UNA PAROLA AL GIORNO.IT
ESEMPIO DI ” REPORT ”
Report
rèport / repòrt
SIGNIFICATO ::: Resoconto, rapporto, relazione; in informatica, prospetto riepilogativo di una raccolta di dati disposti in colonna, ottenuto con il calcolatore
voce inglese, propriamente ‘relazione’, dal verbo to report ‘riferire, relazionare’.
Punto primo: non è un riporto. Quello, in inglese, si chiama in vari modi a seconda del significato: bringing o taking back è l’atto di portare qualcosa indietro, comb over è la popolare ciocca di capelli che tenta di nascondere la calvizie, amount carried over è il riporto matematico.Punto secondo: accogliendola in italiano, non abbiamo resistito a personalizzare un po’ questa parola, e da buoni appassionati delle parole piane, la pronunciamo spesso e volentieri con l’accento sulla prima sillaba, diversamente da quanto accade nella lingua originale, ovviamente con quella e che non è di certo una ɪ.Veniamo quindi al significato: il report è, né più né meno, il nostro rapporto, ma in particolare si inserisce in ambito economico-aziendale, almeno inizialmente. Dal punto di vista etimologico, la relazione (o, se preferite sciogliere un altro po’ la lingua, il rapporto) è evidente: si tratta infatti di qualcosa che riportiamo, che riferiamo, dal verbo latino reportare che è portare indietro sia fisicamente che, in maniera figurata, scrivendo un resoconto che informi e lasci una traccia di qualcosa. Anche nel francese moderno, così come in italiano, il sostantivo è però rapport, ed effettivamente il verbo rapportare ha, come significato letterario o non comune, quello di riferire.Il passaggio del report dall’inglese all’italiano avviene tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta, periodo in cui la globalizzazione ed Internet cominciavano a rendere meno netti i confini del mercato del lavoro, favorendo gli scambi internazionali. Ora, certamente, così come molti altri anglicismi, il termine si è diffuso in altri campi e viene volentieri usato anche quando la necessità di usare un lessico che favorisca l’intercomprensione, in realtà, non c’è. Questo è l’effetto che fanno, oggi, alcune parole inglesi: il loro grado di tecnicità viene percepito come maggiore rispetto ai corrispondenti di altre lingue, e perciò si vuole presentare anche il prodotto del lavoro che la parola indica come più efficiente, più affidabile, più preciso. D’altra parte il report è un documento ufficiale, spesso da presentare a livelli alti, specie istituzionali, dove si è piuttosto avvezzi a sfruttare questa e numerose altre strategie linguistiche e comunicative a proprio vantaggio, per darsi lustro e ottenere maggiore credibilità.
- Eleonora Mamusa
LESSICOGRAFIA (http://www.treccani.it/vocabolario/lessicografia/)
lessicografìa s. f. [der. di lessicografo]. – 1. Scienza e tecnica della raccolta e della definizione (formale, funzionale e soprattutto semantica) dei vocaboli appartenenti al lessico di una lingua o di un dialetto o di un gruppo di lingue o dialetti. Anche l’attività che ha per oggetto la redazione di dizionarî di vario tipo. 2. Complesso delle opere lessicografiche relative a una lingua o a un ambito linguistico in un determinato momento o periodo della sua storia: la l. italiana del sec. 19°; i primi monumenti della l. romanza; convegno internazionale di l. storica;la l. giuridica.
LESSICO (TRECCANI, VEDI LINK SOPRA)
lèssico s. m. [dal lat. mod. lexicon (v.)] (pl. –ci). – 1. Dizionario, vocabolario, come opera che registra alfabeticamente le parole di una lingua dando di ciascuna la spiegazione; non differisce sostanzialmente nel sign. dagli altri due sinonimi, ma si usa preferibilmente per indicare vocabolarî di lingue antiche, classiche e del vicino Oriente (perché questi, fino al secolo 19°, e taluni anche oggi, erano compilati in latino e chiamati col termine greco-latino Lexicon, invalso nell’uso d’allora), o dizionarî di scienze speciali: l. ebraico; l. arabo; l. siriaco; il Lessico del Forcellini (v. lexicon); l. botanico, ecc.; più raramente per dizionarî bilingui (l. greco–inglese) e per dizionarî di lingue moderne di tipo particolare (per es., il Lessico dell’infima e corrotta italianità di P. Fanfani e C. Arlia). Talora (anche per influsso del ted. Lexikon), dizionario che unisce alla parte linguistica ampia informazione enciclopedica: Lessico universale italiano. 2. Il complesso dei vocaboli e delle locuzioni che costituiscono una lingua, o una parte di essa, o la lingua di uno scrittore, di una scuola, o di un qualsiasi parlante (in questo senso, è meno com. di vocabolario): la maggior parte del l. italiano è formata di parole derivate dal latino; studî sul l. francese; errori di l.; il l. della zoologia, delle scienze giuridiche; l’evoluzione del l. sportivo; il l. di Giordano Bruno; l. familiare, insieme di vocaboli e modi espressivi, spesso molto personali anche nella formazione, che sono consueti nella comunicazione tra i membri di una famiglia o di una cerchia molto ristretta (l’espressione ha avuto diffusione soprattutto dal titolo dell’omonimo romanzo autobiografico [1963] della scrittrice Natalia Ginzburg, nel quale sono narrate le vicende di una famiglia borghese attraverso la minuziosa registrazione delle comunicazioni quotidiane, in cui le parole, valide solo al suo interno, acquistano significati particolari). Anche, l’insieme dei vocaboli comuni a più lingue dal punto di vista della comparazione: il l. delle lingue romanze. 3. non com. La parte dello studio di una lingua che riguarda i vocaboli (nella loro origine, formazione, uso, significato, ecc.), correntemente detta lessicologia.
Con Eleonora Mamusa, linguista e lessicografa, a venerdì alterni sviscereremo un nuovo anglicismo.