONATELLA D’IMPORZANO, DALLA RUBRICA : ” MA C’ENTRA TUTTA ” :::IL FATTO QUOTIDIANO DEL 19-04-2018, SALVATORE CANNAVO’::: PER RIFARE L SINISTRA BISOGNA RIPARTIRE DALLA SOLIDARIETA’

 

 

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Donatella a vent’anni, balla con Nemo che ne ha 24…Sono poco belli? Loro sono così…tuttora! Basta vederli…così.

 

 

DONATELLA D’IMPORZANO, DALLA RUBRICA ::: ” MA C’ENTRA TUTTA “

 

 

 

Da ” Il Fatto Quotidiano” del 19 aprile 2018 pag.14, ” Per rifare la sinistra serve la solidarietà”, di Salvatore Cannavò:
L’articolo è scritto in occasione dell’uscita del libro “Mutualismo”, di Salvatore Cannavò, editore Alegre.

Si mette in risalto l’importanza, per la sinistra,  de ” il fare da se’ “, come faceva a partire da metà Ottocento, con le cooperative, le società di mutuo soccorso, le federazioni operaie.
“Fare da se’ significa soprattutto ridare senso pratico a una parola confinata nei sentieri della carità cristiana: solidarietà…Dopo le rivoluzioni o i cambiamenti epocali, il movimento operaio costruisce la propria continuità su strati e strati di solidarietà che resistono agli urti, impediscono il riflusso della marea di movimento, rispondono alla repressione. Anche la storia del Partito comunista italiano, del ” partito nuovo” da Togliatti in poi, non si spiega senza l’organizzazione di ” società nella società”… Scrive Karl Marx nei ” Manoscritti economico-filosofici”: ” Quando gli operai comunisti si riuniscono essi hanno come primo scopo la dottrina, la propaganda, ecc. Ma con ciò si appropriano insieme di un nuovo bisogno, del bisogno della società e ciò che sembra un mezzo è diventato uno scopo. “

 

 

PRESENTAZIONE DEL LIBRO DELLA CASA EDITRICE ALEGRE: 

La crisi storica della sinistra e di ciò che è stato il movimento operaio chiede uno sforzo eccezionale di fantasia e sperimentazione per ricominciare. Ma per guardare al futuro occorre tornare “la dove tutto è cominciato”.
Nel corso del Novecento le caratteristiche basilari del movimento operaio delle origini, imperniate su mutualismo e solidarietà di classe, sono state relegate al ruolo di ancella. La socialdemocrazia ha fondato la propria politica sul consenso elettorale come viatico per conquistare lo Stato e migliorare le condizioni di vita dei lavoratori. I partiti comunisti sono stati sopraffatti dal crollo del socialismo reale. Partito e sindacato hanno rappresentato le forme principali della politica e, facendosi Stato o dipendendo dallo Stato, hanno progressivamente prodotto organizzazioni centralizzate, fondate sulla delega e soggiogate dalle burocrazie.
Oggi questi strumenti appaiono spuntati perché la forza materiale che dovrebbe sospingerli è dispersa o atomizzata, quello che era il “partito di massa” è divenuto “partito-istituzione”, e gli stessi sindacati tradizionali vivono una crisi lacerante e un’assenza di contatto con le giovani generazioni divenute precarie a tempo indeterminato.
Perdendo i propri ancoraggi sociali la sinistra ha finito per gestire un compromesso sociale al ribasso, ergendosi a puntello del sistema economico liberista. Occorre allora riappropriarsi delle pratiche all’origine del movimento operaio, ricucendo il filo delle individualità sociali per riscoprire l’efficacia della cooperazione e il valore fondativo della solidarietà.

 

Il libro ripercorre la storia e i dibattiti delle esperienze di autogestione e mutualismo dalla fine dell’Ottocento ad oggi, mostrando l’impasto su cui poggiare i mattoni di una nuova credibilità politica. Si tratta di un mutualismo politico e conflittuale perché non accetta la dimensione di lenitivo delle diseguaglianze e non si integra in un processo di smantellamento dello stato sociale. Anzi. Affermando la propria capacità di autogoverno, indica un’idea alternativa di democrazia e di società.

Il mutualismo conflittuale è dunque politico nel senso che mentre esiste rivendica già il nuovo. Esprime una solidarietà “contro” lo stato di cose presente, ma esige anche una solidarietà “per”, fatta di risposte immediate a bisogni immediati. Il mutualismo è politico perché valorizza di nuovo “l’agire in comune”, la cooperazione non solo produttiva, ma morale, intellettuale, solidale su cui si è fondato il movimento operaio nella storia. L’attuale fase di smarrimento richiede la stessa capacità di inventiva e innovazione di cui diedero prova gli operai e gli intellettuali della seconda metà dell’Ottocento. Se una sinistra vuole avere un futuro dovrebbe avere il coraggio di riscoprire le sue origini.

Autore:
Salvatore Cannavò (1964), giornalista ed editore, attualmente a Il Fatto quotidiano, ha lavorato per tredici anni al quotidiano Liberazione di cui è stato vicedirettore. Dal 2006 al 2008 è stato deputato di Rifondazione comunista. Ha pubblicato Porto Alegre capitale dei movimenti(Manifestolibri, 2002), La rifondazione mancata (Alegre, 2009), Altre sanguisughe (Aliberti 2011), C’era una volta la Fiat (Aliberti, 2012).

Dal 19 aprile 2018 in libreria. Puoi acquistare direttamente dal nostro sito con il 15% di sconto e senza spese di spedizione:::

http://ilmegafonoquotidiano.it/libri/mutualismo

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  1. Donatella scrive:

    Eccezionale Chiara Salvini, che ha scovato le foto di ” come eravamo”, bellissimi (!) ovviamente, il viso perso in un futuro quanto mai nebuloso, ma che sarebbe inevitabilmente arrivato. Ci sono poi foto di gruppo, sempre in quella stessa occasione: eravamo giovani, forti e belli, quasi come ora, detto senza ironia.

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