TONIA MASTROBUONI, BERLINO, INTERVISTA A HEIKO MAAS, MINISTRO DEGLI AFFARI ESTERI TEDESCO, CHE OGGI E’ A MARZABOTTO PER DIRE, INSIEME AL NOSTRO MOAVERO, CHE IN EUROPA LA XENOFOBIA NON VINCERA’ MAI–REPUBBLICA DEL 30-09-2018 pag, 18

 

Il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, con il collega tedesco, Heiko Maas

I DUE MINISTRI DEGLI ESTERI ITALIANO E TEDESCO, OGGI A MARZABOTTO PER LA 74esima COMMEMORAZIONE DEL TERRIBILE ECCIDIO

Enzo Moavero con Heiko Maas, alla commemorazione del 74/o anniversario dell'eccidio dei nazisti (Ansa)

 

2017-03-26 Heiko Maas by Sandro Halank–4.jpg

Heiko Maas (Saarlouis,  1966) è un politico tedesco, ministro degli affari esteri dal 14 marzo 2018 nel governo Merkel IV, dopo aver ricoperto il ruolo di ministro federale della Giustizia e Tutela del Consumatore del governo Merkel III.

 

 

REPUBBLICA DEL 30-09-2018 pag. 18

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Intervista

Maas

” A Marzabotto insieme a Moavero per dire che nell’Ue la xenofobia non vincerà mai”

TONIA MASTROBUONI,

 

 

Dalla nostra inviata

BERLINO

Oggi Heiko Maas sarà a Marzabotto per ricordare l’eccidio nazista e per «inchinarsi dinanzi alle vittime e alle loro famiglie», come dirà nel suo discorso. Ma anche per annunciare nuove iniziative comuni che rafforzino l’amicizia tra Italia e Germania e aiutino a non dimenticare. In un momento di grande insorgenza delle destre, il ministro degli Esteri tedesco racconta in questa intervista cosa ha significato Chemnitz per lui e per la Germania e come rilanciare l’Europa in vista delle elezioni. E all’Italia, il politico socialdemocratico ricorda che si è impegnata a favore dell’Ue, dei Trattati e dell’euro. In Europa non c’è posto «per l’isolamento e la xenofobia». Marzabotto è lì a ricordarcelo.

Ministro, oggi lei sarà Marzabotto per ricordare l’eccidio nazista. Quanto è preoccupato per la “resistibile ascesa” della destra populista e nazionalista in Europa e per episodi come Chemnitz, dove l’Afd — un partito che siede in Parlamento — ha manifestato insieme a Pegida ( è un’organizzazione populista di destra, anti-islamica, xenofoba e razzista, fondata a Dresda nel 2014, nota blog) e all’estrema destra?

«Quanto è successo a Chemnitz mi ha scioccato. Molti dei miei colleghi europei me ne hanno parlato con preoccupazione. Una preoccupazione che posso capire. A un tratto ricompare il saluto di Hitler — una vergogna per il nostro Paese. A questo dobbiamo opporci con grande determinazione, con tutti i mezzi dello Stato di diritto e della giustizia a nostra disposizione. E questo è anche avvenuto.

Consentitemi di evidenziare ancora un altro elemento: per la stragrande maggioranza dei tedeschi Chemnitz è stato uno shock, come lo è stato per me. Sono felice che vi sia stata anche una controreazione: per la democrazia, per l’apertura e per la tolleranza».

Chemnitz e il caso Maassen hanno spinto la Grande coalizione per la seconda volta in pochi mesi sull’orlo della rottura. Quanto possono ancora durare questo governo e Angela Merkel? E questa crisi della Germania non è pericolosa in vista delle elezioni europee forse più importanti della storia?

«Un Governo deve essere misurato in base alla sua capacità di cambiare in meglio la vita delle sue cittadine e dei suoi cittadini. Nei primi mesi abbiamo messo in campo molte cose e affrontato temi importanti come le pensioni, gli affitti, l’assistenza per l’infanzia e la normativa sul lavoro. Purtroppo le controversie avvenute in pubblico hanno suscitato un’impressione differente. Vogliamo ora ripartire da queste questioni concrete.

Abbiamo ancora molto da fare prima del 2021. Alle elezioni europee vogliamo dimostrare che con un’agenda a favore dell’Europa possiamo essere convincenti».

Lei ha detto che ad “America first” bisognerebbe rispondere con “Europe United”. Ma alla luce degli slogan aggressivi di Trump e della destra non è un po’ vago? I partiti tradizionali non hanno bisogno di idee e progetti più forti per l’Europa?

«”Europe United”significa che noi europei possiamo affermarci solo assieme in un contesto internazionale, in cui da soli non siamo in grado di influire. “Europe United” significa proposte molto concrete per poter rafforzare la coesione dell’Ue. Ad esempio nella politica estera e di sicurezza europea, nella quale Federica Mogherini a New York ha potuto per altro dimostrare molto bene che l’Ue nella politica per l’Iran porta avanti una sua propria linea. In questo ambito dovremmo adottare più decisioni a maggioranza qualificata, non solo all’unanimità».

Sì, ma per quali progetti europei?

«Noi non arretriamo nella lotta per un sistema europeo comune di asilo vero e proprio. Con “Europe United” intendo tuttavia anche la coesione sociale dell’Europa, per esempio il contrasto alla disoccupazione giovanile. Le idee e i progetti per l’Europa non bastano mai — questi possono essere formulati dai partiti tradizionali, ma anche ovviamente dalle iniziative civiche o dai movimenti sociali. Ad ogni modo, i cittadini in occasione delle elezioni europee il prossimo anno dovranno prendere una vera decisione. È quindi importante esercitare questo diritto».

In Italia la Lega e i 5Stelle hanno adottato una politica dichiaratamente anti-migratoria e anti-europea. Quanto la preoccupa? Non pensa che un Paese così grande che si metta di traverso possa paralizzare definitivamente il processo di integrazione europeo?

«Il Governo italiano si è professato chiaramente a favore dell’Europa, dei Trattati europei e dell’euro. Nel corso di tanti colloqui con il mio omologo Enzo Moavero Milanesi mi sono potuto convincere del fatto che l’Italia vuole incidere attivamente sul processo di unificazione europea. Non voglio assolutamente negare che attraversiamo tempi burrascosi e che vengono poste tante domande.

Nessuno è stato, tuttavia, in grado di spiegarmi in modo plausibile come possano essere risolti con misure unilaterali nazionali fenomeni come la migrazione, il cambiamento climatico, la digitalizzazione oppure le questioni dell’Unione economica e monetaria. L’Ue deve essere in grado di offrire soluzioni concrete per le cittadine e i cittadini. Questo è il miglior antidoto contro questi slogan. E come Paesi fondatori, Italia e Germania hanno una particolare responsabilità. Per l’isolamento e la xenofobia non c’è invece posto nell’Unione europea. Il barbaro e vergognoso massacro perpetrato nel 1944 a Marzabotto ci mostra dove può portare il nazionalismo nel caso estremo».

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  1. Donatella scrive:

    Malgrado il veleno che si aggira per l’Europa ( altro che lo “spettro” di Marx ), è estremamente positivo che un avvenimento atroce, come quello di Marzabotto, a distanza di decenni venga ricordato insieme da Italia e Germania ai più alti livelli.

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