REPUBBLICA.IT / REPUBBLICA DELLE IDEE / BOLOGNA 8 GIUGNO 2018
L’appello di Gentiloni: “Costruiamo subito un progetto di alternativa”
L’ex premier intervistato da Mario Calabresi a Repubblica delle Idee. “In Europa i migliori amici dell’Italia sono il formidabile riformismo di Macron e l’equilibrio della Merkel”. Ricorda il migrante ucciso in Calabria: “Sacko era uno di noi, dobbiamo dirlo”. E alla sinistra dice: “Abbiamo perso perché abbiamo frequentato troppo i vincenti della globalizzazione e non quelli che sono rimasti indietro”
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Sul nuovo governo? “Mi preoccupa – ha detto l’ex premier – che la reputazione internazionale ed economica del paese, costruita con tanta fatica, sia stata abbassata in due settimane e mi chiedo quanto ci costerà tutto questo accavallarsi di minacce e promesse. Tutto ciò senza che il governo abbia ancora preso nessuna decisione. Vogliamo andare avanti così? Con i ministri che fanno campagna elettorale in giro? Prima o poi dovranno governare oppure corriamo il rischio di farci davvero male”. “Faccio gli auguri a Conte per il G7 – ha aggiunto – ma non ho consigli da dargli. La penso in maniera sideralmente diversa dal suo governo ma mi auguro che l’Italia al G7 faccia l’Italia. L’ultima cosa che ci possiamo permettere è quella di presentarci come l’Italia che tradisce i suoi fondamenti, la sua politica estera, la sua collocazione internazionale. E nessuno ha diritto di distruggere i pilastri fondamentali del nostro meraviglioso paese, mentre togliere le sanzioni alla Russia può diventare pericolosissimo”.
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G7 in corso, quindi, con Trump che se ne andrà via prima, con uno sgarbo istituzionale non da poco. “Ma servono davvero questi vertici internazionali, sono luoghi che hanno ancora un senso?” così il direttore. “Il multiculturalismo è roba faticosa, ma… teniamocelo stretto! Ho paura di un mondo dove ognuno fa quello che crede, che pensa solo all’utile del proprio paese. E questi vertici sono incontri che durano ore, ma ci sono sette, otto persone, grandi professionisti, seduti intorno a un tavolo che cercano soluzioni con un linguaggio comune. Non buttiamoli via, anche se purtroppo vedo che sono diventati uno strumento in declino perchè i paesi tornano alla sovranità nazionale, ai nazionalismi ottusi. E anche noi andiamo in scia, proprio noi che storicamente viviamo di aperture, di commerci, di buoni rapporti con vicinato, di multilateralità, di principi di soft power (molto citato anche da Prodi ndr). Ma gli italiani, in un mondo cattivo e contrapposto, hanno soltanto da perdere”.