IL FATTO QUOTIDIANO DEL 12 OTTOBRE 2018
Scuola, 70mila sfilano contro il governo. Bruciati pupazzi dei due vicepremier. Salvini: “Schifoso”. Di Maio: “Vediamoci”
SCUOLA
“Nessuna delle promesse fatte in campagna elettorale verrà mantenuta – aggiunge Giulia Biazzo, coordinatrice di Unione degli Studenti – nessuna abolizione della legge 107 e nessun superamento dell’alternanza scuola-lavoro, solo provvedimenti che peggioreranno la condizione di noi studenti. La riduzione delle ore obbligatorie di alternanza scuola-lavoro non risolve la necessità di una totale riforma del sistema didattico e crea ulteriore discriminazione tra licei, istituti tecnici ed istituti professionali. Per Alessio Bottalico, di Link – Coordinamento universitario, è necessario “un forte aumento dei fondi statali per borse di studio e residenze universitarie, arrivando all’eliminazione della figura dell’idoneo non beneficiarioe all’accorciamento dei tempi di erogazione delle borse. Allo stesso tempo – spiega – è più che mai urgente ampliare la no tax area, per permettere a quanti più studenti possibile di poter accedere all’Università”.
Torino, bruciati manichini di Salvini e Di Maio. Il ministro dell’Interno: “Gesto schifoso” – A Torino il corteo è partito da piazza Arbarello e ha sfilato attraverso le vie del centro fino a raggiungere piazza Castello. A promuoverlo l’associazione Studenti Indipendenti, che ha invitato a scendere in piazza “contro razzismo, finto governo del cambiamento e disuguaglianze“. Alcuni studenti hanno dato fuoco a pupazziraffiguranti Matteo Salvini e Luigi Di Maio. In cima ai lampioni di piazza Castello sono state appese alcune foto dei due vicepremier con il volto imbrattato di vernice rossa.
Davanti all’ufficio regionale del Miur, in corso Vittorio Emanuele, i ragazzi hanno bruciato l’immagine una telecamera di cartone posta sopra a dei mattoni. “I mattoni sono quelli che rischiano di caderci in testa tutti i giorni – spiegano – mentre le telecamere sono quelle che vogliono mettere in ogni scuola per controllarci“. Tra gli striscioni esposti dai manifestanti, una parodia del simbolo leghista (“Lega Salvini e lascialo legato“), “Una scuola sicura è antirazzista e antisessista”, “Scuole sicure? Cadono a pezzi, ma con le telecamere”.
La reazione del capo del Viminale al gesto dimostrativo arriva su Twitter: “Questi “democratici” studenti, coccolati dai centri sociali e da qualche professore,avrebbero bisogno di molte ore di educazione civica. Forse capirebbero che BRUCIARE in piazza il manichino di Salvini, e di chiunque altro, o appenderne ai lampioni le immagini è una cosa schifosa“.
Più pacato il commento di Luigi Di Maio: “Per prima cosa vediamoci, le porte del ministero sono aperte, parliamo. Costruiamo insieme una nuova scuola“, dice in diretta su Facebook. E sottolinea che “le manifestazioni si devono fare“: “Andate avanti – dice il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico – ho fatto il rappresentante degli studenti per cinque anni, so bene qual è il valoredi una pressione sociale pacifica. Ma non è vero che tagliamo a scuole e università. Vediamoci per un confronto“.
Roma, flash mob con maschere di Dalì – Nella Capitale, i manifestanti – con il volto coperto da maschere di Dalì, come i protagonisti della serie tv “La casa di carta” – hanno realizzato un flash mob in piazzale Ostiense di fronte alla Piramide, per poi sfilare tra i fumogeni fino alla sede del Miur in viale Trastevere, raggiunta intorno alle 13. “#Chihapaura di cambiare? Noi no!” lo slogan del corteo, organizzato da Unione degli studenti, Rete degli studenti medi e Gioventù comunista. Forti disagi al traffico cittadino.
La bella,variegata e unitaria protesta degli studenti di tante città contro il governo giallo-verde è un altro stimolo,dopo le manifestazioni di Milano,Riace,Assisi,per la ripartenza della Sinistra.Proprio la scuola per chi vuole progettare il futuro della nostra società deve essere una priorità,mettendo una pietra sopra la controriforma di Renzi-Giannini-Fedeli.La “Buona scuola”ha accentuato il processo di aziendalizzazione,iniziato alla fine degli anni novanta con l’autonomia.Dalla scuola devono uscire giovani competenti e con solida preparazione, consapevoli dei diritti e dei doveri,capaci di leggere criticamente il presente,non automi.Quando gli studenti manifestano, esprimono o per istinto o per consapevolezza un disagio,un malessere cui va data una risposta.Nell’agenda di Di Maio e Salvini per la scuola non si parla di risorse ,di proposte nuove,di misure concrete.Le modifiche apportate ,specialmente sugli esami di Maturità sono peggiorative.Niente di nuovo in questo settore decisivo per il Paese anche con i legastellati che tanto parlano di cambiamento..
Per un cambiamento effettivo, di lunga durata, la scuola dovrebbe essere l’oggetto principale delle preoccupazioni di un governo serio. Invece continua il solito trantran: meno investimenti, semplificazione ulteriore dell’esame di stato, che tra poco non avrà più valore legale, sovvenzioni alle scuole private, soppressione del tempo pieno e prolungato, soppressione della mensa scolastica, caro libri ( alle medie, scuola dell’obbligo, i libri devono essere pagati dai genitori, anche da quelli che non possono pagarli). Le università sono a numero chiuso e non per selezionare eccellenze, ma solo perché non sono preparate ad accogliere un maggiore numero di studenti. Tutto contro la nostra Costituzione.